Al posto di star qui a stendere parole col fiato corto e nulla in cambio vado a dormire per cogliere il mio attimo. Porto la gatta alla sua cuccia, spengo le luci e mi dirigo in camera. Saluto prima i fogli, le penne e qualche foto, rassetto fino all'ultimo il divano, spengo la stufa e dico: arrivederci e grazie compagni dei miei giorni affaccendati. Grazie di cuore a chi mi guarda il volto: una candela e la torretta dei compatti, quelli che di giorno tengono il passo a me che sono indaffarata. I quadri alle pareti e un tavolo di fronte le tende e il bel camino in mostra e da tempo spento. Una lampada di sale colora col suo arancio la mia espressione nel volto che ormai è stanco. Vado, io dico, e spero di ritrovarvi così intatti e tuttavia diversi, perché ogni giorno non è mai uguale all'altro.