Lei era come tante, una donna giovane, forse anche bella per chi conoscendola poteva apprezzarne l' esteriorità. La si vedeva in giro spesso, interessata di tutto e di tutti, un'opinione sempre e comunque e mai il silenzio sull'argomento. “Questo è parlare, bisogna fare, dire e baciare, e per questo andare, sgominare la folla, il singolo che si annida e dice ciò che è profondo”. Ecco il suo verbo, e lo andava dicendo, e lo andava scrivendo, e lo andava declamando come una bandiera, simbolo del giusto, equilibrato e perfetto.
Ma chi era lei veramente? E perché tutto quel gran vociare, accusare, sempre e comunque solo per battagliare? Cosa voleva realmente?
Solo e soltanto se stessa, nel bene e nel male, piuttosto che niente. Perciò si vestiva a colori vivaci, parlava a gran voce dicendo e affermando, partecipando di tutto ed in tutto, in luoghi affollati, e rubriche interessanti, per farsi notare, per farsi sentire, per mettersi in mezzo e nella pista ballare. Felice e appagata solo di questo, contatto provato dal prossimo dirimpetto, ricerca di un pubblico vasto e perfetto, perché si dicesse di lei e nel sempre.
Un giorno un brav'uomo le disse soltanto: perché tutto questo vociare assordante, sei forse inferiore o te lo senti soltanto? Il bisogno che hai di essere amata ti viene dall'essere stata scartata, non lo hai ricevuto o forse è stato sbagliato, così per compenso facendo e dicendo in eccesso, originale, unico, e in un solo senso, pensi che il perso ti verrà ridonato.