Autore Topic: L'iter amoroso  (Letto 26780 volte)

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #75 il: Maggio 19, 2013, 21:56:55 »
Infatuazione/3

Ovviamente ci sono individui da evitare per il progetto di vita insieme:  i megalomani,  gli avari, i gelosi patologici, i narcisisti. Con il loro comportamento, le loro ossessioni e il loro modo di essere, sono causa d’infelicità del/la partner  e capaci di far naufragare anche il più deciso tentativo di rapporto duraturo.
e io a quale tipo di individuo appartengo: Megalomane, avaro, geloso patologico o narcisista?   :mah:

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #76 il: Maggio 21, 2013, 09:06:53 »
Attaccamento affettivo/1

Nella fase dell’infatuazione se c’è la reciproca intenzione di far progredire il rapporto verso l’amore,  entra in azione l'affettività, che evolve nell'attaccamento e nella pienezza dell’innamoramento, determinante per la relazione di coppia a lungo termine.

Le prime ricerche scientifiche sui legami affettivi furono dello  psicoanalista  britannico John Bowlby, il quale indagò i comportamenti che contribuiscono alla formazione dell’attaccamento fra due persone, come quello del neonato con la madre o con chi l’accudisce, il caregiver. 

L’attaccamento è selettivo, viene manifestato verso un determinato individuo  ed implica la ricerca della vicinanza fisica, come nelle relazioni amorose.

Gli psicologi Cindy Hazan e Philp R. Shaver  nel 1987 ipotizzarono il collegamento fra attaccamento ed amore nella coppia e fecero delle ricerche che confermarono la similitudine tra l’attaccamento del bambino verso la madre  e quello tra i due partner.  L’esito dell’indagine fu descritto nell’articolo titolato “Romantic Love conceptualized as an attachment process”.

Altre osservazioni di Cindy Hazan e Debra Zeifman, pubblicate nel 1999, servirono per verificare empiricamente l’ipotesi di Bowlby, secondo la quale lo schema di attaccamento che si struttura nella psiche del bambino rimane attivo negli individui attraverso gli anni. Perciò è molto importante che  fin da piccoli il legame affettivo evolva in modo adeguato, poiché influenza la personalità e il modo di relazionarsi con gli altri.

A seconda del tipo di attaccamento avuto nell’infanzia è possibile prevedere quale tipo di partner sceglierà l’individuo quando sarà adulto, perché si tende  a scegliere il/la partner che ha un sistema di attaccamento compatibile con il proprio.

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #77 il: Maggio 21, 2013, 13:55:33 »
Tu credi che sia proprio così? Mah.  Certo però, noi INDIVIDUI siamo parecchio complicati !  :)

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #78 il: Maggio 22, 2013, 08:57:35 »
Attaccamento affettivo/2

Un’allieva di  John Bowlby,  la psicologa statunitense Mary Ainsworth,  studiò le interazioni madre-figlio in bambini tra i 12 ed i 18 mesi di età per comprendere l’organizzazione dell’attaccamento in età infantile tramite una situazione sperimentale  in otto fasi, definita “strange situation”, in cui venivano osservate le risposte psicologiche dei bambini, il loro stile di comportamento in tre diverse situazioni,  mentre erano in una stanza con i giocattoli, la presenza di un adulto estraneo e la propria madre. I tre momenti erano: quando la genitrice si allontanava; quando il bambino rimaneva nella stanza con l’estraneo ed i giochi;  quando ritornava la mamma. 
La ricercatrice individuò due pattern  o tipi di attaccamento: quello sicuro e quello insicuro. Il modello “insicuro” ha delle varianti o stili:  “insicuro evitante/distanziante”, “insicuro ansioso/ambivalente” ed “insicuro disorientato/disorganizzato”.

Attaccamento "sicuro": i bambini che sviluppano l’attaccamento”sicuro”  diventano adulti capaci di impegnarsi affettivamente con partner che manifestano lo stesso  stile di attaccamento sicuro. 

