Autore Topic: Tempo di parole  (Letto 276 volte)

presenza

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Tempo di parole
« il: Settembre 04, 2013, 23:38:55 »
Ho trascorso tante ore a parlare con lui al telefono, stavo all'impiedi in un lungo corridoio illuminato solo dalla luce che veniva dalla strada, quando le mie gambe non reggevano m'inginocchiavo e poi mi sedevo sul marmo freddo del pavimento. L'orecchio arrivava perfino a farmi male, e io stavo lì incollata a sentire la sua voce, a parlare di tanto e di tutto.
Ci eravamo conosciuti in estate al mare, lui era parecchio più grande di me e questo particolare mi piaceva più di tutto, dei suoi capelli brizzolati, del suo sorriso e del tono basso della sua voce. E quanto ridevamo io e lui, e quanto anche ci sussurravamo!
I giorni trascorrevano come i momenti e alla sera lo squillo del telefono rappresentava tutto quello per cui avevo vissuto durante il giorno. Facevamo quasi sempre le due di notte, e ci lasciavamo ogni volta più per stanchezza che per voglia. Non era ciò che dicevamo quanto come lo dicevamo, quel tono cadenzato, quel sospiro tra una boccata e l'altra me lo facevano immaginare esattamente com'era in quel momento, e lui lo sapeva e mi sorrideva. E poi voleva che mi descrivessi. In verità non ero molto brava in quello, mi piaceva più parlare di lui, così mi dava dell'avara perché gli dicevo poco di me mentre avrebbe voluto sapere tanto, tutto per riempirsi gli occhi insieme a quella voce, la mia, che durante la notte, nel silenzio di casa sua cullava le ore. Stava solo lui, la sua poltrona, un bicchiere di buona grappa e una sigaretta tra le dita delle mani. Un giorno decise che non avremmo dovuto più sentirci, e così cominciai a scrivergli, mi mancavano molto le sue parole. Non mi rispose mai.
Avevo tanto parlato con lui, di tanto, di tutto e poi ad un certo punto il silenzio. Rimaneva solo la mancanza di lui fino a farmi male, fino a togliermi il gusto del parlare, per rimanere con qualche parola in mano e non sapere più cosa farne. Metterle in una busta e conservarle in un cassetto, avrei dovuto farlo, e invece quelle sono scappate, ho solo il suono e la sensazione che fossero tante, lunghe senza un inizio e figuriamoci la fine.
Tutto è come vento, permane e soffia forte o a tratti lento, poi rimane un po' di giorni per scomparire nel cielo. E guardo il cielo adesso e me lo ritrovo davanti, lui con quella voce ed io con il pensiero, sempre in ascolto come fosse buio ed io dovessi andare in giro a cogliere la legna. Mi giro nel tempo e lo rivedo, tempo passato fatto di parole, belle, sonore e piene di sentimento. Si pensa sempre che tutto si dimentica, invece una luce, un grido o anche niente ci riportano là dove qualcosa si è interrotto. Ho parlato tanto che ora non ho più la voce, per questo a cenni faccio qualche passo, poi mi risiedo e chiudo gli occhi  stanca, per dormire poi il mio sonno senza tempo.