Autore Topic: L'iter amoroso  (Letto 26766 volte)

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #15 il: Aprile 05, 2013, 08:39:16 »
Attrazione fisica/9

Sovente capita di non rimanere attratti al primo incontro, ma se casualmente ci sono occasioni per  rivedersi oppure  se c’è la continua frequentazione,  può accadere di cambiare opinione e di considerare gradevole ed interessante un individuo.

Può anche succedere di accettare come partner  una persona con la quale si sta bene insieme ma fisicamente la si considera poco attraente.

Due esempi:

una ragazza può provare attrazione per riconoscenza verso il Pigmalione, non particolarmente bello e con qualche anno in più…;

un giovane può sentirsi attratto da una donna ormai sfiorita, con più anni di età, disponibile al ruolo di “nave scuola” perché innamorata del ragazzo.

Non è raro innamorarsi di un amico/a anche se si considera poco attraente. Starci bene insieme, confidarsi, induce a far passare in secondo piano l’esteriorità corporea.

Ma se fin dall’inizio si considera poco attraente il/la partner e nonostante tale carenza si decide di conviverci o di sposarlo/a, la relazione può subìre il calo del desiderio, la rarefazione dei rapporti sessuali, e si può avere la tentazione di cercare altrove…, o giungere  alla rottura del rapporto.

Pure le coppie nate dall’attrazione fisica col passar del tempo confessano (uno dei due od entrambi) di non provare più lo slancio necessario verso il/la partner pur continuando a volerle/gli bene. L’abitudine può condurre alla noia !

Nonostante l’insoddisfazione, nel passato i propri valori morali o religiosi riuscivano a dare stabilità alla coppia, ma  si stava insieme per abitudine, per convenienza economica, per mancanza di alternative. Nel nostro tempo i valori che ci guidano nelle  azioni quotidiane non sempre riescono a frenare il desiderio di coinvolgimento in un’altra storia sessual-sentimentale con un individuo che reputiamo attraente, con sex appeal.

Un mio amico virtuale mi ha scritto: “Volevo fidanzarmi e poi sposarmi con una ragazza attraente ma non appariscente, perché ero insicuro e geloso; non sarei riuscito a stare tranquillo con una partner bella.

Speravo d’incontrare la cosiddetta ‘brava ragazza’, senza un passato di ‘nave scuola’, non fumatrice, non dedita all’alcol o alla droga, allegra, sarcastica, intelligente, capace di evolvere ad un ottimo livello di sessualità, preferibilmente impiegata, economicamente autonoma.

Ho conosciuto quella che poi è diventata mia moglie, nonostante non mi piacesse abbastanza, e dopo alcuni anni ho chiesto la separazione perchè mi sono innamorato di un'altra donna che reputo attraente, desiderabile
".

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #16 il: Aprile 05, 2013, 09:43:19 »
Seduzione/1

Per seduzione si intende il processo con cui una persona ne induce un'altra, deliberatamente, ad intraprendere una relazione di natura sentimentale o sessuale. Nella seduzione la comunicazione verbale e non verbale sono determinanti.

Il sostantivo femminile  “seduzione” deriva dal verbo latino “séducere”, composto dal prefisso “se” (da “secum”) e da “ducere”, che significa condurre, in questo caso usato nel senso di "addurre a sé" una persona con l’intento d’instaurare la relazione amorosa o giungere al rapporto sessuale oppure amicale. 

Dal lemma “séducere” scaturisce il verbo italiano “sedurre” col suo participio presente: “seducente”, il quale indica l’individuo che attrae, suscita desiderio.

Penso che una persona non sia seducente di per sé, questa qualità le viene attribuita da chi l’ammira. Altri  invece credono che sia una caratteristica innata, perciò permanente.

Ci sono individui seducenti ma non sanno di esserlo. Seducono alcune persone senza volerlo, con le loro caratteristiche naturali, con il loro modo di agire.

Dalla volontà di sedurre deriva il sostantivo maschile “seduttore” (al femminile “seduttrice”) e l’aggettivo “seduttivo”: riferito a chi usa la sua capacità di seduzione per il raggiungimento di un fine.

