Innamoramento/1
Francesco Alberoni nel suo libro “
Innamoramento e amore” definisce l’innamoramento lo stato nascente di un movimento collettivo formato da due persone, caratterizzato dall’intenso coinvolgimento emotivo ed affettivo e dal desiderio sessuale. Infatti in questa fase il legame diventa più forte ed esclusivo; c’è la pretesa e l’aspettativa che il/la partner sia fedele e la gelosia è funzionale al mantenimento della relazione.
La fenomenologia dell'innamoramento è la stessa nei giovani e negli adulti, nei maschi e nelle femmine. E’ transitorio e serve come base per l’amore, ma c’è differenza tra innamoramento ed amore. Con una metafora si può paragonare l’innamoramento al fiore e l’amore al frutto.
Durante l’innamoramento c’è la passione amorosa, l’idealizzazione e l’irrazionalità.
Quanto tempo permane l’innamoramento e quando si trasforma in amore ?
La psicologa Dorothy Tennov ha fa fatto delle ricerche sul fenomeno dell'innamoramento ed ha concluso che la durata media di questa esperienza è di circa due anni. Altri, invece, dicono che duri tra i 18 ed i 30 mesi, poi confluisce nell’amore.
Chi resta ancorato all’utopia dello stato d’innamoramento finché vive, può avere difficoltà nel costruire un durevole rapporto di coppia. Un eterno innamoramento costringerebbe a vivere in simbiosi e dedizione totale. Invece nella prassi “normale” la dinamica della relazione amorosa induce, dopo un periodo, ad essere sempre più se stessi, a riavere gusti ed interessi non condivisi, ad incontrare amici trascurati, ecc.. Ciascuno dei due tende a riaffermare la propria personalità. E’ una fase che non tutte le coppie riescono a superare senza problemi, perché si passa dalla simbiosi all’autonomia, dall’identificazione con l’altro/a alla differenziazione.
Però continua la volontà di esaudire le esigenze od aspettative del/la partner ed a trasformare l’io ed il tu in un noi. Di conseguenza è necessaria la sincerità nel raccontare gli eventi significativi della propria vita, le precedenti relazioni amorose. Si storicizza la propria identità al fine di farsi conoscere meglio e farsi accogliere da chi si ama. Nel reciproco svelamento ci si mostra all'altro/a senza "maschera", con la propria fragilità e vulnerabilità.
Ci deve essere la predisposizione psicologica per diventare un "noi" con il/la partner ? Anche nelle relazioni durature spesso questo "noi" si manifesta come un "io aggrappato ad un'altro io"... forse in questi casi non ci si è "mostrati" veramente all'altro?...ma cos'è che ci limita?
Il proprio innamoramento si può percepire se si ha la predisposizione verso la recettività affettiva e non ci sono ostacoli psicologici all’attaccamento, che fa diventare importante il/la partner e ci crea l’ansia da separazione quando è lontano/a.
Se invece ci sono ostacoli psicologici l’individuo teme l’innamoramento e mantiene le distanze da tutto ciò che può costituire un "pericolo" per la propria stabilità emotiva. Ha paura di amare (“philofobia") ed attiva comportamenti che troncano ogni possibile storia d'amore nella fase dell’infatuazione.
Questa paura può manifestarsi con gli stessi sintomi di un attacco d'ansia o di panico. Le cause possono essere diverse, le più frequenti derivano da carenze affettive subìte nell’infanzia o durante l’adolescenza, oppure dalla sofferenza psicologica provocata dalla delusione amorosa nell’età adulta, con conseguente rifiuto di un nuovo innamoramento.