Autore Topic: Lo scrittore  (Letto 956 volte)

Steven Joseph

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Lo scrittore
« il: Ottobre 12, 2013, 18:58:28 »
   
La notte scese solenne su Rosegrove. Ogni angolo della piccola cittadina fu avvolto nel gelido abbraccio dell’oscurità. La quiete più totale era calata dall’ alto, come se qualcuno avesse zittito il caotico tram- tram quotidiano. Nessuno era più sulle strade, non una sola macchina osava disobbedire alla rigidità imposta dalla nostra eterna padrona, chiamata Notte.
La fredda e pallida luce della luna lambiva l’atmosfera come fa il pittore più bravo, che non osa premere sulla tela, ma si limita a farla baciare dolcemente dal pennello. Quella luce sembrava essersi mescolata alle tenebre in un connubio inscindibile, quasi fosse diventata una cosa sola con essa. Quella stessa luce sbatteva contro le pareti oscure delle case, dipingendo la città di candidi riflessi.
(So che vi sto annoiando con questa descrizione smielata e strappalacrime, ma voglio condurvi per mano e senza fare rumore tra le strade silenziose e le case illuminate della piccola cittadina in cui vivo). Piano piano, senza farci sentire, busseremo alla porta del numero 32 di Dram Street. Arriviamo al quarto piano del palazzo più alto e approssimiamoci alla seconda porta a sinistra, da cui si ode un leggero e insistente ticchettio. Erano le mani di uno scrittore di nome Jake Russell che si muovevano sulla tastiera in modo impercettibilmente rapido. Ebbene sì. Quello sono io. Ero intento ad ultimare il diciannovesimo capitolo del mio ennesimo giallo. Le dita scivolavano sinuose sul mio portatile, danzando al ritmo della mia fantasia. In quel momento non esisteva più nulla per me. Mentre scrivevo, la mia mente era altrove, persa in un mondo che era mio e che non poteva farmi del male. Scrivere per me significava e significa tutt’ora “vivere una storia che non è la mia”. Mentre mi lascio trasportare dall’immaginazione, sono in grado di fare qualcosa che nella vita vera non avrei il coraggio di fare o dire cose che la mia personalità o l’immagine che di me ha il mondo censurerebbero. Il mondo in cui vivono i miei personaggi è un mondo che io stesso ho creato e in cui tutto va come decido io. Scrivere è un po’ come (scusate la blasfemia) essere Dio. Io posso uccidere chi voglio e nella maniera in cui voglio, così come decidere chi può vivere e come deve vivere. Ogni azione di ogni singolo personaggio è controllata dettagliatamente da me e solo da me.
Insomma, Non si muove una foglia che Jake Russell non voglia. Al di là di questo, però, scrivere mi dà un’energia incredibile e speciale. Mi rende forte quando il mondo mi dà del debole e mi coccola quando nessuno sembra volermi bene. Scrivere era ed è ancora oggi una delle poche ragioni per cui amare la vita. La cosa che però mi affascina più di tutte in questo lavoro è vedere uno qualsiasi dei miei libri su uno scaffale di una libreria, pronto per essere letto, sfogliato, o semplicemente guardato di striscio. Osservarlo mentre una persona lo sceglie tra migliaia di altri libri e lo compra, per curiosità o perché lo aspettava. Capire che quel libro potrà significare molto per quella persona, toccargli l’anima, fino a cambiarla nel profondo: queste sono le cose che più mi emozionano nel mio lavoro e questo è il mio obbiettivo. Credo di averlo anche detto in un’ intervista una volta: “Se riuscirò con un mio libro a scuotere ed emozionare anche uno solo, anche il più emarginato, anche l’ultimo dei miei lettori, allora saprò con certezza di aver fatto bene il mio lavoro.”

nihil

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Re:Lo scrittore
« Risposta #1 il: Ottobre 12, 2013, 19:03:36 »
molto bene Steven, specie dove descrivi l'esigenza dello scrivere, vivere le altre storie..
Sì, forse un poco didascalica l'introduzione, e poco esatto il tram-tram  :happy: Si dice tran-tran!

Steven Joseph

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Re:Lo scrittore
« Risposta #2 il: Ottobre 12, 2013, 23:12:13 »
Ah sì? Tran-Tran? Sei sicura? :mah: Grazie mille per la critica