Autore Topic: Scienza e fede  (Letto 4146 volte)

Doxa

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Scienza e fede
« il: Settembre 13, 2012, 18:38:38 »
Scienza e fede

Cos’ la scienza e cos’è la fede ?

La parola  scienza deriva dal latino "scientia", significa conoscenza, ottenuta con procedimento metodico e rigoroso tramite  l’attività di ricerca  per giungere ad una descrizione oggettiva della realtà e delle leggi che regolano i fenomeni.

La nascita della scienza moderna è un fenomeno complesso. Fu sviluppata dal 16/esimo secolo con l’accumulo delle conoscenze in diversi ambiti e l’abbandono  di principi  filosofici o trascendenti per spiegare la realtà naturale.
 
Nel '500 il concetto di scienza era ancora legato ad una visione del mondo di tipo qualitativo, la natura veniva considerata come un essere vivente. Invece  nel '600 si affermò la concezione della scienza come un sapere oggettivamente verificabile e pubblicamente controllabile.

La scienza moderna  analizza le cause dei fenomeni, cerca le leggi che li sottendono, sulla base di ipotesi vagliate da esperimenti ed espresse in termini matematici. La “matematizzazione” della natura condusse alla riforma del metodo d'indagine e all'adozione di modelli per spiegare la realtà naturale.

La scienza moderna è conoscenza empirica, controllabile dagli studiosi di una disciplina che usano tecniche e procedimenti, noti come metodo scientifico, che guida il processo di valutazione della conoscenza.

Cos’è la fede ? E’ una convinzione. Per i cristiani significa credere in Dio per come viene insegnato. Quando il cristiano dice “io credo”, esprime una certezza, non paragonabile con la scienza.  La sua fede è una virtù teologale.

La fede religiosa  è più della fiducia.

Come la fede religiosa è quella politica, basata su un’ideologia. 

Ci sono fedeli religiosi e politici che sono disposti ad essere perseguitati ed anche uccisi per difendere i loro ideali, e molti per attestare la loro fede  sono disposti ad uccidere ed iniziare guerre. In nome di un dio molti fedeli sono andati ad uccidere altri che non professavano la loro stessa fede.

Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #1 il: Settembre 13, 2012, 19:02:01 »
Scienza e fede/2

La scienza e la fede sono come due parallele, non s’incontreranno mai, perché rispondono ad esigenze diverse ed esigono postulati diversi.

La scienza ha una logica coerenza e quando definisce una “verità” è valida per tutti, invece  in una religione i dogmi e le norme servono solo per i  propri credenti.

Il nostro vivere può essere spiegato solo su basi scientifiche senza la necessità di postulare un Dio creatore ?

In epoca preistorica gli individui pensavano che  l’ambiente in cui vivevano fosse dominato da forze sovrannaturali, che temevano. Il fulmine ed il tuono, per esempio, non sapevano che erano fenomeni atmosferici, e li consideravano manifestazioni di quelle forze misteriose.

In questa regressione della razionalità si colloca l’irrazionalità della fede in una religione,  l’illusione nei miracoli, l’affidare la propria vita ad entità sovrannaturali, a santi che intercedono presso Dio che soccorre, ed ha potere taumaturgico. Pregare può, per esempio,  aiutare a sperare nel miracolo della guarigione da una malattia propria o di una persona cara.

Affidarsi con fiducia ad un’entità sovrannaturale, nella convinzione che la divinità sa tutto, può tutto e ci sostiene nei bisogni, è un esercizio che può dare fiducia e serenità; dai filosofi è denominato “ottimismo ontologico”, dagli psicologi  “atteggiamento mentale positivo”, ma non guarisce dalle malattie.

Credere nelle divinità può dare sostegno spirituale e conforto, può far superare periodi desolati e desolanti, in cui si è affranti dal dolore di una diagnosi senza speranza, ma tale credulità non ha nulla di scientifico. 

Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #2 il: Settembre 14, 2012, 08:56:28 »
Scienza e fede/3

L’astronomo e matematico francese Pierre-Simon de Laplace nel 1796 fece omaggio a Napoleone I Bonaparte di una copia del suo libro titolato: “Exposition du système du monde”, dove espone la sua ipotesi sull’origine del sistema solare da una nebulosa.

