Autore Topic: Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi  (Letto 1479 volte)

Faber

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Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« il: Luglio 03, 2013, 18:44:41 »
Se l’Egitto esplode?  Le ragioni della crisi.

L’analisi storica

Miṣru, Egitto, in lingua accadica (il semitico parlato dai popoli della Mesopotamia, dagli Assiri e dai Babilonesi), significava “terra di confine”, ma anche “guardia” o “sentinella”.

Questo è l’Egitto, da sempre, una nazione che si colloca tra l’Asia (la penisola del Sinai, riconquistata agli israeliani nel 1973 con la guerra del Ramadam o del Kippur, condotta unitamente alla Siria) e l’Africa. La sua storia ha origini lontanissime: comincia con Faraoni a partire dal 3100 a.C., per proseguire con i greci, i romani, gli arabi, i mamelucchi, gli ottomani e, in tempi più recenti, francesi (Napoleone Bonaparte) e inglesi.

E’ ovvio concludere che l’Egitto si è arricchito nei secoli, fondendo sapientemente tutte le culture che via via incontrava e che metabolizzava nel tessuto sociale.

Una caratteristica, questa, che tuttavia è diventata una delle sue tante debolezze strutturali.

Nella storia più recente, quella che fa riferimento al periodo successivo il 2° conflitto mondiale, il Paese delle Piramidi e del Nilo, ha dovuto lottare strenuamente per liberarsi in maniera definitiva dal giogo politico-economico esercitato da Inghilterra e Francia, che ne limitavano la sovranità, attraverso il controllo diretto di alcuni ministeri dell’Egitto di Re Faruq I.

I governi che vennero successivamente alla deposizione della dinastia Mehmet Alì Pascià (dalle lontane origini albanesi), segnatamente quello di Anwar al-Sadat (che governò per un decennio), Ḥosnī Mubārak (rimasto saldamente al potere per ben trent’anni) per giungere sino a quello attuale di Mohamed Morsi, si sono sempre dovuti dibattere tra panarabismo e cultura occidentale, con tutto ciò che ne consegue in ambito internazionale.

L’Egitto oggi

La situazione di forte destabilizzazione politico-sociale che sta vivendo in questi giorni l’Egitto, ha la sua radice non solo nelle scelte di schieramento fatte negli ultimi periodi  e che hanno indirizzato il Paese verso una islamizzazione della società, seppure in maniera “morbida” e graduale, orchestrata dai “Fratelli musulmani”, che sostengono l’attuale presidente, ma anche dalle scelte di politica economica (il welfare in stile egiziano) che sta dilapidando progressivamente la riserva in moneta pregiata dell’Egitto. In buona sostanza, il presidente Morsi si ostina nel portare avanti una politica dei “prezzi imposti” sul mercato nazionale, che non tengono conto dei reali costi di produzione per le aziende e svincolati dalla realtà dei mercati internazionali. In questo modo, è pur vero che, ad esempio, la spesa dei cittadini per l’energia elettrica è certamente bassa (sia che appartengano alle classi povere sia che, invece, appartengano alle classi più ricche). Ancora, per mantenere contenuti il prezzo dei prodotti derivati dai cereali, l’attuale governo egiziano continua a coprire le differenze dei costi facendovi fronte con la valuta pregiata (una riserva oggi stimata intorno ai 14 mld di dollari, contro i 35 del 2011).

A questo si aggiunga la profonda crisi che sta vivendo il settore turistico, la fonte principale per l’Egitto di valuta pregiata, iniziata con le agitazioni popolari del gennaio 2011, che hanno prodotto la caduta del regime di Mubārak, al potere senza soluzione di continuità da trent’anni.

Anche il settore della produzione elettrica, compreso quello dell’estrazione del gas (dove è presente l’Italia con l’ENI in associazione con la spagnola Repsol), si avvertono forti riduzioni in relazione all’esaurimento oramai prossimo dei giacimenti sfruttati da troppo tempo e la mancanza di fondi per la ricerca di nuovi. Attualmente l’Egitto, per far fronte alla attuale crisi economica, ha interpellato nell’ordine il Fondo Monetario Internazionale, dal quale arriveranno 5 mld di dollari; la Comunità Europea, che non concederà nessun aiuto, sino a quando il Paese non avrà stabilizzato l’attuale crisi politica (mai superata in effetti dal 2011) rivedendo la sua attuale politica; la Libia ha messo a disposizione una cospicua quantità di barili di petrolio oltre ad una generosa fornitura di gas, per aiutare l’Egitto a superare l’attuale momento di grave difficoltà economica.

