Autore Topic: Riflesso io e l'altra prima parte  (Letto 799 volte)

lascalanellacqua

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Riflesso io e l'altra prima parte
« il: Novembre 10, 2012, 08:28:18 »
Non si dovrebbero lasciare specchi appesi nelle proprie stanze, nò come non si dovrebbero lasciare lettere in cui si confessano orrendi delitti o impossibili amori.
In quel pomeriggio  d'estate non si poteva fare a meno di guardare il lungo specchio appeso fuori dell'anticamera.
Si poteva vedere riflesso nello specchio il tavolo di legno dirimpetto, ma anche parte del giardino che si stendeva più in là fuori e il sentiero erboso che si allontanava tra siepi di alti fiori finchè la cornice dorata lo tagliava fuori, portandone via un angolo.
nell'anticamera non c'era nessuno, la stanza quel pomeriggio, era piena di  creature, luci ed ombre, tende che si gonfiavano, petali che cadevano cose che non accadono mai, sembra, mentre qualcuno sta guardando.
E anche,  all'improvviso, si diffondeva una torbida oscurità, come una seppia avesse inondato di porpora tutta l'aria; e la stanza aveva sue passioni e rabbie e invidie e dolori che venivano ad annuvolarla.
Tutto non rimaneva simile per due secondi.
Ma lo specchio rifletteva,
fuori il tavolo d'ingresso i girasoli il sentiero del giardino con immobile accuratezza quasi trattenuti nella loro realtà senza poter fuggire.
tutto era mutevole intorno
tutto era immobile là nello specchio
le cose nello specchio avevano cessato di respirare
intorno la vita mutevole cambiava orizzonti e colori e c'erano respiri quasi umani.
Lei era scesa giù per il sentiero ed era svanita, tagliata dalla cornice dorata con il suo frusciante vestito verde e con in mano un cestino.
Era andata a cogliere fiori colorati profumati da poggiare dentro il cestino. Lei Era più una rosa rossa  appassita che una immacolata orchidea. questi paragoni sono superficiali e vengono a mettersi tramando tra gli occhi e la verità.
Per restare ai fatti, era un fatto che era una zitella; era ricca aveva fatto viaggi importanti aveva riempito la sua casa di oggetti comprati nei più oscuri angoli del mondo e aveva i cassetti colmi di lettere legate con nastri di sole.
per restare ai fatti lei aveva conosciuto molte persone,
aveva avuto molti amici e molti amori e se si potessero leggere quelle lettere si troverebbero parole d'amore, traccie di affanni, di appuntamenti mancati, di gelosie e di rimproveri, di terribili parole di rotture e di gioie immense .... vale a dire lei non si era mai sposata e tuttavia, a giudicare dal suo sguardo penetrante come una frecccia tesa, aveva vissuto 100 volte di più passioni ed esperienze di coloro che non sanno vivere.
Una grande forma nera apparve nello specchio e poggiò dolcemente sul tavolo un pacco di tavolette di marmo e scomparve.
Erano le lettere di Lei e anche se era una fantasia non sembravano una manciata di lettere qualsiasi se si fossero potute leggere si sarebbe saputo tutto su di lei e della sua vita.
Quelle tavolette di marmo erano intagliate con geroglifici, 
segni densi di significato,
poi lei lentamente le avrebbe aperte,
per leggerle parola per parola e poi con un profondo sospiro avrebbe strappato le buste in mille pezzetti quasi che di ogni cosa avesse visto il fondo e avrebbe legato le lettere con un nastro di sole e poi le avrebbe riposte in un cassetto decisa a non far conoscere a nessuno il loro contenuto.
Lei non voleva che gli altri la conoscessero ma non poteva continuare a fuggire.
bisognava fissarla lì in quel punto preciso, bisognava incatenarla lì.
Bisognava rifiutare di lasciarsi sviare dalle parole e dai gesti che le circostanze offrivano - pranzi e visite e conversazioni educate - bisognava mettersi nelle scarpe di lei, nel suo frusciante vestito bisognava diventare i suoi orecchini di farfalle
Certo che lei lontano nella parte più lontana del giardino, con abili mosse sollevando le forbici tagliava un fiore morto, un ramo secco.
Il sole le colpiva il viso e i suoi occhi avevano uno sguardo indefinibile era ironica, tenera, vivace o impassibile?
Il suo bel viso un pò sfiorito  era rivolto al ramo più alto.
E si coglieva l'aspetto più profondo del suo essere da tradurre in parole, quello che per la mente è come il respiro del corpo, quello che si chiama felicità o infelicità.
Lei certamente era ricca, era colta, aveva molti amici, aveva molti amori, viaggiava e comprava suontuosi tappeti in turchia  e vasi rossi in persia.
Viali di piacere si stendevano in ogni direzione a partire dalle sue mani che con le forbici tagliavano rami tremanti mentre nuvole di pizzo velavano la sua faccia.
Rapidamente tagliò un ramo più grande che cadendo a terra fece un sordo rumore. Mentre cadeva si fece un pò di luce. la sua mente era piena di tenerezza era piena di rimpianto...La caduta del ramo le avrà fatto pensare che anche lei morirà ma afferrando al volo questo pensiero con il suo immediato buon senso pensò, che la vita l'aveva trattata bene...e anche il ramo caduto si sarebbe dissolto nella terra tra le radici delle violette.
Rifletteva senza formulare alcun preciso pensiero rifletteva nuvole di silenzio era piena di pensieri. La sua mente era come l'anticamera della sua casa dove le luci danzavano avanzavano si piegavano piroettavano con passo delicato e poi tutto il suo essere veniva inondato dalle nuvole di qualche profonda consapevolezza di qualche rimpianto inespresso e poi era piena di cassetti chiusi, zeppi di lettere divisi in mazzi chiusi da un nastro di sole.
Pensare di forzarla come se fosse un'ostrica era assurdo.
Bisognava solo immaginare..... eccola nello specchio dentro la cornice dorata.
Era lontana non si poteva vedere con chiarezza.
Veniva avanti indugiando....soffermandosi e raddrizzando una rosa, sollevando un garofano per sentirne il profumo....veniva avanti e diventava sempre più grande nello specchio diventava più grande... diventava completamente quella stessa persona nella cui mente si era cercato di penetrare.
Ecco il suo vestito verde chiaro, le scarpe sottili il cestino e qualche cosa di lucente intorno al collo e farfalle sfavillanti nei lobi dei suoi orecchi.
Veniva lentamente chiedendo con cortesia a tutte le cose riflesse nello specchio di farle posto. E le lettere, i girasoli, il sentiero si fecero da parte in modo di accoglierla in mezzo a loro.
Eccola infine nell'anticamera
Rimase perfettamente ferma.
Subito lo specchio riversò su di lei una luce che come fosse un acido e corrose tutto ciò che non era essenziale ciò che era superficiale...per lasciare solo la verità.
Fu uno spettacolo straordinario tutto le cadde addosso, nuvole, vestiti, cestino, diamanti tutto quello che aveva toccato fiori e rami secchi.
Questa era la donna vera...
Era nuda in quella luce spietata e non c'era nulla Lei era perfettamente vuota.
Non aveva pensieri
non aveva amici
amori
non teneva a nessuno
e quanto alle lettere erano bollette
Guardatela, mentre sta lì vecchia e angolosa segnata di vene e di rughe col naso arcuato e il collo grinzoso.

Non si dovrebbero lasciare specchi appesi nelle proprie stanze.


presenza

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Re:Riflesso io e l'altra prima parte
« Risposta #1 il: Novembre 10, 2012, 14:51:07 »
Un pezzo assolutamente prezioso. Trascrivi esattamente il pensiero così come alla tua mente appare.
Ti chiedo inoltre: la punteggiatura... seguendo il tuo pensiero e scrivendo non hai fatto caso ad essa tralasciandola completamente, o volutamente hai messo qua è là qualche punto, omesso le maiuscole e le virgole?
E ancora: non occorre mettere un accento sul "no"

lascalanellacqua

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Re:Riflesso io e l'altra prima parte
« Risposta #2 il: Novembre 10, 2012, 18:54:31 »
 ho il brutto vizio di non tornare mai sulle cose che ho scritto, e questo è male perchè si dovrebbe correggere grammatica e  sintassi.
Siccome ho deciso di raccogliere tutto quello che ho scritto in una raccolta dovrò riprendere i manoscritti e fare un gran lavorone.
Per quanto riguarda la punteggiatura non la uso, tendo a non usarla è una scelta  è come se
scrivessi
delle pennellate e le lasciassi lì
chi legge può inventarsi dove
fermarsi
riuscendo a capire
comunque ciò che voglio raccontare.
Frammenti letterari i miei scritti sono Frammenti/pennelati

nihil

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Re:Riflesso io e l'altra prima parte
« Risposta #3 il: Dicembre 12, 2012, 08:15:14 »
bellissimo davvero, mi era sfuggito. Melanconico, poetico, triste, zampillante di riflessi di vita e di passato, di quello che sembra e di quello che è, questo pezzo è davvero intrigante.

nihil

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Re:Riflesso io e l'altra prima parte
« Risposta #4 il: Aprile 25, 2014, 18:30:11 »
lascala, ma quando di potremo rileggere? dove sei finita?


Birik

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Re:Riflesso io e l'altra prima parte
« Risposta #5 il: Aprile 25, 2014, 21:57:21 »
Letto con piacere.