Attaccamento “insicuro”: i soggetti con l’attaccamento “insicuro” da adulti  tendono a scegliere il/la partner con stile di attaccamento insicuro.

Stile di attaccamento "insicuro evitante/distanziante”: ha questo stile chi da bambino ha la deludente esperienza di avere la madre incapace di amarlo. Questi sfortunati individui non riescono a comprendere bene l’affettività. Pensano di non meritare l’amore, specie quello passionale, e cercano di non farsi troppo coinvolgere dalla relazione di coppia per evitare delusioni o rifiuti.

Stile di attaccamento “insicuro ansioso/ambivalente”: questi soggetti  sperimentano da bambini la relazione con una madre imprevedibile che non esaudisce subito le richieste  di aiuto e conforto, ed elaborano un modello di attaccamento definito "ansioso evitante". Crescono con la convinzione di poter essere amati solo in modo discontinuo, ad intermittenza, perciò tendono ad avere più storie d’amore.
Idealizzano il/la partner, pensano di aver incontrato la persona “giusta”, poi col tempo si accorgono che il compagno o la compagna ha dei tratti caratteriali o comportamenti per loro detestabili. Si rendono conto di aver sbagliato la scelta del/la partner, cominciano a soffrire, la delusione li può spingere alla gelosia, alla separazione.
 L’individuo "insicuro-ambivalente" rimane nella fase dell'innamoramento. Per lui è difficile il passaggio successivo, quello dell’amore.

Stile  di attaccamento  “insicuro disorganizzato e disorientato”: questa tipologia è collegata a maltrattamenti ed abusi sul bambino da parte della madre o del/la caregiver. Le negative  esperienze pregresse condizionano questi soggetti nell’età adulta. Spesso sono incapaci di scegliere partner affidabili, rischiano di farsi coinvolgere in relazioni con persone aggressive, violente. Ma anche loro tendono ad avere modalità comunicative distanzianti nei confronti del/la partner e dei figli.

C’è anche l’attaccamento patologico che ha caratteristiche simili al disturbo ossessivo/compulsivo. Tale tipologia è denominata “limerence”: neologismo  ideato  nel 1977 dalla psicologa statunitense Dorothy Tennov (1928 – 2007) per definire un aspetto “malato” dell’amore, descritto nel suo libro  “Love and limerence: the experience of being in love”, pubblicato nel 1979. 
Le principali caratteristiche del limerence sono:
pensiero ossessivo ed intrusivo (detto limerent) verso la persona amata;
timore del rifiuto;
intensificazione dell'attaccamento nelle avversità;
attenzione selettiva a qualsiasi azione che può essere interpretata come sentimento d’amore ricambiato da parte della persona amata.

piccolofi

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #79 il: Maggio 22, 2013, 16:41:58 »

Che belle quelle poesie che hai rievocato, Stranamore!  Bellissime.
Certo piu' del sale e del dispetto e delle punzecchiature.
Quello che scrivi e' sempre interessante, ma certo sarebbe uno stimolo anche l'apporto di altri a livello di testimonianza.  Temo pero' che, di fronte al tuo trattato, ci si senta quasi di intrudere, di rompere il piano snodarsi della esposizione.
E cosi'...per parte mia leggo, ogni tanto, e sorrido alle brevi capatine di altri.
A occhio e croce l'ideale sarebbe, dopo un tuo " capitolo " letto a una cerchia di ascoltatori, sentire un po' cosa ne pensano gli altri, aprire un dibattito, ma discreto, non urlato, senza gomitate.
Tanto mi sa che l'iter amoroso non e' uguale per tutti e dipende dalla storia pregressa di ognuno e dalle variabili psicologico-caratteriali.
Non per niente ci sono varie teorie sulle cause e le tappe dell'incontrarsi.
Ma forse tu ti appaghi di scrivere. Riunire le tue cognizioni, riflettere e poi scrivere : e' cosi'?
Io non mi scandalizzo.  Sono sempre stata convinta che ognuno partecipa e contribuisce come puo' e come vuole.  Niente obblighi, niente rotaie.

