L’ho postato già su “Nati per scrivere”, ma nessuno lo ha letto. Forse perché nella sezione sbagliata… o forse perché non c’è più “Divagazioni laterali”, che prendeva il coraggio a due mani e si sacrificava alle mie cazzate. Ma qui c’è Nihil che legge tutto… ma dove trova tanto tempo? Be’ ti chiedo scusa, Nihil, ma leggimi! Un racconto così che forse amplierò, che forse cambierò… ma leggimi lo stesso.
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Il passo ancora sicuro sull’asfalto bagnato, scivoloso di pioggia Cerco di mantenerlo saldo, il passo Conosco tutte le irregolarità e ogni avvallamento del fondo stradale ché lo percorro ogni giorno da anni. Ma chi mi dice che da un momento all’altro non si sia formata una voragine?... recentissima e sconosciuta con fratture di femore?... Sì! si è formata!
Al peggio non… etcetera, e sono rassegnato.
Comunque insisto a procedere Lo sguardo alto, dritto negli occhi di quelli che incrocio e sempre vagamente irritato… e anche quelli che incrocio sembrano irritati. Io, per mio conto, accentuo l’ espressione severa, e fors’anche una cert'aria di… be’ non so, eppure mi atteggio… mentre ai neri, al mendicante do qualche centesimo... così! Boh… che ne ho sempre una scorta di centesimi che sono il resto metallico dall’acquisto del giornale quotidiano… che non leggo Scorro solo i titoli con indifferenza, piuttosto che con preoccupata rassegnazione che sarebbe più adeguata… e ho la mente leggera.
Comunque permane un fondo di intolleranza per fatti anche secondari Ad esempio non approvo la scomparsa dei vespasiani e mi irrita che qualcuno, che ha la mia considerazione, sia costretto a pisciare contro il tronco d’albero E che quel vecchio dignitoso pisciaiolo debba compiere sforzi sovrumani per trattenere. Nel vederlo, allora, tra i denti stretti ho fatto “psss psss psss…” che ha avuto il suo effetto! I pantaloni del pisciaiolo hanno preso a sgocciolare e sguazzava in una pozza che ingrandiva a vista d’occhio Uno scandalo! Ne parlano i giornali, ma delle prostate e dei vespasiani?... a nessuno interessano i vespasiani che ce n’era uno in ogni slargo, belli di ghisa antracite lucida. Né c'è considerazione per i prostatici che ce ne sono sempre contro un albero o sgocciolanti. Eppure si tratta di un errore di progettazione, quello della prostata piazzata lì: un organo, inevitabilmente destinato ad ingrossare, su un esile condotto di scarico... e sì che ce n'era di posto! all'esterno... e in buona compagnia... E così una pisciata nella stazione di Milano ti costa due euro nei cessi a pagamento. Puliti di fuori, i cessi… ma dentro?... Zozzi dentro come quelli che decretano l'eliminazione del vespasiano... e dei prostatici.
Sono costantemente vagamente irritato! Che li vorrei tutti qui in questo slargo, anche quei prostatici che hanno decretato… e che lo sono, lo sono!, sono prostatici! Li vorrei qui a sproloquiare senza vespasiano e coi pantaloni che sgocciolano:
“… dalle seppur velate ed allusive ed onnimode fuorvianti… fatta eccezzione a discapito delle intraprese… irrituali circostanzialmente nelle forme in cui si delibbera, e ovviando alcunché nei casi di cui in ottemperanza irrituale e serpeggiante irritazzione…”.
E questo? che quando ha finito di parlare, col panama sulla testa decorato con alcune pietre colorate disposte a corona, e mantello rosso bordato in oro e una sciaboletta... be’ io non riesco a ricordare quello che ha detto.
Lui oltretutto, dopo ogni sproloquio, appare nervoso e infelice... che se la sia fatta addosso?
Ma era più bello prima!
Quando il cielo gorgogliava il blu.
Ha smesso di piovere, ora nevica e danzano i fiocchi su una stanchezza di passi dalla cadenza di chi ha le spalle cariche.
Il bianco della neve!
È sporco e non si potrà mai pulire… rimarrà così.! E ha coperto la buca in un tranello traditore.
Era più bello prima!
Be’, ve ne siete accorti che si è in equilibrio sulla follia, e sembra proprio giunta l’ora di negare una biografia costruita con fatica?
“Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
nella prossima
cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei
pochissime cose sul serio”.
(J.L.Borges)