Il vocabolo “seduttivo” deriva dal latino “seductus” ed è il  participio passato di “séducere”.
Il seduttore mira a “conquistare” (anche sessualmente) una persona con il fascino o con lusinghe ingannatrici. La parola “conquistare” sottende la dominazione, il possesso.

Da seduttivo deriva la parola "seduttività", considerata in senso utilitaristico da chi la pratica.

Ho già detto che seduzione ed attrazione fisica sono concettualmente diverse.

L’attrazione è solo la prima fase, suscita interesse, desiderio sessuale, dà l’avvio al gioco della seduzione, che è il procedimento per la conquista del/la partner con la comunicazione verbale e non verbale. 

Il tentativo di seduzione può anche svolgersi come modalità giocosa in un incontro occasionale tramite gli sguardi ed il linguaggio non verbale. In tal caso non c’è bisogno di approfondire la conoscenza della persona che si vuol sedurre, non ci sono implicazioni sentimentali.

Dietro il gioco degli sguardi e dell’avvicinamento dei seduttori e delle seduttrici c’è la forza vincente della loro personalità, la loro autostima, la capacità di comunicazione interpersonale, l’empatia, il timbro ed il tono della voce, il profumo, l’abbigliamento, la capacità di ascoltare.

La competenza seduttiva migliora con l’esperienza, non è un’”arte” che si può imparare da libri o riviste.

La seduzione avviene in modo progressivo perciò è necessario del tempo per la reciproca conoscenza, sia in ambiente reale sia in quello virtuale. On-line nascono infatuazioni, idealizzazioni. La seduzione virtuale può creare i presupposti per rapporti amichevoli, per scriversi in privato, confidarsi, affezionarsi, innamorarsi.
Si comincia dall'interiorità per arrivare all'esteriorità dell'individuo, che diventa fisicamente accettabile anche se non considerato proprio bello dall’interlocutore/trice, perchè reputa preminenti i valori, il comportamento. Tale modo di pensare è tipico di molte donne. L'intesa può diventare coinvolgente, perchè anche la parola virtuale suggestiona.

La seduzione progredisce se c’è la disponibilità dell’interlocutore/trice ad essere sedotto/a. E chi seduce  percepisce se ha possibilità di conquista; capisce se deve continuare oppure abbandonare il tentativo.
 
Gli psicologi statunitensi David Givens (nel 1983) e Timothy Perper (nel 1985) con le loro ricerche sul comportamento hanno constatato che la seduzione in ambiente reale attraversa sempre le stesse fasi:

1 Un individuo suscita la nostra attenzione ed avviene il contatto visivo;

2 c’è l’avvicinamento e l’avvio della conversazione, di solito da parte dei maschi meno timidi, ma nel nostro tempo anche da parte delle femmine più espansive; poi chi conduce il gioco è la donna;
 
3 durante il dialogo cominciano i primi toccamenti del corpo della persona conosciuta;

4 i movimenti fisici dei due diventano sincronici.
« Ultima modifica: Aprile 05, 2013, 15:28:42 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #17 il: Aprile 05, 2013, 10:28:44 »
Seduzione/2

Il gioco della seduzione impone che seduttore e sedotta o viceversa siano entrambi consenzienti. Non è possibile sedurre una persona che non vuole essere sedotta.

I Francesi in modo ironico definiscono il seduttore seriale un “allumeur”, che significa spinterogeno: il dispositivo elettromeccanico che nell’auto a benzina genera la scintilla  all’interno della camera a scoppio ed accende il motore.  Ed il verbo accendere nella lingua francese si traduce con il vocabolo “allumer”.

L’’allumeur è definito in Italia “donnaiolo”, abile nel “conquistare”; sa mostrarsi entusiasta ed interessato verso  la possibile partner temporanea ed è capace di farla sentire unica, diversa dalle altre.

