Che cosa dovrei fare della mia vita?
Aprire la mia casa a quei turisti che salgono in montagna, offrire loro una bevanda calda e dolci tanti in quantità. Portare in giro il mio sorriso aperto e accompagnarmi senza più pensieri stanchi, sparpagliare il mondo di parole e scriverle senza mai fermarmi. Collezionare i tè più strani e perché no confezionare fiori dentro a quel sacco di iuta alquanto grezzo. Amare senza più una sosta e camminare insieme come in una giostra, luci e suoni, colori e movimento tutto in un momento senza riconoscere più il tempo.
Perché ho provato quella sensazione?
Per la paura d'esser già a quel bivio, senza volerlo senza nemmeno saperlo. Perché ogni giorno me lo ripeto e dico: “sarà mai questo l'ultimo?”. Che cosa è poi quest'ultimo, è il precipizio in fondo al quale è il buio ed io dall'alto di una montagna ancora verde, dopo la scalata senza nemmeno una fatica d'improvviso un arresto avverto al mio cammino.
Da dove viene il vento?
Dal Nord della mia montagna, tutta imbiancata e poderosa e sazia adesso minaccia e butta fuori la sua aria. Vento del Nord che porta via gli uccelli, gli alberi e i sacchi che volano già alti nel cielo grigio e illuminato a bianco. Come un pennello su una tela ruvida sento infierire su tante cose e vita, sento quel soffio di una tale potenza, è il vento del Nord che non lascia tregua.