Seduzione/3
Due noti allumeurs furono Giacomo Casanova ed il mitico "Don Giovanni": individuo reale il primo, immaginario il secondo.
Giacomo Casanova (1725 – 1798) in ogni donna di cui s’”innamorava” scorgeva l’unico vero amore della sua vita, ma non era capace di un legame a lungo termine. Con loro era comprensivo, affettuoso, interessato alla loro vita.
Invece l’altro “tombeur de femmes” fu il leggendario “Don Giovanni”, inventato nel 1630 dallo scrittore spagnolo Tirso de Molina per il suo romanzo “El burlador de Sevilla y convidado de piedra” ( = L’ingannatore di Siviglia ed il convitato di pietra). Questo testo successivamente fu rielaborato dal commediografo ed attore teatrale francese Moliere, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin (1622 – 1673).
Un’altra versione del “Don Giovanni” fu quella del librettista e drammaturgo Lorenzo Da Ponte (1749 – 1838), usata dal musicista Wolfgang Amadeus Mozart per l’opera lirica in due atti titolata “Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni”, che ama la seduzione e non la relazione d’amore. E’ un ingannevole seduttore seriale che trasgredisce le norme morali e tende a dileguarsi dopo la conquista della “preda” femminile perchè è incapace di amare.
Nel melodramma di Mozart, don Giovanni compare spesso mascherato. Il suo travestimento simboleggia l’inganno, perché per sedurre si presenta in modo diverso da quello che è: insicuro, narcisista, che cerca conferme per la propria autostima tramite comportamenti seduttivi finalizzati alla conquista ma non alla relazione amorosa con la donna. Questi sono gli elementi costanti del cosiddetto "dongiovannismo", riscontrabili nell’allumage maschile e femminile.
La parola seduzione viene usata più dalle donne che dagli uomini, i quali sono soliti utilizzare la parola "conquistare"… termine bellico, per la conquista da parte del guerriero di territori contesi da altri.
Ma come seducono le femmine ? Ed i maschi ? Entrambi nell'approccio usano molto lo sguardo, la mimica facciale, secondo una ricerca sperimentale inglese.
Ci sono donne che riescono ad attrarre gli uomini “senza volerlo”, altre, nonostante le imperfezioni, s’impegnano per essere seducenti e curano il trucco, l’abbigliamento. Ad usare tale forma di seduzione sono quasi sempre le insicure, convinte di non valere abbastanza. La certezza interiore di non “saperci fare” è l’ostacolo maggiore alla conquista.
Se hanno un alto livello di autostima, di fiducia in se stesse, si mostrano sicure, come se dicessero: “guardami, sono bella !”
Sono numerose quelle che gradiscono i maschi sensuali e disinibiti. Sono sedotte dall'erotismo delle parole, dal tono della voce, dall’aspetto fisico.
Invece gli uomini preferiscono quelle che con il loro corpo suscitano l’immaginario erotico, fanno intuire.
La voce, le labbra, gli occhi, i capelli,i seni, le gambe, i glutei, le scarpe con i tacchi a spillo sono solitamente le parti femminili che seducono l’uomo. Ma sono soggettive. Ciò che può essere seducente o affascinante per una persona forse non lo è per un’altra.
Seduzione, fascino, sex-appeal sono sinonimi. Vanno oltre la fisicità. Sono una forma di comunicazione. Giocano col piacere, con l’apparenza, l’ erotismo, con la capacità di rispondere ai desideri dell’altro, provocando emozioni intense. Il corpo seducente ha malìa, mobilita i processi cognitivi del sedotto, evoca il desiderio, non solo fisico, ma mentale ed immaginativo, in un gioco fra lo svelarsi ed il nascondersi.
Il sex-appeal non è soltanto un richiamo sessuale, ma coinvolge tutto il corpo nei suoi messaggi erotici: dalla voce ai gesti, dalla bocca allo sguardo. Gli occhi rivelano le emozioni, possono stabilire un dialogo muto, il feeling con la persona che ci piace.