Il corrispettivo femminile dell’allumer è l'allumeuse: è la donna che provoca, che “accende" il desiderio erotico maschile, ma non si lascia coinvolgere completamente nella relazione, che le serve soltanto per “misurare” quanto può piacere, sedurre, e le esperienze specifiche le utilizza per “affinare” le proprie capacità seduttive.

Tale tipo di donna crea quasi per gioco le situazioni di  seduzione, e quando riesce a conquistare, quando è sicura di aver raggiunto l’obiettivo si sente psicologicamente gratificata,  e poi ricomincia il gioco con un altro individuo.

Requisito essenziale per l'allumeuse è il sex appeal, il glamour. Essa è narcisista  le piace essere desiderata, ma tende a non soddisfare la voglia della sua “preda”. Gioca con l’erotismo maschile.
 
Una mia virtuale  giovane amica “allumeuse” ha scritto: “In classe siamo 18 ragazze, tra le quali alcune sono molto belle, o almeno più di me... tutte puntavano lo stesso  “macho”.. ma ho vinto io. Un mio sguardo a volte dice più di 100 parole...
Una delle ragazze è talmente bella che fa paura ai ragazzi; un'altra fa la preziosa e i ragazzi la evitano. Invece io con gli uomini ci parlo; sono socievole, ed in poco tempo instauro con loro una relazione amichevole che mi diverte.
Poi si passa al livello successivo... ci si conosce... e con gli uomini è inevitabile non affrontare l'argomento sesso... specie quando cominciano a fare battute maliziose...ma io sono anni che mi alleno ad affrontarli... Quando presumono che io sia sessualmente disinibita allora comincia il mio gioco. Faccio credere a loro che hanno scoperto il graal senza il quale non potranno più vivere. Ma non si tratta solo di sesso... loro sono attratti anche dalla mia forte personalità, e a quel punto appena diventano insistenti mi tiro indietro, scappo. Razionalmente so di esagerare e sono consapevole  del pericolo d’ incontrare uno stalker
.” 

Infatti chi “alluma” non usa la seduttività per creare un legame d'amore ma per soddisfare l’egocentrismo, il narcisismo, confermare la propria autostima.  Crea illusione e delusione, senza coinvolgimento sentimentale. 

La “preda” di solito crede nella relazione perché chi “provoca”  è rassicurante, ha la capacità di interpretarne i desideri, la voglia di amare e di essere amata/o,  ma quando la laison finisce lascia nella "vittima sacrificale” sofferenza e frustrazione.



« Ultima modifica: Aprile 23, 2013, 17:10:43 da dottorstranamore »

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #18 il: Aprile 06, 2013, 12:20:00 »
Per quale motivo non hai continuato a scrivere questi argomenti nella sezione Scienza: "Scienza e amore"?

piccolofi

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #19 il: Aprile 06, 2013, 17:42:17 »
Non ti preoccupare Dotto', quella di..D@ffy era solo una simpatica battuta.  Io ti leggo poco per mancanza di tempo, ma so che ogni tanto posso rifarmi grazie alle tue gentili e interessanti esposizioni. Penso che tu lo fai sia per te stesso, ossia per sviscerare argomenti che ti stimolano intellettualmente e fare il punto, sia per condividere, mettere a disposizione di altri ( sia come testo che come stimolo ).
Dunque grazie.
Sai che ho l'impressione che tu sia già stato nel Forum in passato ma sotto altro nome? Perché in te, nel tuo approcciarti alle cose, ritrovo i tratti di un altro.
Se sei chi penso.., ciao!

             G.

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #20 il: Aprile 08, 2013, 22:23:09 »
Citazione
Nuvoletta: Per quale motivo non hai continuato a scrivere questi argomenti nella sezione Scienza: "Scienza e amore"?

Cara Nuvoletta, hanno deciso di togliere la sezione dedicata alla scienza, ma non hanno la determinazione di eliminare o sostituire altre sezioni trascurate da mesi.

Chi è stato ? L’amministratore ? Il moderatore ? Per evitare polemiche ho taciuto.