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #80 il: Maggio 22, 2013, 17:17:54 »
Dottorstranamore, non ti sei accorto del mio "attaccamento affettivo" verso i tuoi scritti, e te neanche  rispondi?  abow
« Ultima modifica: Maggio 22, 2013, 17:19:52 da Nuvola... »

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #81 il: Maggio 22, 2013, 17:25:22 »

   C.v.d.
   Plaffete!
   Eccome se se n'è accorto, stai tranquilla, ma ha tutta l'aria di fare come il riccio e tener duro..

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #82 il: Maggio 22, 2013, 17:50:32 »
Dottorstranamore, non ti sei accorto del mio "attaccamento affettivo" verso i tuoi scritti, e te neanche  rispondi?  abow




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Re:L'iter amoroso
« Risposta #83 il: Maggio 22, 2013, 18:07:43 »
...l'iter amoroso non e' uguale per tutti e dipende dalla storia pregressa di ognuno e dalle variabili psicologico-caratteriali.
Non per niente ci sono varie teorie sulle cause e le tappe dell'incontrarsi.


Per quanto ne so nell'iter amoroso le variabili sono riconducibili entro "contenitori", comunemente dette fasi, che conducono all'amore di coppia

Citazione
Ma forse tu ti appaghi di scrivere. Riunire le tue cognizioni, riflettere e poi scrivere : e' cosi'?
Si è così. 
Metto ordine nelle mie cartelle "amorose" e pubblico i post nel forum con la speranza che possa essere utile a qualcuno. 

Citazione
Io non mi scandalizzo.  Sono sempre stata convinta che ognuno partecipa e contribuisce come puo' e come vuole.  Niente obblighi, niente rotaie.

Sono d'accordo con te. Lo so i miei scritti deviano dalla prassi ma non fanno del male a nessuno.

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #84 il: Maggio 23, 2013, 08:25:05 »


Innamoramento/1

Francesco Alberoni nel suo libro “Innamoramento e amore”  definisce l’innamoramento lo stato nascente di un movimento collettivo formato da due persone, caratterizzato dall’intenso coinvolgimento emotivo ed affettivo e dal desiderio sessuale. Infatti in questa fase il legame diventa più forte ed esclusivo; c’è la pretesa e l’aspettativa che il/la partner sia fedele e la gelosia è funzionale al mantenimento della relazione.

La fenomenologia dell'innamoramento è la stessa nei giovani e negli adulti, nei maschi e nelle femmine. E’ transitorio e serve come base per l’amore, ma c’è differenza tra innamoramento ed amore. Con una metafora si può paragonare l’innamoramento al fiore e l’amore al frutto.

Durante l’innamoramento c’è la passione amorosa, l’idealizzazione e l’irrazionalità.

Quanto tempo permane l’innamoramento e quando si trasforma in amore ?

La psicologa Dorothy Tennov ha fa fatto delle ricerche sul fenomeno dell'innamoramento ed ha concluso che la durata media di questa esperienza è di circa due anni. Altri, invece, dicono che duri tra i 18 ed i 30 mesi, poi confluisce nell’amore.

Chi resta ancorato all’utopia dello stato d’innamoramento finché vive,  può avere difficoltà  nel costruire un durevole rapporto di coppia. Un eterno innamoramento costringerebbe a vivere in simbiosi  e dedizione totale. Invece nella prassi “normale” la dinamica della relazione amorosa   induce, dopo un periodo, ad essere sempre più se stessi, a riavere gusti ed interessi non condivisi, ad incontrare amici trascurati, ecc.. Ciascuno dei due tende a riaffermare la propria personalità.  E’ una fase  che non tutte le coppie riescono a superare senza problemi, perché si passa dalla simbiosi all’autonomia, dall’identificazione con l’altro/a alla differenziazione.

