Quella febbre così all'improvviso diceva qualcosa. E lei sapeva cosa. La mattina come tutte le mattine si era alzata dal letto e tuttavia si sentiva uno straccio. Debole, insicura, accaldata avrebbe voluto dormire ancora. Svegliò i bambini, suvvia di corsa è già tardi. Accompagnandoli a scuola sentì un conato salire dallo stomaco. Oddio che schifo, mi sento proprio male stamattina. Non vedeva l'ora di rimettersi a letto e lo fece, ma la madre l'aspettava. Non ho voglia, non ne ho assolutamente voglia e tuttavia non posso non andarci. Si mise in macchina mentre avrebbe voluto rimanere così senza fare niente, distesa sul divano.
Quel dolore che a malapena aveva poi superato, l'aveva colpita così tanto in profondità da risvegliare il suo corpo. E la reazione era adesso la febbre, e che febbre. E' il mio corpo che parla, mi dice, lo so, lo sento.
Trascorse il tempo e alle due stava finalmente sul divano. Nessuno la chiamò, nemmeno i bambini. Ogni tanto le si avvicinavano per chiederle come andasse e lei rispondeva: male, mi sento male. Mannaggia non ci voleva, e tuttavia non poteva non stare male, un colpo l'aveva azzerata, adesso toccava riprendersi. E la febbre è sempre l'inizio di una ripresa.