Prima di eliminare una sezione oppure dei topic è opportuno informare alcuni giorni prima gli scriventi  per dar loro la possibilità di copiarsi i post che reputano interessanti. Invece senza dir nulla hanno cancellato tutto. Mancanza di sensibilità, di esperienza come amministratore o di moderatore ? Strafottenza ? Maleducazione ? Scegli te l’aggettivo adatto.

E per quanto riguarda il moderatore debbo dirti che continua a violare la netiquette reclamizzando in questo forum un suo forum. Ma all’amministratore va bene, allora va bene anche per noi.

Gentile Piccolofiore quella di “D@ffy” = Brunello non la considero una “simpatica battuta” ma una provocazione mascherata collegata  ai miei post nell’ex sezione “scienza”. Per mia natura  se non vengo provocato evito di polemizzare.

Non so se il moderatore questa volta ha il coraggio di lasciare  questo mio post a tempo indeterminato e permettervi di leggerlo. In passato Brunello ha cancellato un mio post in cui esprimevo solidarietà a Nuvoletta e contestavo le parole che egli aveva usato nei miei confronti  nel “shout box”. 

Al presunto “D@ffy” = Brunello” ( presunto fino a prova contraria perché non ho la possibilità di verificare) voglio anche dire che è vietato usare più nick in un forum. L’amministratore ha la possibilità di controllare il pin e di bannare, se vuole…

Una mia amica virtuale mi ha detto, con ragione, che  nei forum tendo al monologo e non al dialogo. E’ vero, forse perché non mi va di confrontarmi con gli altri, per evitare polemiche, ma nel contempo mi va di scrivere dei post per farli leggere. E’ un modo per dire: esisto ! 

“Digito ergo sum”, e che importa se manca il cogito?

Ma ripeto, anche se c'è un' unico /a fruitore/ trice che beneficia in conoscenza da ciò che scrivo, ne vale la pena.
« Ultima modifica: Aprile 09, 2013, 08:07:10 da dottorstranamore »

nihil

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #21 il: Aprile 09, 2013, 09:33:59 »
i moderatori non hanno facoltà di levare forum, chissà cosa è accaduto. Chiedi a Mr. Blue. eeek

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #22 il: Aprile 10, 2013, 07:13:44 »
Seduzione/3

Due noti allumeurs furono Giacomo Casanova ed il mitico "Don Giovanni": individuo reale il primo, immaginario il secondo.

Giacomo Casanova (1725 – 1798) in ogni donna di cui s’”innamorava” scorgeva l’unico vero amore della sua vita, ma non era capace di un legame a lungo termine. Con loro era comprensivo, affettuoso, interessato alla  loro vita.

Invece l’altro “tombeur de femmes” fu il leggendario “Don Giovanni”, inventato nel 1630 dallo scrittore spagnolo Tirso de Molina  per il suo romanzo “El burlador de Sevilla y convidado de piedra” ( = L’ingannatore di Siviglia ed il convitato di pietra). Questo testo  successivamente fu rielaborato dal commediografo ed attore teatrale francese   Moliere, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin (1622 – 1673).

Un’altra versione del “Don Giovanni” fu quella del librettista e drammaturgo Lorenzo Da Ponte (1749 – 1838), usata dal musicista  Wolfgang Amadeus Mozart  per l’opera lirica in due atti titolata “Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni”, che ama la seduzione e non la relazione d’amore.  E’ un  ingannevole seduttore seriale che  trasgredisce le norme morali e tende a dileguarsi dopo la conquista della “preda” femminile perchè è incapace di amare.

Nel melodramma di Mozart,  don Giovanni compare  spesso mascherato. Il suo travestimento simboleggia l’inganno, perché  per sedurre si presenta in modo diverso da quello che è: insicuro, narcisista, che cerca conferme per la propria autostima tramite comportamenti seduttivi finalizzati alla conquista ma non alla relazione amorosa con la donna. Questi sono gli elementi costanti del cosiddetto "dongiovannismo", riscontrabili nell’allumage maschile e femminile.

La parola seduzione viene usata più dalle donne che dagli uomini, i quali sono soliti utilizzare la parola "conquistare"… termine bellico, per la conquista da parte del guerriero di territori contesi da altri.

