no, invece, c'è ancora molto da dire... per esempio come nasce l'ispirazione...
la mia non nasce come quella di moccia
e nemmeno prendendo l'elenco telefonico...
mi basta creare l'atmosfera giusta che di solito è alzarmi presto la mattina, appena un'ora dopo rispetto a quando vado a lavoro, sedermi su uno dei due divani che ho nel salone, sulla parte sinistra a ridosso del bracciolo... munirmi di caffè e sigarette, penne e fogli bianchi forati a quadrettoni... rileggere l'ultimo capitolo scritto la volta precedente... prendere la penna e poggiarla sul foglio...
quando mi siedo non so mai quel che scriverò... poi, la penna incomincia a scrivere ed io faccio fatica a tenerle dietro...
a volte ho scritto di filato anche cinquanta facciate, senza cancellature, come in trance...
scrivo rigorosamente a penna e poi trascrivo al pc... io penso con la penna...
solo dopo incomincio a correggere, a riguardare, a smembrare e trasporre pezzi da un posto ad un altro...
questa fase è molto più lunga e laboriosa che non la scrittura e ho bisogno, dopo aver trascritto al pc, letto e corretto, anche stampare e leggere e correggere il cartaceo...
le correzioni di cui parlo si avvalgono, in questo modo, di un occhio quasi esterno... come se quel che ho scritto fosse diventato altro da me... il mio diventa il lavoro non più di creazione (che va sempre liscio perchè spontaneo) ma di osservatore, di critico, di censore... e, a volte, ciò che avevo scritto col cuore, viene falcidiato impietosamente perchè non pubblicabile per una serie di motivi
ovviamente parlo di un lavoro imponente come quello di un libro, romanzo o meno...
un racconto breve riesco tranquillamente a scriverlo anche al pc... ma il risultato, ovviamente, è diverso perchè diversa è la genesi e anche la finalità