Autore Topic: Dialogo tra il pensiero e la rabbia  (Letto 272 volte)

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Dialogo tra il pensiero e la rabbia
« il: Dicembre 26, 2012, 14:56:28 »
- Dico io ci vuole tanto a dire che non ti va in questo momento?
- Certo che ci vuole, e per tutta una serie di motivi.
- E quali sarebbero questi motivi, basterebbe essere sinceri. Va bene che non lo si è nemmeno con se stessi, figuriamoci con gli altri.
- Ecco, è proprio questo il punto, gli altri, temo che non capiscano e per questo non dico la verità.
- Gli altri capiscono sempre, siamo noi a temere semplicemente la reazione, e perciò ci nascondiamo dietro una menzogna.
- E già, hai proprio ragione, non mi va per questo di dire la verità, non mi piacerebbe la reazione e tutto l'interrogatorio che ne verrebbe dopo, sarebbe uno strazio.
- Perché sei un codardo parli così, caro mio devi sapere che ad ogni azione corrisponde sempre una reazione che ti piaccia o no e la devi affrontare.
- Invece io la zucchero e così mi levo il senso di colpa.
- Ma dico, mi vedi? Lo sai chi hai davanti? Oppure fai come tutti che fanno di tutta l'erba un fascio, io non mi sento d'essere quel fascio, anzi non lo sono mai stato.
- E se poi ti dovessi ricredere dimostrando d'esserlo, io non vorrei rischiare.
- Nella vita si rischia, sempre, e anche quando stai chiuso a casa e non agisci, rischi lo stesso perché potrebbe accaderti qualcosa che tu non hai previsto.
- Sarà, ma intanto io mi preservo, e per questo non parlo.
- E così dai a me e solo a me l'opportunità di avanzare alla cieca.
Sì.
- Ti giudicherei se ti dicessi qualcosa, qualunque cosa in questo momento, se cominciassi con... sei così, o così, e non la finiremmo più di etichettarci. E considerato che non voglio farlo sta a me scegliere se continuare questa conversazione oppure no.
- Sto aspettando che tu lo faccia.
- Potrei anche non continuare a farla e bagnarti con l'acqua e basta.
- Smonteresti anche me, allora.
- E così farò, smonterò questa montata inutile per dirti che siamo quel che siamo, anche con tutto quello che non siamo. E per quello che non piace non occorre prenderci pensiero, se troppo insopportabile diventa il peso voltiamo l'angolo e non guardiamoci più nemmeno. In questo modo avremmo preservato ciò che ci piaceva e potremmo ringraziarci amabilmente senza abbrutire più di tanto.
- Concordo amica mia per quanto hai detto, e perciò stringiamoci la mano e proseguiamo, ancora non è il momento di voltarsi indietro.