Ma come seducono le femmine ? Ed i maschi ? Entrambi nell'approccio usano molto lo sguardo,  la mimica facciale, secondo una ricerca sperimentale inglese.

Ci sono donne che  riescono ad attrarre gli uomini “senza volerlo”, altre, nonostante le imperfezioni,  s’impegnano per essere seducenti e curano il trucco, l’abbigliamento. Ad usare tale forma di seduzione sono quasi sempre le insicure, convinte di non valere abbastanza. La certezza interiore di non “saperci fare” è l’ostacolo maggiore alla conquista.

Se hanno un alto livello di autostima, di fiducia in se stesse, si mostrano sicure, come se dicessero: “guardami, sono bella !”

Sono numerose quelle che gradiscono i maschi sensuali e disinibiti. Sono sedotte dall'erotismo delle parole, dal tono della voce, dall’aspetto fisico. 

Invece gli uomini  preferiscono quelle che con il loro corpo suscitano l’immaginario erotico, fanno intuire.

La voce, le labbra, gli occhi, i capelli,i seni, le gambe, i glutei, le scarpe con i tacchi a spillo sono solitamente le parti femminili che seducono l’uomo. Ma sono soggettive. Ciò che può essere seducente o affascinante per una persona forse non lo è per un’altra.

Seduzione, fascino, sex-appeal sono sinonimi. Vanno oltre la fisicità. Sono una forma di comunicazione. Giocano col piacere, con l’apparenza, l’ erotismo, con la capacità di rispondere ai desideri dell’altro, provocando emozioni intense. Il corpo seducente ha malìa, mobilita i processi cognitivi del sedotto, evoca il desiderio, non solo fisico, ma mentale ed immaginativo, in un gioco fra lo svelarsi ed il nascondersi.

Il sex-appeal non è soltanto un richiamo sessuale, ma coinvolge tutto il corpo nei suoi messaggi erotici: dalla voce ai gesti, dalla bocca allo sguardo. Gli occhi rivelano le emozioni, possono stabilire un dialogo muto, il feeling con la persona che ci piace.


« Ultima modifica: Aprile 23, 2013, 17:13:27 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #23 il: Aprile 11, 2013, 12:08:23 »
Seduzione/4

La parola  diventa seduttiva se comunica emozioni.
 
Le emozioni coinvolgono tutto l’organismo e non sono facili da esprimere. Ognuno sa cosa è per lui una determinata emozione, ma non è sicuro che un'altra persona intenda esattamente la stessa cosa anche se usa la stessa parola. La complementarietà della comunicazione verbale e non verbale permettono di evitare la polisemia.

“Abbiamo tutti dentro di noi un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci signore,se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume con il senso e col valore che hanno per sé,del mondo come egli l'ha dentro? Crediamo d'intenderci, non ci' intendiamo mai” (“Sei personaggi in cerca d'autore”, Pirandello)

Nel romanzo “Auto da fé”, di Elias Canetti (1905 – 1994) i personaggi parlano senza capirsi e nemmeno lo vogliono. Impongono la propria parziale visione del mondo in monologhi a volte camuffati da dialoghi caratterizzati dall' incomprensione. Rappresentativo è il sinologo Kien che, murato nella sua biblioteca, comunica soltanto con i libri.

Con le emozioni l’arte della parola seducente  tesse l’arazzo.  Ed i vocaboli seducenti comunicano i desideri,  le proprie fantasie.

Le potenzialità creative della parola sono sempre in rapporto con la propria personalità e riflettono gli stili cognitivi di pensiero. E la creatività è connessa con la curiosità, l’introspezione.

Le parole sono come tante matite colorate che permettono molte sfumature, e quelle seducenti sono velate nel gioco delle allusioni, per non esporsi troppo.   

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #24 il: Aprile 12, 2013, 04:41:04 »
Seduzione/5

Seduzione on line


Nel web nascono rapporti amichevoli,  occasioni per scriversi in privato, confidarsi, affezionarsi, idealizzare, innamorarsi.

