Autore Topic: L'iter amoroso  (Letto 26770 volte)

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #105 il: Maggio 31, 2013, 11:11:19 »
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La psicologia considera l'amore un fenomeno cognitivo e sociale.

Lo statunitense Robert Sternberg , docente di psicologia alla Yale University (New Haven, Connecticut), ha effettuato alcune ricerche e dai dati raccolti ha teorizzato un concetto di amore completo sulla base di tre componenti fondamentali:

l'intimità come componente emotiva;

la passione come componente motivazionale;

l'impegno come componente cognitiva.

La triade si può rappresentare graficamente con un triangolo equilatero, perciò detta "teoria triangolare dell'amore".



L'intimità induce due persone a  condividere  la propria privacy.

La passione, l’amore passionale nasce dall'attrazione sessuale e dal reciproco attaccamento.
 
L’impegno (dedizione) scaturisce dalla reciproca aspettativa di lunga durata della relazione d’amore.

Da questa teoria, che Sternberg ha pubblicato  nel 1986 nel libro: "A triangular theory of Love",  ha costruito una scala di misurazione delle varie tipologie amorose, collegata alla combinazione in vari livelli dei tre diversi fattori. Sono possibili, secondo questo psicologo, otto tipi di relazione.

1) "Assenza di amore": tutte e tre le componenti mancano; è la situazione della grande maggioranza delle nostre relazioni personali, casuali o funzionali.

2) "Simpatia": solo  con questa ci si orienta verso l'amicizia ma non al sentimento d'amore. 

3) "Infatuazione": c'è soltanto  la passione, come nel caso delle relazioni a breve termine, senza intimità ed impegno.

4) "L’amore vuoto": l’impegno è privo di intimità e di passione. C'è solo l'impegno di rimanere insieme. E' un rapporto stagnante che si osserva talora in coppie sposate da molti anni.

5) "L’amore romantico" :è una combinazione di intimità e di passione (tipo Giulietta e Romeo).  C'è vicinanza e simpatia, con l’aggiunta dell’attrazione fisica e dell’eccitazione, ma senza l’impegno, come un’avventura estiva che si sa che finisce.

6) "L'amore fatuo": c'è passione ed impegno ma senza intimità . E’ l’amore da fotoromanzo: i due s'incontrano, dopo una settimana sono fidanzati, e dopo un mese si sposano. S’impegnano reciprocamente in base all’attrazione fisica., ma dato che l’intimità ha bisogno di tempo per svilupparsi, manca il nucleo emotivo su cui può reggersi l’impegno. E’ un tipo d’amore che di solito non dà buon esito nel lungo periodo.

7)  "Il sodalizio d’amore": c'è intimità ed impegno reciproco, ma senza passione . E’ come un’amicizia destinata a durare nel tempo.  "Questa specie di amore" è frequente nelle coppie sposate o che convivono da molti anni ma tra i due non c'è più la reciproca attrazione fisica.

8 "Amore perfetto o completo": se nella relazione di coppia sono presenti  i tre elementi (intimità, passione ed impegno), che non  debbono essere considerati il traguardo  finale ma un work in progress (frase inglese che significa  "lavoro in corso)".

La relazione tende a finir male se non c’è corrispondenza tra quello che si vuole dall’altro/a e quello che si pensa di riceverne: chiunque ha amato senza essere ricambiato altrettanto, sa quanto può essere frustrante.

Nella ricerca fatta sui fattori che tendono a diventare più importanti con l’andare del tempo, si sono rilevati questi tre:

la disponibilità a cambiare in funzione delle esigenze dell’altro;

la disponibilità ad accettare le sue imperfezioni;

la comunanza di valori.

Queste sono cose difficili da  giudicare all’inizio di una relazione: presumere che l’amore vinca tutti gli ostacoli è irreale.

Con gli anni nelle coppie diminuiscono la capacità di comunicare, l’attrazione fisica, il piacere di stare insieme, gli interessi in comune, la volontà di ascoltare, il rispetto reciproco, il romanticismo.

Anche se è deprimente è importante fin dall’inizio sapere che cosa aspettarsi col tempo, avere aspettative realistiche circa quello che si potrà ottenere e quello che finirà con l’essere più importante a lungo andare.
« Ultima modifica: Maggio 31, 2013, 13:46:47 da dottorstranamore »

Nuvolone

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #106 il: Maggio 31, 2013, 12:37:26 »
L'ultima parte dell'"Amore perfetto e completo" l'hai ricavata dai libri che leggi? In questo caso si conviene citare opera, pagina o capitolo di riferimento e autore. A me sembra una parte presa da un libro, ma con una tua modificazione. Anche per questo sono criticabili i tuoi scritti: tu non sei uno scienziato, un ricercatore, pertanto dovresti citare opere e autori quando parli e affermi qualcosa, altrimenti devi  scrivere: Secondo me, secondo la mia opinione. Se no spacci le tue idee come qualcosa di vero, assodato, scientificamente appurato. 

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #107 il: Maggio 31, 2013, 13:18:20 »
Non meriti risposta !

Troll - nel linguaggio di Internet è chi interagisce con una comunità virtuale tramite messaggi provocatori. Questi commenti servono a irritare i membri più influenzabili della comunità stessa e accendere così interminabili discussioni.

Prego i moderatori e l'amministratore di provvedere all'incontinenza dell'incombenza. Grazie

nihil

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #108 il: Maggio 31, 2013, 14:21:42 »
Nuvola non va considerata proprio, forse imparerà a sue spese ad essere più gradevole...

Dott, tu continua con questi post, che sono interessanti. Ci sono libri interi su questi argomenti, che pochi leggono, quindi una specie di compendio dell'argomento è più che benvenuto. :rose:

piccolofi

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #109 il: Giugno 01, 2013, 21:09:58 »

Io spero proprio che l'Amministratore, col sorriso gentile che ha in foto, sia ben lieto di far spazio a chi contribuisce tanto.
E mi auguro anche che non pensi che il posto piu' appropriato sia il Cassonetto, sia pur differenziato...
Forza Dott, ora ho imparato anche cosa e' un " Troll " in Internet. Piu' difficile capirne la genesi.

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #110 il: Giugno 03, 2013, 10:41:56 »
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Nel  mio precedente post  dedicato al tema dell'amore nella coppia ho scritto che lo psicologo Robert J. Sternberg ha teorizzato tre  importanti agenti per la relazione di lunga durata: la passione, l’intimità, l’impegno (“triangular love scale”). Sue successive ricerche psicosociali,  effettuate insieme a Michael L. Barnes  ed altri collaboratori (vedi il loro saggio “La psicologia dell’amore”)  permisero di aggiungere al suo paradigma trifasico le  "aspettative compatibili” e la “coesione” come elementi determinanti per mantenere la stabilità del livello d’amore nella coppia.

Le aspettative compatibili: Sternberg dice che se diventiamo scontenti del/la partner dovremmo guardare non i suoi difetti, ma come lui o lei s’inserisce nelle nostre aspettative. E’ difficile trovare l'altro/a che racchiuda in sé tutte le qualità che si vorrebbero. Spesso nelle coppie di lunga durata c’è l'insoddisfazione per aver accettato il compagno o la compagna  non rispondente alle aspettative.

La coesione:  è favorita dalla convergenza degli interessi individuali e dall’intimità.

L’amore è come un organismo vivente, con fasi che vanno sviluppate in modo armonico, altrimenti diventa problematico.

Lo psicologo John Welwood nel suo libro: Amore perfetto, relazioni imperfette” dice che per riuscire ad amare occorre far “entrare” in noi l’amore altrui.

In noi c’è il desiderio di essere amati, ma l’amore ci perviene dall’esterno, irrompe con potenza nella nostra vita, s’impossessa di noi.

L’amore permette all'individuo di esprimere se stesso quando dice con sincerità al/la partner:“ti amo”. Tale frase nasce dalla capacità di aprirci all’altro/a.

La solida autostima ci conduce ad accettarci per quello che siamo ed è la base per saper amare gli altri e farci amare.

Invece la scarsa autostima ci fa considerare insufficiente l’amore che riceviamo dagli altri, per quanto grande esso sia.

Un individuo insicuro, che crede di non riuscire ad essere amato, tende ad essere geloso e sospettoso verso il/la partner.

Non avere la convinzione di essere amati mina la nostra capacità di dare e ricevere amore. Questa è la ferita principale che genera conflitti interpersonali anche nell’ambito familiare.

Quando non si ama se stessi si può dare agli altri solo un amore limitato.

Per i psicologi Philip Shaver e Cindy Hazan l’amore è uno stato affettivo complesso, è un insieme di emozioni, sentimenti e passione, collegati col desiderio sessuale, la reciproca dedizione, l'empatia, l'intimità, la condivisione di un progetto di vita comune.

L’amore è un sentimento che non si può insegnare o apprendere per via teorica; lo si può conoscere solo sperimentandolo; ha bisogno della maturazione psicoaffettiva e del reciproco impegno per mantenerlo vivo.

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #111 il: Giugno 04, 2013, 11:42:05 »
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Ci sono persone propense ad esternare il proprio sentimento d’amore, ed altre, introverse, hanno difficoltà a comunicarlo al/la partner.

Dicono “ti amo” oppure “ti voglio bene”. Dipende dalla consapevolezza di chi pronuncia tali parole. Se crede che l’amore sia incondizionato i due termini li considera equivalenti.

«Mi ami?» sembra solo una classica domanda da innamorati, invece implica la necessità di udire di esser amati o di ascoltare il “ti amo”.

Mi ami ancòra?  Questa domanda denota insicurezza. Invece inserendo all’inizio della frase l’avverbio di tempo “ancòra”, la proposizione cambia significato, perché indica in chi è amato la sorpresa per la persistenza dell’amore  in chi ama; esempio: “ancòra mi ami ?”

La propria capacità di amare è influenzata dal modo in cui siamo stati amati durante l’infanzia. Infatti cominciamo da bambini a formarci le nostre idee sull'amore, basandole sulle nostre precoci esperienze e  le osservazioni del rapporto fra i nostri genitori, ma anche leggendo racconti e romanzi d’amore o vedendo film romantici. In seguito cerchiamo di applicare queste concezioni che abbiamo dell'amore.

Per l'amore di coppia è  necessaria la maturità psicologica in entrambi i partner per realizzare il "noi". Quel tipo di amore che fa dire"Amore, ti amo. Sei il mio unico amore. Ti amerò per sempre."

Si  percepisce quando l’altro/a  esprime un amore tiepido e fa dire  “Tu non mi ami quanto ti amo io!”

Ma si può quantificare l'amore ?

Nel 1993 per la Telecom fu ideato uno spot televisivo nel quale una ragazza adolescente  tramite telefono chiedeva al partner: 
"Mi ami ? Ma quanto mi ami ? "Mi pensi ? Ma quanto mi pensi ?

Quelle frasi furono  in parte desunte dal  libro dello psichiatra scozzese Ronald David Laing:  “Mi ami? Nuove situazioni intrapsichiche e interpersonali”. Nel testo di Laing la conversazione è un po' diversa:

"Lei: mi ami?

Lui: sì ti amo.

Lei:  più di tutto?

Lui: sì più di tutto.

Lei: più di tutto al mondo?

Lui: sì più di tutto al mondo.
"...
« Ultima modifica: Giugno 09, 2013, 07:31:12 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #112 il: Giugno 05, 2013, 13:38:22 »
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Per Publio Virgilio MaroneOmnia vincit amor et nos cedamus amori.” (L’amore vince tutto e noi cediamo all’amore).

Dare e ricevere amore è vitale, è un bisogno da soddisfare, come la fame e la sete.

L’esigenza di amare è innata ma il modo di amarre si apprende nell’ambito familiare, dall’ambiente sociale in cui si vive. dalle esperienze, è condizionato dai tratti caratteriali, dalla personalità, dalle pulsioni.

La pulsione è un concetto elaborato da Sigmund Freud per spiegare le inconsce motivazioni all’azione.

Le pulsioni amorose sono soggettive ed ogni rapporto d’amore è unico, diverso dai precedenti, perché dipende dalle aspettative dei partner, dall’importanza che ognuno dà alla propria affettività, all’innamoramento all’amore.

Il sentimento  dell’amore induce alla formazione della coppia, alla condivisione. Per la relazione a lungo termine  pretende l’esclusività, di avere solo per sé la persona amata. 

Il soffio vitale che alimenta l’amore è come una leggera brezza, una lieve carezza che dà senso alla vita.  Non conosce  le ore, i giorni,  le stagioni, gli anni.

L’amore è sempre generoso, oblativo, capace di donarsi al/la partner. Non è tirannico,  possessivo, ossessivo.   

La psichiatra Donatella Marazziti nel suo libro “La natura dell’amore” ha scritto che: “L’amore è un processo dinamico di natura biopsicosociale, che evolve e coinvolge l’individuo nella sua globalità biologica, psicologica e sociale; favorisce l’evoluzione della specie, dà sicurezza e benessere.”

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #113 il: Giugno 06, 2013, 17:28:41 »
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Amore, in inglese: love; in tedesco: liebe; in francese: amour.

La relazione che induce all’amore di coppia permette di accogliere  nella propria vita un'altra persona per poi  amarla.

La persona amata scopre di meritare l’amore per ciò che egli/ella è oggi, con il proprio passato ed i valori.

L’amante scopre nell’amato/a la sua amabilità.  Ma per amare deve prima saper amare se stesso, accettarsi, avere la necessaria autostima.  “Non possiamo dare ciò che non possediamo. Per dare amore occorre possederlo” scrisse Felice Leonardo  (Leo) Buscaglia nel suo libro titolato “Amore”.  Questo autore (1924-1998) nacque negli Stati Uniti da genitori italiani. Fu il primo ad istituire un corso universitario sull'amore e  per questo divenne noto come "Il professore dell'Amore". Fu docente al “Department of Special Education”  nell’University of Southern California e scrisse numerosi bestseller.
 
Nel suddetto libro questo filosofo disse che:

“Non possiamo insegnare ciò che non comprendiamo. Per insegnare ad amare bisogna capire l’amore.

Non possiamo sapere ciò che non studiamo. Per studiare l’amore bisogna viverlo nella realtà.

Non possiamo apprezzare una cosa che non conosciamo. Per conoscere l’amore dobbiamo saperlo recepire.

Non possiamo dubitare di una cosa nella quale vogliamo aver fiducia. Per aver fiducia nell’amore bisogna realmente credervi.

Non possiamo accettare una cosa per la quale non siamo disposti a cedere. Per cedere all’amore dobbiamo essere vulnerabili all’amore.

Non possiamo vivere la realtà di una cosa alla quale non ci dedichiamo. Per votarci all’amore è necessario che l’amore proliferi costantemente in noi.


Il sociologo Francesco Alberoni nel suo libro “innamoramento e amore”  dice  che: “Molta gente crede di essere innamorata, mentre non è innamorata affatto. Può avere un forte interesse erotico per una persona, pensare continuamente a lei, passare con lei ore e giorni felici e poi, dopo un certo tempo, perdere questo interesse perché, in fondo, lo ha soddisfatto. Non era vero innamoramento ma una infatuazione erotica. […]
Gli amanti dovrebbero essere come due tangueros che ballano in sincronia, con la previsione e gli aggiustamenti dei passi, seguendo lo stesso tempo di musica, sempre in reciproca dipendenza ...”

Doxa

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #114 il: Giugno 07, 2013, 00:16:32 »
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La parola amore viene usata in diverse accezioni, per esempio: “amore passionale”, “amore romantico”, “amore simbiotico”, “amore platonico”.

In questo post voglio descrivere l’amore passionale, che è il vero amore secondo lo psicoterapeuta Nicola Ghezzani, al quale ha dedicato un libro (“L’amore passionale”) pubblicato nel 2010.   Egli considera l’amore un sentimento naturale, spontaneo, coinvolgente,che amalgama la vita e l’anima di due esseri umani, li fonde e li trasforma in un’unica entità.

Ma com’è l’amore passionale ? (what is passionate love ?) E’ intenso e poco razionale, con forti pulsioni e desideri erotici.

L'amante passionale idealizza il/la partner  e può diventare  possessivo e geloso.

La parola “passionale” è un termine che ci proviene dalla lingua latina, dal lemma “passio”, usato nell’antichità per indicare sia il dolore spirituale sia quello fisico. E “passio” scaturisce da  “passus”, participio passato del verbo “patior”, che significa patire, soffrire, con questa accezione fu usato nella traduzione in lingua greca  dei Vangeli per indicare la passione di Gesù Cristo prima della morte.

Col trascorrere del tempo il lemma “passione" fu ampliato di significato e venne esteso alla passione amorosa.

Dal vocabolo passione deriva il sostantivo femminile “compassione”, formato a sua volta dalla parola composta latina “cum” – “patior”: significa comprendere la sofferenza dell’altro/a; sofferta partecipazione al male altrui.

Per definire l’intensità passionale viene  utilizzata anche la parola pathos, d’origine greca, che significa patimento, ma usata per definire la commozione, lo struggimento.

Il prof. Aldo Carotenuto nel suo libro “Eros e pathos” scrisse che la passione amorosa è come un’ossessione concentrata sulla persona amata, che si vorrebbe continuamente vicino. Secondo questo autore l’amore passionale induce la coppia  a credere che la passione possa durare intatta nel tempo.  Invece  la coinvolgente passionalità si attenua. Rimane o dovrebbe rimanere l’amore, se  questo non perdura la relazione langue, e poi finisce. 

L’incontro col partner adeguato consente l’avvio della passione amorosa sin dalle prime fasi dell’innamoramento. La coppia si pone al centro della relazione, si focalizza nella creazione di un “noi indissolubile. Però per  mantenere la passione la coppia ha bisogno di evolvere, di rinnovarsi per riuscire ad essere sempre all’altezza delle aspettative affettive, sessuali ed emotive del partner.

La passione d’amore può nascere dall’infelicità. Chi non si è sentito amato nel passato considera salvifico l’amore passionale.

Doxa

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« Risposta #115 il: Giugno 08, 2013, 00:30:12 »
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L'amore romantico ! ? L’amore è un sentimento unico, ma se in esso  ci sono accentuate alcune caratteristiche, queste lo definiscono , lo “etichettano”.

Furono alcuni romanzieri a connotare l’amore romantico dei loro personaggi, di solito pallidi innamorati, malinconici, spesso malati di tisi, idealisti, irrazionali, tormentati dallo struggimento, dalle frustrazioni,  le separazioni e le  attese.

Quegli scrittori furono influenzati dal Romanticismo, un movimento filosofico letterario ed artistico che nacque in Germania alla fine del Settecento come reazione al culto illuministico della “Ragione”ed ebbe lo sviluppo nella prima metà dell’Ottocento.

Il poeta  e filosofo tedesco Novalis (pseudonimo di Georg Friedrich Philipp Freiherr von Hardenberg,  1772-1801), figura di spicco del Romanticismo, scrisse: “Il pensiero è soltanto un sogno del sentimento”, un suo riflesso.  Per un altro  poeta romantico, il tedesco Johann Christian Friedrich Hölderlin (1770-1843)::“Un Dio è l’uomo quando sogna, un mendicante quando pensa”.

In ambito filosofico Karl Wilhelm Friedrich von Schlegel (1772-1829) e Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900) considerarono il Romanticismo uno dei due cardini sul quale ruota la spiritualità dell’individuo.

Schlegel nel 1799 con il suo romanzo autobiografico  “Lucinde”, cercò di conciliare l’amore spirituale e l’amore sensuale.

Invece Nietzsche nel saggio su “La nascita della tragedia in Grecia”, pubblicato nel 1872, si soffermò su  due componenti essenziali della spiritualità: quella razionale, definita  “apollinea”,  e quella creativa, estatica, denominata “dionisiaca”.

La spiritualità apollinea motiva a cercare spiegazioni sul senso ultimo delle cose, indica la “ratio”, viceversa, la spiritualità dionisiaca  cerca l’ebbrezza della vita, la passione sensuale.

Per Sigmund Freud ed altri  è la frustrazione sessuale a far protendere verso l’amore romantico, che è spirituale ma anche passionale.

Secondo il “sociologo dell’amore”, Francesco Alberoni, le persone romantiche idealizzano il loro amore, lo credono immutabile nel tempo, invece  è diverso da come lo si immagina.
« Ultima modifica: Giugno 09, 2013, 07:37:23 da dottorstranamore »

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #116 il: Giugno 09, 2013, 00:21:42 »
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Amore simbiotico. Il termine "simbiosi" deriva dalla lingua greca e significa “convivenza”.  Nell’ambito psicologico indica un rapporto di dipendenza tra due individui.

Fu la psicoanalista statunitense d’origine ungherese Margaret Mahler (1897-1985) ad introdurre nella disciplina psicologica il vocabolo “simbiosi” per descrivere il rapporto di reciproca dipendenza delle madri con i figli nei primi 30 mesi dalla nascita.
 
Nella coppia l’unione simbiotica crea la dipendenza in uno od in entrambi i partner.

Lo psicoterapeuta Nathaniel Branden  nel suo libro "La psicologia dell’amore romantico" ha scritto che il timore della solitudine  può indurre un soggetto a sovraccaricare la relazione sentimentale con una dipendenza. Per evitarla, l’individuo  deve trovare il proprio equilibrio nell’autostima e nell’accettarsi per come è.

Nella coppia simbiotica la dipendenza può inficiare la durata della relazione se il rapporto diventa una “prigione”. E' importante
che i partner siano  psicologicamente autonomi,  che abbiano la capacità di  autodirigersi ed autoregolarsi.

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« Risposta #117 il: Giugno 10, 2013, 00:11:05 »
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Amore platonico. Che caratteristiche ha ?  E’ solo affetto, affinità, senza attività sessuale ?

Platone parla dell’amore nel “Simposio” e nel “Fedro”. Il suo concetto di amore non è concomitante con le comuni definizioni di “amore platonico”.  Questo filosofo greco non esclude l’eros. Nel “Simposio” dice che l’amore è collegato alla bellezza sia del corpo sia dello spirito. Di grado in grado l’anima si affina e s’innalza fino a contemplare l’idea stessa della Bellezza, intesa dai Greci come equilibrio ed armonia fra le parti in un soggetto.  E questo é il cosiddetto Amore platonico: moto dell'animo e non di relazione, capace di muovere la conoscenza verso l'assoluto.

E  nel “Simposio” l’amore “spirituale” di cui parla la sacerdotessa Diotima, di Mantinea, corrisponde alla sublimazione di Sigmund Freud. Negli scritti del fondatore della psicoanalisi il termine di “Sublimierung”, sublimazione, compare nel 1901 per il caso clinico di Dora.

Sublimazione deriva dal latino “sublimàre”, che significa elevare (spiritualmente).

Si attribuisce al filosofo e letterato Marsilio  Ficino (1433-1499) la nozione di “amore platonico” (“amor platonicus”),  ma con riferimento all'eros teorizzato da Platone e non  al casto amore.

Comunque  se i partner sono d’accordo può essere soddisfacente anche  la relazione d’amore senza il coinvolgimento sessuale. Lui e lei sublimano la loro energia pulsionale sessuale, la distolgono dalla sua meta per trasformarla in esaltazione spirituale.

Il pontefice Pio XI  (Achille Ratti, papa dal 1922 al 1939) nella sua lettera enciclica “Casti connubii”, pubblicata il 31 dicembre 1930, ribadisce la dottrina tradizionale della Chiesa sul matrimonio ed afferma: “Mediante il connubio, dunque, si congiungono e si stringono intimamente gli animi, e questi prima e più fortemente che non i corpi, né già per un passeggero affetto dei sensi o dell’animo, ma per un decreto fermo e deliberato di volontà;” 

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Re:L'iter amoroso
« Risposta #118 il: Giugno 11, 2013, 00:15:27 »
/12

Per lo scrittore Omar Falworth

"Amare una persona è…"

averla senza possederla.

Dare il meglio di sé
senza pretendere nulla in cambio.

Voler stare spesso con lei,
ma senza essere mossi dal bisogno
di alleviare la propria solitudine.

Temere di perderla,
senza essere gelosi.

Aver bisogno di lei,
ma senza esserne dipendenti. 

Aiutarla,  senza aspettarsi gratitudine.

Essere legati a lei,
pur essendo liberi.

Essere un tutt’uno con lei,
pur essendo se stessi.

Ma per riuscire in tutto ciò,
la cosa più importante da fare è…
accettarla così com’è,
senza pretendere che sia come si vorrebbe.

(Dal Libro: “L’arte di amare a farsi amare”)

Con questo post  ho concluso  il mio lungo viaggio nell’iter amoroso. Però la fase finale, quella dell'amore, non è statica, ma dinamica, variabile, e può finire per vari motivi, che  “scandaglierò” in un altro topic, titolato  “Relazioni di coppia”.

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« Risposta #119 il: Giugno 11, 2013, 08:42:31 »
dovrebbe essere così, ma a quanto pare non c'è cosa più difficile da fare come amare. Gli innamorati dichiarano "per sempre" e poi finiscono per litigare su chi dovrà occuparsi del gatto 3e l'importo degli alimenti.
Aggiungerei che per amare ed incontrare la persona giusta ci vuole tanta, ma tanta fortuna.

Grazie Dott. per questo lungo e interessante escursus sull'amore. Sarà anche più interessante il prossimo tema, poichè rimanere coppia è cosa ardua e da combattimento. :htsh: