Autore Topic: L'iter amoroso  (Letto 26789 volte)

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #45 il: Maggio 05, 2013, 15:31:11 »

Cotta/2

Quel “grande amore” finisce… e la cotta diventa  “scottatura”.  Rimane la delusione,  spesso la nostalgia.
No, qui ti sbagli Prof, la cotta non lascia strascichi di nessun tipo, tanto meno nostalgia. Se lascia delusione e nostalgia stiamo nella fase dell'innamoramento. La cotta quando finisce predispone a nuovo entusiasmo e dona più impeto e vigore per la prossima cotta.   :happy:

Un mio  timido amico nell'età dell'adolescenza mentre era in vacanza dai nonni che abitavano in una bella località di mare sulla  costa frentana, conobbe una ragazza di quel luogo. Con lei scambiò i suoi primi baci "importanti" sulle dune di quella spiaggia dorata.

Poi giunse il mese di settembre ed il tempo del  loro ritorno a scuola, quella di lui a Roma, dove ancora risiede.

Con la fine dell'estate  gli arrivò  da lei la lettera che concludeva quella "relazione". In quegli anni non esistevano i telefoni cellulari, non c'erano i computer e per scriversi si dovevano usare amici che facevano da intermediari, perché lui non poteva scriverle a casa. Così vivevano i giovani in quel tempo. Vero Nihil ?

Nella mente del mio amico quell'estate fu indelebile.  Avevano entrambi circa 16 anni. Lui ancora parla di quei giorni d'estate:  ricorda il volo dei gabbiani, delle rondini  nel cielo sereno, il suono delle campane della chiesa sulla riviera,  l'odore della resina che colava dai tronchi degli alberi di pino marittimo sui quali continuamente stridevano le cicale in quegli afosi giorni;  gli sono rimasti impressi i colori delle cabine  e degli ombrelloni multicolori, le barche dei pescatori, il gruppo degli amici che si riunivano per suonare gli strumenti musicali e cantare.

Fu per lui un’esperienza indimenticabile ma anche deleteria perché s'intestardì con quella ragazza, forse perché incapace di "conquistare" altre coetanee. E fu coinvolto dalla nostalgia. Ancora oggi quando me ne parla si commuove. Mi dice che quel suo "strano" amore  era frammisto di elementi socioeconomici: lei era figlia di un medico e lui di un artigiano; lei frequentava la "meglio gioventù" di quella cittadina e lui proletari nella capitale, ma lei lo fece partecipare in quel gruppo, oggi noti professionisti o politici.

L'incontro con quella ragazza lo spronò per cambiare strato sociale di appartenenza. E ci è riuscito ! Ma credo che quella fu una cotta  non l'infatuazione, considerata il primo livello dell'innamoramento.


 
« Ultima modifica: Maggio 05, 2013, 15:37:16 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #46 il: Maggio 05, 2013, 16:06:01 »
Dichiarazione d’amore

L’inizio di una relazione amorosa è permeato da una condizione di bisogno dell’altro/a, poi subentra l’affettività, l’attaccamento. E  giunge il momento della cosiddetta “dichiarazione d’amore”, che deve essere sincera ed espressa al momento “giusto”,  senza forzature.

Ma qual è il momento giusto ? Quando si ama e l’amore è reciproco i due amanti lo capiscono, perciò la dichiarazione d’amore è un più. Però ci sono individui che tendono ad avere comportamenti ammiccanti ma senza la volontà della relazione amorosa. Per evitare fraintendimenti,  errori, è necessario conoscersi per valutare ed eludere il rifiuto.

Nell’adolescenza, ma non solo, l’inesperienza può condurre a “dichiararsi” alla persona che non corrisponde al sentimento offerto, oppure ci si dichiara nel  momento sbagliato, prematuro, e si riceve il “2 di picche”.

La timidezza condiziona: fa temere di non essere capace di dire “ti amo”; l’ansia fa preoccupare per l’eventuale risposta negativa; induce a non trovare il momento adatto. 

Nel nostro tempo la gioventù insicura anziché vis a vis preferisce dire “ti amo” tramite telefono o  scriverlo nella e-mail.  Sanno che è una frase importante, impegnativa. 

La psicologa canadese Rose-Marie Charest nel suo libro “La dynamique  amoureuse entre désirs et peurs” spiega che la dichiarazione d’amore, se gradita dall’interlocutore/trice, fa finire tra i due la fase esplorativa della reciproca conoscenza e fa cominciare la relazione d’amore.

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #47 il: Maggio 05, 2013, 16:37:42 »

L'incontro con quella ragazza lo spronò per cambiare strato sociale di appartenenza. E ci è riuscito ! Ma credo che quella fu una cotta  non l'infatuazione, considerata il primo livello dell'innamoramento.
Ma poi se l'è sposata quella ragazza ? Io conosco qualche coppia che si è sposata pur provenendo da strati sociali molto differenti.

Ok, allora peggio ancora. sono rimasta allo stadio dell'infatuazione ! Sono un disastro !
Una ritardata affettiva ...  :'(
« Ultima modifica: Maggio 05, 2013, 16:41:44 da Nuvola... »

nihil

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #48 il: Maggio 06, 2013, 07:59:45 »
Dottore, sposterei il topic volentieri, se sapessi come si fa, ma ho paura che mentre armeggio, sparisca tutto. Meglio allora leggerti qui. Vedrò se Brunello ci riesce, è più pratico di me. :rose:

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #49 il: Maggio 06, 2013, 11:23:13 »
ma una persona “burlona” ha “colpito” il mio computer con un malware e non mi appariva più né la sezione né ciò che avevo scritto.
Beh, ora voglio sapere chi è il burlone che ha colpito il computer di Stranamore  :mah: 
« Ultima modifica: Maggio 06, 2013, 12:17:15 da Nuvola... »

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #50 il: Maggio 06, 2013, 11:52:32 »
Ah bene! Speriamo che il Prof visualizzi bene ora e si accorga che è stato spostato il topic !  :D 
« Ultima modifica: Maggio 06, 2013, 12:14:55 da Nuvola... »

nihil

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #51 il: Maggio 06, 2013, 20:11:57 »
bravo Brunello!
 :rose:

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #52 il: Maggio 06, 2013, 21:22:34 »
 Anche "Stranamore" ringrazia Brunello per la pazienza e la cortesia dimostrata. ahuh

 Il ""dottor Stranamore  (Dr. Strangelove)  è un film del 1964 prodotto e diretto da Stanley Kubrick, liberamente tratto dal romanzo Allarme rosso (Red Alert, 1958) di Peter George. Il tema è apocalittico basato sull’olocausto nucleare.  :o :happy:

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #53 il: Maggio 07, 2013, 01:01:22 »
Affetto/affettività.

Ci sono persone che  nel rapporto di coppia dicono soltanto ”ti voglio bene”, anche se intendono esprimere lo stesso sentimento di chi dice  “ti amo”.  Queste due esclamazioni hanno la stessa valenza ?

Nella lingua latina c’è la distinzione tra voler bene, amare e desiderare: diligere, amare, cupere.

Nel nostro tempo con la frase “voler bene” intendiamo di solito la propensione verso la benevolenza, uno stato d’animo che sprona a volere il bene e non il male del/la partner, di familiari ed amici.

Invece il “ti amo” è di solito rivolto al compagno od alla compagna, implica un coinvolgimento emotivo e sentimentale più profondo. Comprende l'attrazione sessuale (che è alla base della formazione della coppia), il desiderio sessuale, la progettualità del futuro insieme.

Sul significato di amare ed amore discetterò in altri post. Ora preferisco disquisire sui vocaboli “affetto” ed “affettività”.
 
Molti adoperano indifferentemente i termini affetto ed affettività.  I due vocaboli  sono semanticamente differenti.
La parola affetto deriva dal latino “adfectus”, participio passato del verbo “adficere”. Il lemma è composto da “ad”  (= a) e “fàcere” (= fare, agire),  significa "fare qualcosa per"…

L’affetto è un sentimento, un legame affettivo  con una persona, un animale od altro. Viene manifestato con la tenerezza, l’attaccamento, la bontà; di solito è privo di pulsioni sessuali. 

L’Affettività, invece, indica la capacità di provare  affetti.

L’affettività viene strutturata fin dalla nascita, ed  è orientata verso le persone più significative, come la madre, poi il padre.

Se il bambino riceve l’affetto e le cure necessarie, durante la crescita orienta  la sua affettività verso altri familiari e successivamente verso figure esterne. Se invece cresce con carenze affettive  il bambino soffre e può avere disturbi nella maturazione psicologica, problemi nell’età adulta nelle relazioni sociali, timore di non meritare affetto, amore.

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #54 il: Maggio 08, 2013, 00:23:13 »
Scelta del/la partner/1

La vita è fatta di scelte che determinano le nostre azioni.

Possiamo  anche non scegliere. Ma evitare la scelta significa accettare che siano gli eventi o gli altri a scegliere per noi.

La tirannia della scelta a volte ci dà la sensazione di inadeguatezza, insicurezza. Si teme di sbagliare con la conseguente sofferenza per uno dei due o per entrambi. Ma gli sbagli fanno parte della vita.
 
Le scelte si basano sulle proprie esperienze,  le necessità, lo stato emotivo, sulle informazioni che abbiamo riguardo le alternative, sulla comprensione delle conseguenze.