Le parole possono creare sintonia,  illudere , sedurre, ma la seduzione è virtuale, poi deve essere confermata o disconfermata nella realtà.

Con la comunicazione virtuale tramite chat, forum  e social network capita spesso di considerare un nick interessante per  ciò che scrive e come lo scrive. Si può rimanere “affascinati” dallo stile che caratterizza i suoi post.  Si cerca allora di “avvicinarsi” a questa persona e di conoscerla meglio attraverso ripetute conversazioni  in mp  o  tramite e-mail. Se l’interesse si protrae  subentra l’idealizzazione,  i coinvolgimenti emozionali e sentimentali,  gli  scambi di confidenze. La fiducia dà la capacità di aprirsi all’altro/a senza timore e si può giungere all’innamoramento pur non conoscendo fisicamente il/la partner, che si desidera incontrare, col timore che nella realtà si potrebbe rompere l’incantesimo di un rapporto fondato sull’illusione, sulla seduzione,  anziché sul coinvolgimento immediato dell’attrazione fisica.

Il cyberspazio è di solito frequentato da due tipologie di seduttori: gli occasionali e  quelli seriali, che seducono per gioco. Il primo tipo quando intercetta la persona che reputa interessante, cerca di attirare la sua attenzione per instaurare in privato il dialogo più intimo e seduttivo; il secondo tipo usa la Rete per testare la propria bravura seduttiva con individui ogni volta diversi ed imprevedibili.

Comunque è  difficile sedurre una persona che non vuole essere sedotta.

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #25 il: Aprile 18, 2013, 01:18:45 »
Se hai finito, Dottorstranamore, i  tuoi interventi sull'iter amoroso, scrivi pure FINE alla fine del topic, altrimenti rimaniamo in perenne attesa di altri post. 
Comunque non vedo la ragione per cui debba essere chiusa la sezione "Scienza", io la visualizzo ancora ! Posso continuare io al posto tuo ... :)
)Inoltre, se Mr Blue e tutti i moderatori sono così tolleranti da tollerare persino le inconcludenze di Presenza, per quale motivo dovrebbero eliminare i tuoi interventi ?   :mah:
« Ultima modifica: Aprile 18, 2013, 02:59:09 da Nuvola... »

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #26 il: Aprile 18, 2013, 14:32:04 »
Seduzione/6

La seduzione è una risorsa fondamentale nei rapporti interpersonali e  nelle relazioni affettive, ma se  viene considerata un traguardo da conquistare anche a costo di sacrificare la propria individualità, può causare stress, frustrazione, delusione. 

Per sedurre occorre  tempismo,  simpatia, un po’ di allegria. In ambiente reale è determinante  anche la comunicazione non verbale. Il “linguaggio” del corpo  offre  involontari indizi all’interlocutore/trice.

Le donne sanno esprimere  meglio degli uomini i segnali  d’avvicinamento: uno sguardo, un sorriso, l’inclinazione della testa oppure un hair flip (la donna che si passa la mano fra i capelli e getta il capo all’indietro). Gli uomini si fanno guidare dai segnali d’invito della donna. Quanto più numerosi sono i segnali tanto più aumenta la probabilità dell’avvicinamento dell’uomo, anche se è lei che decide il come ed il quando. 
 
Gli occhi possono instaurare un dialogo muto con la persona che ci piace.  “Fa’ che i tuoi occhi penetrino nei suoi, e che il tuo sguardo sia una dichiarazione: spesso il muto sguardo convince più della parola.” (Ovidio)

L’uomo per attirare l’attenzione di una donna la fissa negli occhi, ma in modo discreto,  non invadente. Lei se ne accorge ed incrocia il suo sguardo. Se lui lo distoglie da lei quell’incontro di occhi non ha seguito. Se invece il maschio continua a guardarla, la donna può reagire  sia con fastidio  (e distoglie il suo sguardo verso di lui) sia sentendosi lusingata dell’attenzione e sorride per incoraggiare l’ammiratore se pensa ad un rapporto di breve durata.  Se invece  cerca un rapporto a tempo indeterminato allora fa attenzione  al seguito, alle parole, a ciò che dice l’interlocutore.  Determinante per la seduzione è il modo di parlare: un tono di voce basso, suadente, trasmette tranquillità, possibilità di aprirsi confidenzialmente al dialogo.

