“Vendita” dell’animaLa cosiddetta “vendita dell’anima” è uno dei topoi ricorrenti nella letteratura agiografica strutturata su due elementi dominanti: "il patto con il diavolo" e il personaggio Faust. L’acquirente dell’anima è in genere indicato in Mefistofele, un diavolo citato solo dalla fine del XVI secolo.
Faust Bojan, detto anche
Faustus, è il protagonista di un antico racconto popolare tedesco, usato come base per numerose opere letterarie, teatrali, musicali e cinematografiche.
Il racconto ispirò anche
Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832), che scrisse il "Faust" e lavorò a quest’opera letteraria in più volte e per circa 60 anni, dal 1772 al 1831.
Il Faust di Goethe è uno scienziato, insoddisfatto dei limiti del sapere umano. Viene tentato dal demonio Mefistofele, al quale “vende” la propria anima in cambio della giovinezza, la sapienza ed il potere di disporre delle sorti altrui: porta alla follia e alla morte una ragazza, Margherita; poi utilizza la sua diabolica influenza presso le corti principesche.
Goethe non considera Faust il peccatore che merita la punizione divina, come lo voleva la tradizione religioso-popolare. Per questo scrittore la volontà di Faust di sapere, di andare oltre è positiva, perciò alla fine Dio gli salva l'anima.
Un altro celebre scrittore che elaborò la leggenda di Faust fu l’irlandese
Oscar Wilde (1854 – 1900), che nel 1891 fece stampare in volume un suo romanzo: “
Il ritratto di Dorian Gray”, ambientato nella Londra vittoriana del XIX secolo.
Narra di un giovane, Dorian Gray,che fa della sua bellezza fisica una tragica esperienza estetica.. Egli inizia a rendersi conto del privilegio del suo fascino quando Basil Hallward, pittore suo amico, gli fa il ritratto, il quale suscita in Gray il desiderio di rimanere per sempre giovane e bello. A tal fine stipula un “patto col demonio” che esaudisce il suo “voto”, mentre il quadro che lo rappresenta in età giovanile col trascorrere degli anni mostra i segni della decadenza fisica del suo corpo, ma non solo, diventa anche lo “specchio” della sua anima moralmente corrotta.
Dorian ogni tanto si reca nella soffitta per controllare e schernire il suo ritratto che invecchia, ma gli crea anche rimorsi e timori. Decide di distruggerlo. Lacera il quadro con un coltello, ma in tal modo uccide se stesso. Il coltello che usa è quello con cui aveva ucciso il suo amico pittore Basil Hallward.
I servi trovano Dorian Gray morto, invecchiato, irriconoscibile, invece il dipinto che lo ritrae lo mostra nuovamente giovane, ma con un coltello conficcato nel cuore.
Pure il noto letterato tedesco
Thomas Mann (1875 – 1955) volle dare la sua versione del Faust. Titolò il suo romanzo “
Doctor Faustus”, in cui narra la tragica storia del compositore musicale Adrian Leverkuhn, il quale, come Faust, dà la sua anima al diavolo per avere anni di successi e fama. Ma ad un patto. Adrian non potrà amare nessuno. E la vita senza amore non è vita.
Pubblicato nel 1947, il romanzo esprime l'atmosfera della catastrofe nazista negli anni precedenti la seconda guerra mondiale.
Nel nostro tempo anche una ragazza moscovita ha “venduto” la sua anima.
Lekaterina, questo è il nome della donna di 26 anni, ha utilizzato un noto sito di aste on line (“Molotoch ru”) per pubblicare il suo singolare annuncio:
"Vendo anima in ottime condizioni, un po' logorata ma ben tenuta e senza buchi, sembra assolutamente nuova. Prezzo iniziale 500 mila rubli (pari a 12mila euro)".Lekaterina è divorziata ed abita con la madre. Per ristrutturare la casa aveva venduto anche il vestito usato per le nozze, ma le serviva altro denaro. Ed arrivò la telefonata risolutiva. "Un'anima buona mi ha dato i soldi che mi servivano", racconta Iekaterina che aveva offerto un certificato di vendita nel quale si dichiarava che l'acquirente poteva usare la sua anima senza alcun limite.
Il rituale per la “vendita” dell’anima prevede il baratto: si dà la propria anima ad un demone in cambio del suoi aiuto per ottenere ciò che si desidera.
Ma l’anima non può essere venduta secondo i ricercatori dell’università statunitense di Emory, vicino ad Atlanta. Hanno eseguito dei test con dei volontari ed hanno analizzato l'attività del loro cervello con la risonanza magnetica. Hanno constatato che i valori che riteniamo importanti attivano un circuito neuronale che serve a valutare ciò che è giusto e sbagliato, le cose che si possono fare e quelle vietate. E l'anima è invendibile. Ma si può vendere un oggetto che non esiste ?