Autore Topic: Monologo  (Letto 340 volte)

presenza

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Monologo
« il: Settembre 01, 2013, 18:32:21 »
Chiudo le pagine scritte fino ad ora, ed è al silenzio che voglio pensare, guida la mano e la mia
mente stanca per dare senso solo alle parole. Ecco la voce, quella del silenzio, racchiude il senso di
tutto ciò che ho detto: È la presenza lungo i viali alberati e dentro una stanza vuota quando tutto
intorno giace e nella notte si posa e dentro al buio sta. È la voce del silenzio che non ho sentito mai
e nel mai è il suo silenzio che parla e ride a volontà.
È troppo tardi adesso per ripensare a tutto. Non so che dire e non mi viene niente, ho sempre fatto
solo e soltanto questo. E non va bene, non ho nemmeno quello èd è già da tanto che ci penso. Solo
all'inizio e sembra appena ieri, con le speranze e tante aspettative ho camminato su quella strada
incerta.
E intanto siamo noi a camminare e prendere le nostre braccia sottobraccia alzare un piede dopo
l'altro e andare da una parte piuttosto che da un'altra. Non cade la manna dal cielo, se è questo ciò
che crediamo illudendoci, così pensavo e frattanto camminavo sulla strada piena di lustrini dopo
una festa in pieno inverno. Tutto era mio da quel primo vociare in mezzo alla piazza al silenzio del
non sapere cosa fare o dove andare e mentre i pensieri mi scorrevano come acqua sul viso bagnando
gli zigomi qualcosa rimaneva come una ferita e negli occhi di qualcuno si fermava sempre a
guardare quasi a spiare che emergesse ciò che pensavo potesse sfuggirmi. Se sono brava, mi dico, e
sono brava, scoprirò cosa è nascosto in fondo. Sarò sincera almeno per una volta, basterebbe per
una vita intera. E invece sto qui a triturarmi senza una risposta quando so per certo che ce l'ho
dentro e non mi serve attendere. Vorrei parlare e sono come un muto al quale manca anche il gesto,
sono chiusa dentro il mio silenzio, quell'impotenza che paralizza e tace e poi mi butto a pensare e lì
distruggo tutto. Cosa è successo perché con fare senza un senso trascino me stessa e le parole dentro
ad un cappotto di lana bianca. Bianco come neutrale a questo e quello così da poter scappare da
chiunque senza un perché o una ragione e tuttavia con tutte le risposte del mondo. Segui soltanto il
filo dei pensieri, e lo dico a me stessa, e sembra che mi escano così alla rinfusa, invece sono
assieme uno dopo l'altro e si tengono per mano. Eppure mi hanno detto che i pensieri sono polvere e
noi ne accumuliamo così tanta per un tanto di niente che quando è tanta per tutto, veramente non
sappiamo più come fare. Ora che sono qui davanti ad un portone tocca soltanto a me scegliere di
aprire o girare sui miei tacchi e andare via per sempre. Ci penserò domani se ancora sarò in vita o
forse è meglio adesso e per questo dico “io avanzo”|. Che importa se nella nebbia, al mare o sotto il
sole, la scelta è solo scelta e se si vuole piove. Su tutto il resto dai tempi della scuola, salto e poi
ricontinuo ma forse è solo un sogno. Nella realtà scelgo ben poco, un sentiero e quell'albero senza
pensarci molto. Scelgo forse per me piuttosto che per la giungla e poi me ne vado, oggi ho fatto il
pieno, chissà se ancora ho fiato. Gli occhi li ho già persi. Ti prego amica aiutami ed io te ne sarò
grata.
Così al posto di star qui a stendere parole col fiato corto e nulla in cambio vado a dormire per
cogliere il mio attimo. Porto la gatta alla sua cuccia, spengo le luci e mi dirigo in camera. Saluto
arrivederci e grazie compagni dei miei giorni affaccendati. Grazie di cuore a chi mi guarda il volto:
una candela e la torretta dei compatti, quelli che di giorno tengono il passo a me che sono
indaffarata. I quadri alle pareti e un tavolo di fronte le tende e il bel camino in mostra e da tempo
spento. Una lampada di sale colora col suo arancio la mia espressione nel volto che ormai è stanco.
Vado, io dico, e spero di ritrovarvi così intatti e tuttavia diversi, perché ogni giorno non è mai
uguale all'altro.
Rimane e niente è di più certo che vivere il precario ed essere sereno. Così è deciso prima che fosse
vita e poi durante il percorso senza sapere quando senza conoscere come. Si tenta ad avviare per
ritrovarsi al punto di partenza e chiamalo risveglio se gira nuovo il nastro nella sua bobbina. Grande
la ruota adesso sto a guardarla senza quel senso che prima aveva senso solo per me che un tempo le
mie fila muovevo ignara delle altrui cesoie. Grande è l'incerto e sempre di più certo questa è la
verità che adesso io mi porto appresso.

ciro

  • Mucca Trombettista
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  • Un soffio vestito di parole diventa poesia
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Re:Monologo
« Risposta #1 il: Settembre 02, 2013, 05:53:21 »
Poteva essere un film d'azione, una commedia, una tragedia , una farsa, perfino un monologo. Nessuno di questi o tutti insieme, forse. Ma in tutti questi c'è un attore che latita, non gradito ai molti, paganti e non, manca il silenzio.
Amato, odiato, cercato, implorato, temuto come il calice amaro e prezioso come il Santo Gral. Il nostro silenzio. Il nostro silenzio davanti ad un foglio bianco nella notte buia, il nostro silenzio tra i rumori della gente indifferente. Nulla è più certo dell'incerto, ne sono certo.

Silenzio

Ciro 
« Ultima modifica: Settembre 02, 2013, 06:00:04 da ciro »

presenza

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Re:Monologo
« Risposta #2 il: Settembre 02, 2013, 16:53:16 »
C'è una voce nel silenzio... e nulla è più certo dell'incerto... proprio così, Ciro!