Milano: via Paolo Sarpi, la "Chinatown" del capoluogo lombardo si sta "gentrificando". La zona storica dei cinesi sta attirando giovani coppie e professionisti.
Alla fine della prima guerra mondiale i primi immigrati cinesi si trasferirono nella zona di via Sarpi perché era una zona "borghese" in decadenza, come la zona di piazza Vittorio a Roma. I negozi chiudevano e le case costavano poco. Quindi c'era il potenziale per "buoni affari", spiega Angelica de Vito nel blog "Cina-Milano".
Quei cinesi arrivarono dalla Francia, dove erano stati mandati a sostituire gli uomini al fronte, e si spostarono in Italia. Si innescò così l'effetto calamita, e al primo nucleo seguirono altri flussi, prima dalla Francia e dall'Olanda e poi dalla Cina. Così nacque la Chinatown di Milano, zona di manifatture, in particolare abbigliamento.
Negli anni '80 del secolo scorso i milanesi andavano in via Sarpi e nelle strade adiacenti per acquistare i regali di natale. Negli anni '90 e 2000 questo quartiere era diventato una zona di commercio all'ingrosso, alla ribalta della cronaca a causa dei tafferugli tra commercianti e vigili urbani nell'aprile 2007.
Poi l'arteria principale, via Sarpi, fu pedonalizzata ed i negozi commercialmente diversificati. Le trasformazioni stanno cambiando la natura del quartiere, spiega Claudio Bianchi, autore del libro "Il drago e il biscione, cent'anni di convivenza: i cinesi a Milano". Sta mutando anche la stratificazione sociale. Secondo l'anagrafe sono 25 mila i cinesi residenti in città, ma sono numerosi quelli che lasciano il quartiere Sarpi per andare ad abitare dove le case costano meno, come Bicocca, piazzale Loreto o via Padova. Al loro posto stanno giungendo giovani professionisti che desiderano abitare vicino al centro storico, al quartiere Isola, alla stazione Garibaldi e ai nuovi grattacieli, simbolo del rinnovamento urbanistico di Milano.
Nella zona di via Sarpi man mano che si liberano gli appartamenti arrivano giovani coppie o single. Qui i negozi sono quasi tutti gestiti da asiatici, ma molti di questi abitano in altri quartieri. Inoltre, accanto ai venditori all'ingrosso ci sono anche negozi gestiti da italiani, studi di architetti, designer o videomaker.
Sta avvenendo la "gentrificazione", il processo in cui persone creative o professionisti "colonizzano" quartieri etnici e popolari.