Ma la situazione economico-sociale, nonostante una politica di tipo assistenziale verso le classi meno abbienti, non migliora e, anzi, paradossalmente ha contribuito a innescare due situazioni che concorrono, insieme, a condurre il paese verso il baratro politico-economico e sociale: la fuga degli investitori internazionali, con la conseguente anemizzazione dell’economia e il sollevamento di quella parte di elettori egiziani da sempre contrari alla politica dei “Fratelli musulmani”, coloro cioè che vorrebbero l’instaurazione di una repubblica teocratica che si fonda sull’applicazione della shari’a (la legge coranica), più vicina alle istanze jihadiste, oggi sostenute dalla Repubblica musulmana dell’Iran.

Quindi, le regioni della “Primavera araba” sommate ad una situazione economica in rapido deterioramento, stanno destabilizzando il Paese spingendolo verso il “punto di non ritorno”, a meno che gli Stati Uniti, la Comunità Europea e, non ultimo, il Fondo Monetario Internazionale, in uno sforzo corale e tempestivo non riescano a invertire innanzitutto l’attuale tendenza per l’Egitto, ma anche per l’intera area del vicino oriente e di quella del maghreb.

L’ultimatum al governo Morsi

Nel corso della crisi del governo Mubārak, furono i militari a decidere il destino del rais intimandogli di lasciare il potere e di consentire nuove elezioni, dal cui risultato sarebbe scaturito il nuovo esecutivo che avrebbe dovuto apportare profonde innovazioni costituzionali, allo scopo di rinnovare il Paese e farlo uscire definitivamente dal “periodo di emergenza” che lo aveva caratterizzato sin dal 1981, a seguito dell’assassinio di Anwar al Sadat.

Anche in queste ore la storia egiziana, quasi ripercorrendo un copione che non prevede alternative, vede i militari protagonisti delle scelte politiche, che si concretizzeranno nel breve futuro.

Il Presidente Morsi, nel corso di una lunga telefonata, è stato invitato dal collega Obama a dare corso alle richieste della Piazza. Ma sino ad ora nulla di fatto, se non una presa di posizione da parte di Morsi nei confronti del Capo di Stato Maggiore della Difesa egiziana, per ricordare a tutto il suo popolo (militari compresi) che lui è stato eletto democraticamente e che pertanto non rimetterà per ora il suo mandato. Mohamad Morsi, in un comunicato dell’ultima ora, ha dichiarato testualmente: "Violare la legittimità costituzionale minaccia la pratica della democrazia". Quindi si rende disponibile ad un governo di coalizione per arrivare alle prossime legislative e alla formazione di un commissione indipendente, per la modifica della costituzione da sottoporre al nuovo parlamento.

 

La Fratellanza araba

L’emiro del Qatar Hamad al-Thani, sognava una “primavera araba”, non violenta, ma tuttavia capace di espandersi pacificamente in tutti i paesi di cultura araba. La cosiddetta “Fratellanza araba”, che attualmente sostiene anche Morsi, avrebbe dovuto realizzare una politica più moderna, attraverso un Islam moderato e, necessariamente, in contrapposizione alle istanze rappresentate nel mondo arabo dai Salafiti e dai Qaidisti.

In ultima analisi, per comprendere meglio quali sono le ragioni ultime che stanno portando allo scontro nelle piazze egiziane decine di migliaia di cittadini, si deve  tenere ben presente quali sono i giochi di potere che stanno all’origine dello scontro oggi in Egitto, ancora solo ieri in Tunisia, Algeria, Marocco e Siria. In buona sostanza, tutta l’area nord africana, del Maghreb e del vicino Oriente è in fermento poiché è qui che si realizzeranno i cambiamenti epocali che molti chiedono, ma che non tutti vorrebbero vedere realizzati. Uno scontro che vede di fronte, ancora una volta, il mondo arabo legato alla shari’a, quindi estremamente ortodosso, e quello panarabo della “Fratellanza araba, meno intransigente e aperto verso la cultura occidentale.

Uno scontro di religione oltre che di scelte politiche e sociali, dal quale emergerà una società sicuramente cambiata. Non sappiamo, però, se in meglio.
"Tutte le anime sono immortali. Ma le anime dei giusti sono immortali e divine" Socrate

L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro

Micio93

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #1 il: Luglio 03, 2013, 20:55:16 »
e se l'europa esplode?

L'Egitto.. meno male che chiede più libertà, altro che islamizzazione..

Nuvolone

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #2 il: Luglio 04, 2013, 15:44:12 »
 :-[
e se l'europa esplode?

L'Egitto.. meno male che chiede più libertà, altro che islamizzazione..
E bravo micio !