Sono tante le donne  che considerano seducenti gli uomini che hanno raggiunto il successo socioeconomico ed il potere  in un  settore. Li considerano “carismatici”. A volte definiscono carismatico un individuo che considerano intelligente, colto, abile comunicatore, di aspetto piacevole. Ma Carisma è una parola d’origine greca che significa  “grazia”,  ed è innata in pochi individui.
 
Il termine carisma fu usato dall’apostolo Paolo per indicare i doni della grazia divina concessi ad alcuni fedeli  per governare la comunità cristiana di appartenenza (prima lettera ai Corinzi 12.7 e seg.).

Il carisma non è tecnica ma un modo naturale di "essere, che va al di là dell'aspetto fisico, del "ceto" sociale, del proprio livello culturale.

Il sociologo ed economista tedesco Max Weber (1864 – 1920)  rielaborò la nozione cristiana di carisma per indicare  il leader dotato di qualità che lo rendono  autorevole in un ramo del sapere,  capace di ascoltare, comunicare, dialogare, comandare.  Però l’individuo carismatico non e' necessariamente amabile. Ci sono acclamati  leaders capaci di nefandezze, per esempio Hitler. 

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #27 il: Aprile 20, 2013, 08:07:38 »
Seduzione/7

Il primo incontro, uno sguardo: la percezione visiva  permette l’attività cognitiva, l’elaborazione delle informazioni, l’interpretazione e la significazione dei dati analizzati dalla mente. Quel primo sguardo ci  consente di giudicare l’aspetto fisico della persona, se “interessante” e si ha voglia di conoscerla meglio, si passa alla comunicazione visiva, che ci  consente l’approccio semiotico, il linguaggio non verbale tramite gli occhi.

Lo sguardo di chi seduce è un esplicito invito che attende di essere accolto. E’ sufficiente un sorriso per averne la conferma, però  non significa aver conquistato la “preda”, è  solo il primo passaggio per l’avvicinamento e poter conversare.

Se c’è la possibilità di dialogare  è importante essere rilassati, sicuri di sé, spontanei, garbati e divertenti. Ma non basta: è fondamentale  l’abbigliamento che s’indossa, la pettinatura, il look. Cos’è il “look”? To Look è una parola inglese che vuol dire “guardare”, ma di solito si usa questo lemma per intendere l’immagine complessiva di un individuo, la sua comunicazione iconica.

La seduzione non dipende soltanto dall'apparenza, ma dalla capacità individuale di mostrarsi "seduttivi". Per esempio ci sono abiti femminili che sembrano animati da forze attrattive, mostrano l’evidente e fanno immaginare il nascosto.  I vestiti “attillati” fanno parte del gioco estetico ed erotico delle donne, mettono in risalto il seno, le gambe, i glutei ed attirano l’attenzione degli uomini.

Se alcune “virtù” seducenti sono innate altre possono essere acquisite. Alcune gocce di profumo
opportunamente distribuite sul corpo possono affascinare. Il profumo è un inafferrabile messaggero che suscita desideri. 

Ci sono donne che riescono ad attrarre gli uomini “senza volerlo”, altre s’impegnano con la“seduzione costruita”: gli sguardi, il trucco o l’abbigliamento. Ad usare tale forma di seduzione sono quasi sempre le donne insicure, convinte di non valere abbastanza. La certezza interiore di non “saperci fare” è l’ostacolo maggiore alla conquista. Chi si ritiene poco interessante, difficilmente riesce a convincere gli altri del contrario.

Altre  riconoscono le loro imperfezioni però hanno l’autostima, la fiducia in se stesse, s’immaginano attraenti. Il linguaggio del corpo comunica la loro sicurezza. E come se dicessero: “guardami, sono bella” !
Infatti la seduzione femminile mira all’emozione erotica, a suscitare desiderio nell’uomo. Il sex-appeal non è soltanto un richiamo sessuale, ma coinvolge il  linguaggio semiotico del corpo.

Comunque gli uomini e le donne adattano le loro tecniche di seduzione alla durata della relazione che cercano, da quella occasionale a quella a lungo termine. In qualsiasi caso la seduzione non deve essere confusa con il corteggiamento né con il flirt. 

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #28 il: Aprile 21, 2013, 06:46:27 »
L'approccio

Il lemma “approcciare” è di origine latina ed è composto da “ad” e “proche”.

Dal verbo approcciare deriva il sostantivo maschile “approccio”, che di solito viene realizzato dopo l’attrazione o la seduzione, se non ci sono impedimenti.

Gli sguardi ed i sorrisi sono i segnali-stimolo che favoriscono l’avvicinamento, permettono di entrare nello spazio altrui, nella bolla psicologica di lei/lui. Quei segnali convincono i due che può iniziare il dialogo per conoscersi e capire se continuare gli incontri.

Per le persone timide l’approccio è problematico, causa ansia, insicurezza,  specie negli adolescenti, perché temono di essere incapaci.

La psicologa Monica Moore della Webster Univerity di Saint Louis (Usa) ha studiato l’approccio filmando di nascosto uomini e donne in bar e discoteche. Ha dedotto che è quasi sempre la donna che determina e controlla l’approccio, tramite il linguaggio non verbale, in particolare con gli sguardi, aggiustandosi i capelli sulla fronte o di lato, o con un sorriso. 

Per conoscere il possibile partner  la donna si fida più delle proprie sensazioni che del ragionamento o di quello che lui le dice. Ed una delle prime cose che percepisce in un uomo è l’odore. Spesso le basta per decidere se continuare od interrompere la comunicazione. Fra gli odori è importante l’alito. Se lo considera sgradevole si allontana, dà il cosiddetto “2 di picche”. 

Nella scelta del/la partner  il logos è condizionato dalle proprie emozioni, dalla personalità, dai ricordi.  Non c’è una linea netta tra quello che vogliamo e quello che rifiutiamo.

Inoltre, scegliere il partner per un’avventura o per una relazione a tempo indeterminato implica  criteri diversi.

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #29 il: Aprile 22, 2013, 06:34:50 »
Flirt

La parola inglese flirt è un acronimo e, per quanto ne so, dovrebbe significare: “Forward loking innocuorus relationship technique”.

Con l’immissione nel lessico italiano il lemma flirt ha perso il significato originario.  Lo usiamo per indicare “divertimento” senza aspettative: “how to flirt”,  motivato dall'attrazione sessuale o  dalla reciproca simpatia.

Dal termine flirt deriva la parola “flirtare”, e questa, secondo alcuni,  dal francese “fleureter” , che significa “girare di fiore in fiore”. Infatti  con il  flirt non ci si pone un obiettivo preciso,  si “amoreggia con leggerezza”.

Saper flirtare è un’”arte”: la vera flirter ed il vero flirter sanno “flirtare” con maestria, con stile. Sanno riconoscere i “segni simbolici” del flirting ma non sanno i possibili esiti e se sono in grado di prevenirli (per esempio l’infedeltà, se sono impegnati in un’altra relazione); comunque il flirt soddisfa il loro Ego, il loro bisogno di affermare la propria identità e personalità.

Si flirta per “divertimento”, per dare spazio all’immaginazione, per  capire se siamo considerati piacevoli ed interessanti. Quanti più feedback positivi si ricevono tanto più ci si sente gratificati, desiderati, ammirati e tanto più ci si predispone a ricominciare il “gioco”.

Flirtare nella Rete può diventare “pericoloso” per chi è sposato od ha il/la partner: si può passare dai complimenti alla relazione clandestina. Finché si tratta solo di desiderio di conquista, senza passare ai fatti,… il flirt va bene perché rimanda alla componente narcisista che c’è in tutti noi, ma se viene utilizzato come mezzo per evadere dalla coppia e dai problemi che ci sono con il/la partner, poi ovviamente ci sono conseguenze.