Caro diario,
stamattina, come tutte le mattine, ho infilato le mie scarpette, amiche di tante avventure, e via di corsa tra le luci del mattino. E' bello incontrare le solite persone al solito orario, diventa una sorta di appuntamento, un saluto e uno sguardo compiacente.
Anche stamattina il ragioniere Della Rocca ha la testa tra le nuvole, un svariato numero di cartelline colorate sotto il braccio, e cerca tra le tasche del cappotto le chiavi dell'auto. Una nuvola di fumo esce dalla bocca dei passanti, sembra di essere in un fumetto, il sole è ancora un miraggio lontano.
Ecco i miei vicoletti, sembrano aspettarmi, corro verso di loro come un bimbo verso la propria madre. Il profumo del pane appena sfornato mi avvolge come un velo, faccio un'ampia boccata come per appropriarmi di quel profumo dal sapore antico. L'echeggiare delle campane della chiesetta di San Domenico, si perde tra i portoni, la vecchietta dai grandi occhiali e il foulard a palline blu, non vede l'ora di sedersi tra i banchetti e recitare il santo rosario.
Ho come l'impressione di avere le gambe pesanti, e rallento il passo. Penso a mia figlia, chissà se ha già fatto colazione, magari è già per le scale. Quando corro penso, è come se i pensieri corressero con me, sono dei podisti silenti che ti seguono ovunque. Le urla dei venditori sono vicinissime, mi sto avvicinando al mercatino della frutta, profumi e colori si alternano come in una giostra. Guardo l'orologio, sono 35 minuti che corro, affronterò la salita di Santa Maria degli scalzi, poi seguirò la strada del ritorno.
Un timido raggio di sole sembra dividere in due la strada, ora i ragazzini e le loro cartelle troppo grandi affollano il marciapiede, ancora qualche minuto e il silenzio sarà solo un ricordo.