E ma prima o poi esploderà anche l’Europa, in primis L’Italia !
I fermenti e le buone ragioni ci sono, mancano solo i cervelli adatti all’occasione (il che non è poco, lo so)
Io non so la gente da dove prenda le risorse e la pazienza per lasciare andare le cose così come vanno…  :o

Certo l'Egitto meno male che chiede più libertà, altro che islamizzazione ...  ;D

Ah, a proposito; è da un po' di tempo che leggo ovunque e sento definire in tutte le radio e tv dai giornalisti, ca-te-go-ri-ca-men-te , i musulmani "fratelli"..., ma... fratelli di chi?  :D Non l'ho mica capito.
Io fino a poco tempo fa sentivo definire gli ebrei "fratelli maggiori" rispetto ai cristiani  :).
Poi conosco l'inno "Fratelli d'Italia", e nient'altro.  ;D

http://www.youtube.com/watch?v=o7pmy-u1awI
« Ultima modifica: Luglio 04, 2013, 16:20:18 da Nuvola... »

nihil

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #3 il: Luglio 04, 2013, 21:07:32 »
per fratelli mussulmani si intende "fratelli tra loro". ovvero se sei mussulmano hai almeno un  paio di miliardi di mussulmani che ti sono fratelli. Anche tra cristiani si usa il termine fratelli, poi ognuno pensa per sè!
I fratelli mussulmani però contemplano un certo fondamentalismo, il che non è buon segno per nessuno, contemplano la religione al potere, non tutti, ma una buona parte.

nihil

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #4 il: Luglio 04, 2013, 21:09:55 »
temo che ci siano delle forze che stanno spingendo in una direzione per nulla occidentale, ma piuttosto talebanizzante! :(

Nuvolone

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #5 il: Luglio 04, 2013, 22:06:46 »
per fratelli mussulmani si intende "fratelli tra loro". ovvero se sei mussulmano hai almeno un  paio di miliardi di mussulmani che ti sono fratelli. Anche tra cristiani si usa il termine fratelli, poi ognuno pensa per sè!
I fratelli mussulmani però contemplano un certo fondamentalismo, il che non è buon segno per nessuno, contemplano la religione al potere, non tutti, ma una buona parte.
Spero che non vogliano "fraternizzare" l'Europa ! ;D

Come potremmo farglielo capire una volta per sempre che il nostro "Libertè, Egalitè e Fraternitè" è tutt'altra cosa ?  ;D
« Ultima modifica: Luglio 04, 2013, 22:15:35 da Nuvola... »

Micio93

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #6 il: Luglio 05, 2013, 07:27:20 »
tranquilla.. non lo capiranno, saremo poi noi che capiremo le loro leggi, se continuiamo ad accettarli per ogni ragione, vorrei proprio vedere da 50 anni se ci saranno più cristiani o mussulmani in europa..  ;D

europa esplodiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii così usciamo dall'euroooooooooooo  :prtr:
« Ultima modifica: Luglio 05, 2013, 12:51:19 da Micio »

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #7 il: Luglio 05, 2013, 07:32:25 »
Micio, la religione cristiana è una delle meno numerose, la loro una delle più diffuse e intransigenti, già ora siamo in minoranza. Noi li accettiamo ( e se guardi bene li accettiamo malamente sia psicologicamente sia materialmente) perchè siamo una civiltà fondata sul diritto, al contrario della loro, basta vedere come trattano le donne o quelli che non la pensno come loro.
Il futuro è nelle mani di Dio e più probabilmente di Allah, pure politicamente!

Nuvolone

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #8 il: Luglio 05, 2013, 10:11:49 »
Secondo me i "fratelli musulmani"son proprio geneticamente capatosta, son duri alla evoluzione della specie homo sapiens !La colpa è nostra, di noi occidentali che da decenni gli abbiamo dato troppa libertà anche nei nostri paesi. Va bene la libertà, ma, come si fa coi malati di mente gravi, prima li si cura e poi li si lascia in libertà!  ;D

Micio93

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #9 il: Luglio 05, 2013, 12:54:37 »
mah.. hanno passato quasi un secolo a cercare di prendere il potere in Egitto, e mo che ci erano riusciti non sono stati capaci di fare una mazza.. cacchi loro se mo si estingueranno eheheh

Nuvolone

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #10 il: Luglio 05, 2013, 17:52:02 »
Micio, la religione cristiana è una delle meno numerose, la loro una delle più diffuse e intransigenti, già ora siamo in minoranza...
Che la religione cristiana sia una minoranza ho dei forti dubbi; che la musulmana abbia ripreso e si stia diffondendo ... già. E questo sarebbe un fenomeno da studiare, secondo me. Una specie di inconscia resistenza psicologica dell'essere umano a voler essere davvero liberi e padroni di sé stessi? Perché è un contrasto troppo forte: da un lato un'umanità sempre più progredita scientificamente e non solo (parte del progresso morale lo dobbiamo riconoscere al cristianesimo) e dall'altra un'ottusa quanto retrograda mentalità che va contro ogni buon senso e che si diffonde? Non riesco a capire qual è la causa di una situazione così assurda. Vorrei tanto sentire il parere degli atei su questo specifico argomento.
 