Di solito per la scelta del/la partner ci basiamo su più elementi:l’attrazione sessuale, il feeling, le affinità, i valori condivisi,  la stima, la fiducia.

L’aspetto attraente, unito all’intelligenza, la simpatia, la cura della persona e la cultura, sono i primi elementi che vengono considerati nelle prime fasi dell’iter amoroso.

Le ricerche psicosociali dirette dallo psicologo statunitense Robert Zajonc hanno evidenziato che i frequenti incontri ed il dialogo aiutano a superare i timori verso la persona che ci attrae, le informazioni che acquisiamo ci dicono se ci possiamo fidare. Poi si valutano anche altri indicatori: l’ambiente sociale di appartenenza, la complicità erotica e sessuale, che può esserci o meno, e se ne traggono le conseguenze.

Ci sono individui che per incapacità o per  sfortuna  non riescono ad incontrare la persona da amare ed essere amati  e si accontentano di un soggetto disponibile, col rischio d’insoddisfazione per l’errata scelta.

Nella selezione cosa cerca la donna in un uomo ? Dipende dal fine: rapporto occasionale ? Convivenza ? Matrimonio ? Famiglia ?
Per l’amore di coppia la femmina vorrebbe nell’uomo dei requisiti: l’attrazione fisica (favorisce il desiderio sessuale), che sia seducente, educato, gentile premuroso, sincero, affidabile, sicuro di sé,  cordiale, sorridente, fantasioso, comunicativo, che sappia virilmente amare. Sono pretese eccessive ? Quando comprendono di aver incontrato la persona “giusta” entro di loro dicono: “Ci siamo, è lui ! E’ il mio uomo !” Ogni donna ama sentirsi unica per il suo partner,  come un'opera d'arte. Solo l'”intenditore” la capisce, ne coglie gli aspetti profondi e ne tiene conto più dell'apparenza. La fa sentire speciale.

Ed un uomo come sceglie la partner ? Anche per lui dipende dal fine. Ognuno sceglie con un criterio personale. Di solito opta per chi lo ama e lo valorizza. Se il fine è il matrimonio e la costruzione di una famiglia vuole  come moglie una “brava ragazza”.
Ma com’è una “brava ragazza” ? Un amico virtuale mi ha inviato una mail per dirmi che quando pensò di creare una relazione d’amore a lungo termine meditò sulle caratteristiche della possibile partner: “La volevo attraente ma non appariscente, perché ero insicuro e geloso; non sarei riuscito a stare tranquillo con una ragazza bella, “vistosa”. Soltanto con l’esperienza e nella maggiore età ho capito che quando una donna ama veramente non tradisce il partner.

Altri elementi caratterizzanti che cercavo nella “brava ragazza”, secondo il mio punto di vista: non doveva avere un passato di “nave scuola”;  non doveva fumare, perché non sopporto l’alito di una fumatrice; doveva essere allegra, sarcastica, intelligente; preferibilmente impiegata ed economicamente autonoma, astemia, non dedita all’uso di droghe, capace di evolvere ad un ottimo livello nella sessualità.”


Dopo aver letto la mail dell'amico virtuale sulle caratteristiche della “brava ragazza” ho riflettuto:il punto è che brava o non brava, inizialmente si guarda se una piace, idem le donne verso gli uomini. Poi con la conoscenza viene tutto il resto.
Mi sono anche chiesto qual è il prototipo della “cattiva ragazza” ? Quella poco fedele, profittatrice ed insensibile ? O quella che si fa rispettare ed a volte è un po' troppo intransigente ?

Non si può generalizzare perché le scelte sono condizionate dall’ambiente sociale in cui si vive, dal livello d’istruzione, dai tratti caratteriali, etc..

La scelta fa nascere la coppia e la formazione dell’identità di coppia. I due individui condividono aspetti emotivo-sentimentali, sessuali e socioeconomici.

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #55 il: Maggio 09, 2013, 08:22:08 »
Scelta del/la partner/2

Attrazione e scelta. Incontrarsi e formare una coppia.

Si cerca l'uomo ideale, la donna ideale, ma la maggior parte delle persone ottiene il/la partner cui può ragionevolmente aspirare.

Chi non si trova in posizione di vantaggio in fatto di bellezza, status sociale od economico deve accontentarsi. Le donne cosiddette “brutte” e gli uomini poveri incontrano più difficoltà per l'accoppiamento.

Altri selezionano privilegiando la personalità dell'individuo e non l’iniziale e necessaria attrazione fisica. Passano gli anni e poi si lamentano perché insoddisfatti  dell'aspetto  del compagno o della compagna, pur rimanendo la reciproca stima, l’affetto, forse l’amore.

Preferiscono  in lui/lei la  somiglianza con i propri stati emotivi, la complementarietà dei tratti caratteriali, la simile posizione socioeconomica, i medesimi interessi culturali, la simpatia, basata sull’empatia e le affinità. 

Nella  reciprocità  le donne cercano il confronto  e la collaborazione con l'uomo  per ricomporre l'uguaglianza/parità e la differenza/diversità per l’equilibrio del rapporto uomo/donna nella mutualità  e la valorizzazione della relazione.

Con la reciprocità ciascuno accetta l'altro/a per quello che è e non per quello che vorrebbe che fosse.

Sulla reciproca scelta tra partner ci sono varie spiegazioni.

Il biologo e naturalista  Charles Robert Darwin nel suo  elaborato pubblicato nel 1871 col titolo  “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale” distinse  due componenti:  la “selezione intrasessuale” (la tendenza dei maschi a competere tra loro per la conquista delle femmine, o viceversa) e la “selezione intersessuale” (la tendenza degli appartenenti di uno stesso sesso a preferire come partner determinati individui del sesso opposto).
Darwin denominò la selezione intersessuale “la scelta femminile”, perché aveva notato che fra gli animali le femmine sono più esigenti dei maschi nella scelta del partner.

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #56 il: Maggio 09, 2013, 11:56:01 »
Anche qui, a leggere attentamente,  vi sono espresse molte idee di tipo maschilista e sessista. È vergognoso e pericoloso, specialmente se nessuno si ribella o neppure lo nota. Donne ribelliamoci, poiché stiamo tornando indietro, se continuiamo così, con i tanti immigrati dalla mentalità molto arretrata come i musulmani, tra qualche decennio ci ritroveremo tutte col burka obbligatorio prigioniere negli harem.

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #57 il: Maggio 09, 2013, 13:24:41 »
Nuvola, non esagerare !

Non sono un becero maschilista !

Quando sei nervosa evita di leggere i miei post.

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #58 il: Maggio 09, 2013, 14:25:19 »
Nuvola, non esagerare !

Non sono un becero maschilista !

Quando sei nervosa evita di leggere i miei post.
Ecco, anche questa è una battuta maschilista. Sto semplicemente esprimendo la mia indignazione.

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #59 il: Maggio 10, 2013, 08:53:24 »
Scelta del/la partner/3

In tutte le culture ci sono cinque caratteristiche che di solito vengono considerate dagli individui per la scelta del/la partner ideale: reciproca attrazione, simpatia, stabilità emotiva, intelligenza, fiducia. Le donne che si ritengono fedeli cercano  mariti fedeli, gli uomini che pensano di poter  svolgere bene il ruolo di genitore  vogliono  per moglie la donna che  ama la famiglia.  Questo bisogno  di affinità nel/la partner si espande ad altre qualità: gli ambiziosi desiderano partner ambiziosi, quelle ricche cercano partner ricchi, ecc.. E’ una gara di caccia. Ma chi è il cacciatore e chi la “preda” ?

Il sociologo Francesco Alberoni nei suoi “Appunti sull’amore” ha fra l’altro scritto: “Si è sempre detto che l’uomo è cacciatore, mentre la femmina tende a trattenerlo e costruire il nido. Balle, la femmina è una straordinaria cacciatrice, migliore anzi del maschio. Perchè il maschio è poco selettivo, guarda alla quantità piuttosto che alla qualità. Egli cerca di diffondere il suo seme nel maggior numero possibile di femmine. La femmina invece è molto selettiva, caccia solo i maschi più belli, più intelligenti, più audaci, più ricchi e più forti. Ed è abilissima nel conquistarli. Lo fa da milioni di anni nonostante tutti i vincoli e le leggi maschili per frenarla. Ed è stata una fortuna, perché immaginate come sarebbe andata a finir male l’evoluzione della specie umana se avesse scelto quelli più brutti, poveri, stupidi e paurosi.”

Nel mondo animale, che comprende anche gli umani, la femmina se ha la possibilità  di scegliere  il partner in un gruppo di maschi si orienta verso il soggetto migliore per prestanza fisica oppure verso il maschio leader, indicato in etologia come    “maschio alpha”. Ci sono anche “femmine alpha” che dominano le altre femmine.

Fra gli umani il maschio alfa è di bell’aspetto e di elevato status socioeconomico. Invece il maschio beta è considerato un mediocre e meno attraente.

La donna viene attratta sessualmente da maschi alfa perché inconsciamente li considera meglio dotati geneticamente per generare la prole più sana e robusta.

L'uomo alfa ha elevata autostima, capacità di scelte e di organizzazione,  esplica la propria leadership con la collaborazione degli altri, senza autoritarismo. Il suo impeto può essere attenuato solo da una femmina di tipo alfa che ha lo stesso potere.