Autore Topic: Il trasporto marittimo e il fenomeno del "gigantismo delle navi"  (Letto 350 volte)

Faber

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L'incidente della torre di controllo del Porto commerciale di Genova, a mio avviso, si poteva evitare.
Si certamente, a condizione che il "dio denaro" non venga anteposto alla sicurezza, alle esigenze dei suoi lavoratori, alla velocità nei trasporti e con navi sempre più grandi.

Negli ultimi vent'anni, infatti, le navi mercantili e le petroliere sono aumentate in dimensione, capacità di trasporto e velocità.
Il fenomeno, tra gli addetti ai lavori, è denominato "gigantismo dei vettori marittimi".
A questo, però, quasi sempre e quasi ovunque, non ha fatto seguito un adeguamento delle dimensioni dei porti: vuoi per motivi geografici vuoi per semplici motivi legati alla scarsità di mezzi finanziari.

Il porto di Genova, ad esempio, che esiste insieme alla sua città da ben sette secoli, ha conosciuto in diverse fasi successive la sua ristrutturazione ma non il suo ampliamento negli spazi riservate alle banchine. Quelle stesse dove è avvenuto l'incidente della torre di controllo della Capitaneria di Porto.
Il controllo della navigazione all''interno dello "spazio portuale" è affidato normalmente agli uomini della Capitaneria, ai piloti, ai rimorchiatori e, infine, ai sistemi elettronici di rilevamento dei movimenti di qualunque natante nell'area d'interesse.
Ora ci si interroga sulle cause del disastro, ovviamente le conosceremo solo al termine di approfondite indagini, che riguarderanno gli uomini e i mezzi coinvolti.
Ma, al di là di questi aspetti, a Genova come altrove le necessità primarie cui tutti gli operatori del mare (a vario titolo) devono rispondere sono: maggiore capacità di trasporto, alla massima velocità ed efficienza. Esigenze che cozzano contro quelle relative alla sicurezza dei trasporti e degli operatori del mare.

Del resto, anche l'incidente dell'isola del Giglio (catastrofe che ha visto coinvolta, questa volta, una nave da crociera, il suo equipaggio e gli ospiti in vacanza, in tutto quasi 5.000 persone) è lì a ricordarci che i "giganti del mare" non possono continuare a scorrere le coste e le città italiane a distanza ravvicinata. Ricordiamoci che la stessa cosa accade ogni giorno alla "Giudecca" di Venezia presso il Canal Grande.

E' ovvio che la navigazione risente il bisogno di nuove regole meno "aperte" al libero arbitrio dei Comandanti delle navi da crociera; accordi internazionali tesi a ridimensionare o, comunque, contenere il fenomeno del "gigantismo" delle navi trasporto (specie quelle destinate alla movimentazione di gas e prodotti petroliferi), poiché le rotte del mare (significativamente denominate "autostrade del mare") sono sempre più congestionate e, quindi, pericolose.
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L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro