Solo una cosa mi spingeva a farlo. Non ero un tutelato dello stato o un prediletto divino. Fondamentalmente ero uno squattrinato , peró avevo la mia vita e la mia terra. Respiravo aria pura e i miei polmoni erano liberi. Così lo feci. Quelli che salutai furono pochi, praticamente nulli; raccontavo balle sul mio conto , come che sarei andato a Seattle per diventare un grande imprenditore. Professavo frasi del genere :" un giorno vedrete stampata la mia faccia accanto a quella del presidente"! Io non ci credevo ma la gente si , oh eccome se ci credeva. Una volta il vecchio droghiere del paese, Bob, mi chiese addiritura un autografo! Diceva che in un futuro non molto lontano l' avrebbe venduto e così avrebbe potuto guadagnare una cospicua somma di denaro. Io non aspettai quel futuro . Fu una mattina di luglio quando decisi di partire. Con me portavo solamente un taccuino, una bandana per prottegermi dal sole ardente e lo spirito e la voglia di vivere di un forsennato disperatamente ingenuo e caparbio.