Era come sempre notte fonda.
Ancora sveglia.
Quanto vuoto nella mente, un silenzio assordante che non le permetteva di avere pace.
Dormire neanche a pensarci.
Si alzò dal letto e nell'oscurità cercò il flebile riflesso della luce lunare, e si avvicinò alla grande finestra della stanza.
Una luna splendida si affacciò nel cielò, e la guardò.
E lei improvvisamente si sentì nel mezzo di una terra sconfinata, desolata, blu, fredda.
E la luna la guardava, e lei guardava la luna e le parve di scorgere una lacrima che scivolava giù.
O forse adesso si trovava davanti ad un lago grigio, profondo, silenzioso, e il riflesso era quello che le restituiva lo specchio d'acqua.
O forse adesso si trovava nel suo letto di tanti anni fa, quando da piccola pensava come si sarebbe sentita il giorno che il suo vecchio padre sarebbe morto.
O forse adesso stava di fronte al suo peggior nemico, che le lasciava lividi sui polsi, e lei ferma, ammutolita, a piangere senza un grido.
Lei guardava la luna, e davvero l'aveva vista piangere.
O forse era semplicemente il suo riflesso sul vetro della finestra, e quella era la sua lacrima.