Però continua la volontà di esaudire le esigenze od aspettative del/la partner ed a trasformare l’io ed il tu in un noi. Di conseguenza  è necessaria  la sincerità nel raccontare  gli eventi significativi della propria vita, le precedenti relazioni amorose. Si storicizza la propria identità al fine di farsi  conoscere meglio  e farsi accogliere da chi si ama.  Nel reciproco svelamento  ci si mostra all'altro/a senza "maschera",  con la propria fragilità e vulnerabilità.

Ci deve essere la predisposizione psicologica per diventare un "noi" con il/la partner ? Anche nelle relazioni durature  spesso questo "noi" si manifesta come un "io aggrappato ad un'altro io"... forse in questi casi non ci si è "mostrati" veramente all'altro?...ma cos'è che ci limita?

Il proprio innamoramento si può percepire se si ha la predisposizione verso la recettività affettiva e non ci sono ostacoli psicologici all’attaccamento, che fa diventare importante il/la partner e ci crea l’ansia da separazione quando è lontano/a.

Se invece ci sono ostacoli psicologici l’individuo teme l’innamoramento e mantiene le distanze da tutto ciò che può costituire un "pericolo" per la propria stabilità emotiva. Ha paura di amare (“philofobia") ed attiva comportamenti che troncano ogni possibile storia d'amore  nella fase dell’infatuazione.
Questa paura può manifestarsi con gli stessi sintomi di un attacco d'ansia o di panico.  Le cause possono essere diverse, le più frequenti derivano da carenze affettive subìte nell’infanzia o durante l’adolescenza, oppure dalla sofferenza psicologica provocata dalla delusione amorosa nell’età adulta, con conseguente rifiuto di un nuovo innamoramento.

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #85 il: Maggio 23, 2013, 15:22:53 »
E ma è lungo l'iter amoroso... quando finisce tutto l'iter,sarà passata la voglia !  ;D
« Ultima modifica: Maggio 24, 2013, 06:57:04 da Nuvola... »

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #86 il: Maggio 24, 2013, 06:50:33 »
Innamoramento/2

L’innamoramento è un’esperienza che assorbe molte energie, può distogliere dagli studi, dal lavoro, dai traguardi personali, ma è anche un completamento, consente l’intimità, la condivisione di desideri e progetti.

L’idealizzazione e le proiezioni inducono a considerare in modo irrazionale l’altro/a. Ma col passar del tempo l’idealizzazione si attenua e  nel/la partner si cominciamo a notare i  suoi limiti, che non tutto è bello o va bene.  Limiti e “difetti” vengono accettati se l’innamoramento evolve verso l’amore, se invece  sono condizionanti  il processo amoroso “naufraga”.

Ci sono individui che in modo pretestuoso cominciano a criticare le “carenze” del/la partner per concludere la relazione, tenendo nascosta la loro incapacità di far confluire il loro innamoramento nell’amore. 
 
Altri per vari motivi non progrediscono verso l’amore ma non vogliono interrompere la relazione: per convenienza economica, per timore della solitudine od altro.  Si accontentano di sostare nell’insoddisfacente rapporto di coppia per opportunità. Non è innamoramento, non è amore ma bisogno: “ti amo, a modo mio,  perché ho bisogno di te”. Il vero amore invece fa dire: ”ho bisogno di te perché ti amo”.

L’innamoramento esige la “simbiosi “ con la persona amata, ma se ci si innamora di chi non ci ama l’innamoramento è come un inutile fuoco.

Sono tanti gli individui che amano il/la partner ma non vengono amati come vorrebbero dal compagno o dalla compagna. Soffrono, sono delusi.

La  delusione amorosa può essere superata soltanto con un altro innamoramento, ma ricambiato, oppure dedicandosi ad un’attività  che soddisfa. Così fece lo scrittore Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832). Nel 1772 si recò a  Wetzlar, dove il 9 giugno  conobbe Charlotte Buff, fidanzata con l’avvocato Johann Christian Kestner.
Goethe frequentava quasi giornalmente la ragazza, perché si era innamorato di lei,  ma la sua assiduità provocò la reazione di Charlotte, la quale il 16 agosto gli disse di non sperare altro che l’amicizia. Lo scrittore, deluso, l’11 settembre andò via da Wetzlar pensando al suicidio, poi mentalmente lo metabolizzò nel romanzo “I dolori del giovane Werther”, scritto due anni dopo.
     

Charlotte Buff Kestner

Un altro esempio è quello del filosofo  Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844 – 1900), che nel  1882 a Roma conobbe  la giovane  studentessa russa Lou von Salomé.  Nel mese di maggio di quell’anno andarono insieme al lago d’Orta (prov. di Novara) e Nietzsche le disse che voleva sposarla,  ma lei rifiutò la proposta di matrimonio. Deluso,  si dedicò  alla scrittura del libro filosofico/morale “Così parlò Zarathustra”. 

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #87 il: Maggio 24, 2013, 07:23:55 »

Un altro esempio è quello del filosofo  Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844 – 1900), che nel  1882 a Roma conobbe  la giovane  studentessa russa Lou von Salomé.  Nel mese di maggio di quell’anno andarono insieme al lago d’Orta (prov. di Novara) e Nietzsche le disse che voleva sposarla,  ma lei rifiutò la proposta di matrimonio. Deluso,  si dedicò  alla scrittura del libro filosofico/morale “Così parlò Zarathustra”.
Non sarà mica per questo che ci dedichiamo alla scrittura?  eeek  :mah:
« Ultima modifica: Maggio 24, 2013, 07:47:33 da Nuvola... »

piccolofi

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #88 il: Maggio 24, 2013, 21:32:32 »

Questa è buona  :D

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #89 il: Maggio 25, 2013, 08:29:43 »
Innamoramento/3



Dal punto di vista evolutivo l’innamoramento serve per unire un uomo ed una donna, indurli al rapporto sessuale per farli procreare e  poi dedicarsi alla prole.  E’ un meccanismo psicologico ancestrale per garantire la continuità della specie umana. Ma non è soltanto un meccanismo  psicologico. Quando ci innamoriamo nel nostro organismo avvengono  anche fenomeni fisici e reazioni biochimiche attivate da neurotrasmettitori, neuromodulatori ed altre sostanze, come i feromoni, prodotti da ghiandole esocrine.  Negli individui i  feromoni sessuali  vengono scambiati per contatto o per stimolo olfattivo e  provocano interesse sessuale nell’altro/a. Infatti l’odore che disperdono tali feromoni è percepito dagli esseri umani attraverso l’olfatto e stimola il desiderio sessuale.

Un altro ormone induce alla dipendenza affettiva: la feniletilamina, detta anche “Pea”; èun neurotrasmettitore della classe delle anfetamine, come tale dà dipendenza  ai partner durante l’innamoramento e favorisce la sintesi del testosterone, l’ormone del desiderio sessuale, presente nell’uomo e nella donna. Nel maschio sincronizza il desiderio sessuale con l'attività copulatoria e durante la crescita dell'individuo sviluppa l’apparato genitale, fa crescere la barba, influisce nella distribuzione dei peli sul corpo,  sul timbro della voce e sulla muscolatura.

La feniletilamina è collegata anche con la dopamina: è un neurotrasmettitore prodotto in diverse aree del cervello e svolge vari ruoli; viene rilasciata in modo preminente durante le situazioni piacevoli, per esempio nell’attività sessuale e l’alimentazione; inoltre, produce l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna.

Un altro neurotrasmettitore  è la noradrenalina, molecola presente nell’ipotalamo e nel sistema limbico.  Viene rilasciata quando un evento attiva dei cambiamenti fisiologici.

Come ormone la noradrenalina  regola l’adrenalina,  che determina l’aumento del battito cardiaco, della respirazione e della pressione sanguigna.

Un ormone  neuromodulatore prodotto nell’ipofisi è l’ossitocina. Nelle donne stimola le contrazioni della muscolatura liscia dell'utero per favorire il parto ed attiva le cellule dei dotti lattiferi delle mammelle.

L’ossitocina  è detta “ormone dell’amore” perché agisce durante l'attività sessuale.