« Ultima modifica: Luglio 05, 2013, 18:35:28 da Nuvola... »

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #11 il: Luglio 06, 2013, 15:52:39 »
temo che gli atei non abbiano risposte, qui si tratta più che di religione, religione e potere, e chi manovra il potere se ne frega di qualunque tipo di Dio. Qualunque religione tende al bene, di conseguenza anche l'Islam. Il problema è che nel Corano ci sono un sacco di cose che l'interpretazione dei fondamentalisti stravolge. Il martire avrà in paradiso 7 vergini a sua disposizione ( tra le altre cose) e allora è facile comprendere che "io ti prometto 7 vergini" e tu combatti per me e mi mandi al potere, sia una cosa fattibile.
 In sunto moolto sunto le cose stanno così!
L'altro problema è che l'islamismo non ha confini, ogni mussulmano è un ipotetico combattente, sia che sia indiano o nigeriano o americano o inglese. eccetra, per cui i Manovratori hanno una schiera infinita di individui ( resi fanatici) a loro disposizione.
Se hai seguito il dilagare del fondamentalismo islamico a iniziare dall'Iran, ti renderai conto che noi dobbiamo avere mooooolta paura che la sponda del Mediterraneo di islamizzi in modo pericoloso e non certo a causa della religione, ma per il semplice fatto che loro hanno il petrolio e noi no.
L'Occidente è quindi in mano loro o lo sarà ed è ricattabile o lo sarà.
Si spera nei moderati, ma essi si concretizzeranno solo quando il popolo islamico sarà stanco della loro oppressione, smetterà di essere pilotato dalla religione e prenderà in mano la politica. Se credi ti posso consigliare numerosi titoli di libri dove si narra delle atrocità perpetrata verso i dissidenti e specialmente le donne, gente che sparisce nel nulla solo per avere ascoltato un discop rock. Donne torturate solo per avere tolto il velo in pubblico o ammazzate per avere ballato sotto la pioggia sorridendo ( 16 e 17 anni e la madre).
Questo è il fondamentalismo islamico, ma non l'islamismo.
Che Dio ( uno qualunque) ce la mandi buona.
Inconscia resistenza psicologica.....noi abbiamo avuto l'illumunismo, loro no, sono rimasti indietro di secoli, sia sul piano dei diritti umani sia su molti altri e sempre a causa della religione. Noi quel periodo di fanatismo lo abbiamo passato lasciandoci alle spalle il fanatismo della Santa Inquisizione dove processavano persino i gatti sospettati di stregoneria!

Nuvolone

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #12 il: Luglio 06, 2013, 23:13:13 »
Appunto, Nihil, l’interpretazione del Corano; basterebbe un po’ di senno e di spirito critico per farsi quattro risate nel leggere la storia di questa religione ! Certo i Manovratori col pretesto della religione sono come Hitler, certo. E allora dovremmo trattarli come meriterebbero Ma io mi meraviglio di chi si fa influenzare comunque da questa religione, che siano moderati o peggio. No, Nihil, secondo me sarebbe un grossissimo errore per noi fare distinzioni tra “fondamentalismo islamico” e “islamismo”, l’uno è figlio dell’altro, e a me non piace l’islamismo in nessuna forma, neppure se dovesse essere “cristianizzato”. Basta con le religioni che ci distruggono la vita e sono un’invenzione umana atta  solo a comandare sugli altri uomini, sulle masse. Che Dio esista o no non c’entra nulla con le religioni (o almeno nella loro degenerazione), né con le violenze e le atrocità umane.  Basta con le religioni !!!!! Ormai per noi lo schifo dell'Inquisizione appartiene al lontano PASSATO, non possiamo per questo giustificare altra imbecillità e/o permettere che ci riportino indietro di secoli; dobbiamo andare avanti, non indietro.
« Ultima modifica: Luglio 07, 2013, 12:37:26 da Nuvola... »

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #13 il: Luglio 07, 2013, 07:06:13 »
he, spero che i Maya non avessero ragione, ma la vedo brutta!

Micio93

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Re:Se l’Egitto esplode? Le ragioni della crisi
« Risposta #14 il: Luglio 07, 2013, 11:07:22 »
mah.. eppure anche gli atei credono in qualcosa, ed è appunto nel credere nel niente.. chissà come cambierà la situazione geopolitica..  ;D