Napoleone gli disse: “Cittadino, ho letto il vostro libro ed ho notato che non avete dato spazio all’opera del Creatore”. Laplace rispose: “Cittadino primo console, non ho avuto bisogno di questa ipotesi.”

Infatti la sua cosmologia è basata sulla non necessità di ipotizzare l’esistenza di un Dio  che interviene nell’universo.

La scienza per spiegare la realtà non ha bisogno di Dio
e della sua potenza. Ma nel  passato nella fisica e nella cosmologia era diffusa la convinzione dell’intervento divino. Oggi c’è un po’ di quella convinzione nella biologia e nella vita.

Siamo esseri viventi, e su questo pianeta siamo assediati da innumerevoli altri esseri viventi. Veniamo a contatto con piante ed animali, virus e batteri che si nutrono, respirano e si riproducono.

Non sorprende quindi che fin dai tempi antichi gli individui si siano chiesti che cosa caratterizza la vita nella sua essenza. E’ forse la presenza o l’assenza del principio trascendente che chiamiamo anima ? O la vita può essere spiegata solo su basi scientifiche, senza la necessità di postulare un Dio creatore ?

Persiste la visione mistica della vita organica, come se si trattasse di un fenomeno incompreso ed incomprensibile, perciò ci sono persone che reagiscono con incredulità e stizza alle dichiarazioni di chi annuncia di averla creata in laboratorio, come è accaduto di recente.
 
Nel commentare queste ricerche c’è chi ha detto che si sta pericolosamente “giocando a fare Dio”, implicando che solo Dio è responsabile dell’origine della vita e del resto.

Qual è l’atteggiamento da tenere riguardo a queste notizie ? Per rispondere al quesito occorre chiedersi che cos’è la vita organica e biologica e qual è il senso della vita umana.

Sul senso della vita si potrebbe aprire un nuovo topic, ma non mi sembra che ci sia la sezione adatta.

nihil

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Re:Scienza e fede
« Risposta #3 il: Settembre 17, 2012, 08:29:34 »
scienza e fede non sono mai andate d'accordo, una rappresenta la razionalità, l'altra un'illusione salvifica.

Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #4 il: Settembre 17, 2012, 09:24:47 »
Scienza e fede/4

Si nihil, hai ragione.

La creazione dell'universo si può spiegare anche senza l'intervento di Dio, poiché le ultime scoperte scientifiche hanno dimostrato che esistono alternative all'idea che esso sia nato dalla mano divina.

Se Dio avesse voluto creare l'universo allo scopo di creare l'uomo, non avrebbe avuto senso aggiungere tutto il resto.

E' l’Uomo che ha creato Dio e non Dio l'Uomo. Lo ha creato perché ha bisogno di invocare il trascendentale nei momenti di bisogno.

E non riuscendo a considerare in modo logico il firmamento e l'enorme varietà degli organismi viventi, nell'antichità pensarono al concetto di creazione divina, così nacquero numerosi miti. Ogni cultura ne ha elaborato uno proprio. Ma sono miti e non teorie scientifiche.

Dai miti non è possibile trarre previsioni,  sono atti di fede che non si possono confutare come le teorie scientifiche.
Non è possibile convincere un credente dell'inconsistenza del mito biblico della creazione, né è intendimento degli scienziati farlo. Però la comunità scientifica pretende che chi apprezza la logica e il rigore del metodo scientifico, cioè della ricerca della verità attraverso l'osservazione e la sperimentazione, sia libero da anatemi e da imposizioni di qualsiasi tipo.

Il metodo scientifico esige la verifica di ogni affermazione e il rifiuto di qualunque autorità che si ponga al di sopra della critica.

Tale metodo ha incoraggiato un atteggiamento analogo anche  nei confronti delle religioni, con esiti inevitabilmente polemici.

Molti considerano le credenze religiose superate dalla conoscenza scientifica, altri lo negano, ed altri ancora mantengono fede e ragione su piani diversi, per cui esse non si  scontrano.

Comunque è evidente che la scienza attraverso le conquiste tecnologiche ha trasformato la vita di miliardi di persone, modificando il senso di dipendenza dell'uomo da Dio.

Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #5 il: Settembre 18, 2012, 09:12:45 »
Scienza e fede/5

Alla fine del medioevo l’incontro tra religione e “scienza” avvenne in alcune università europee. Numerose  quelle che furono create dagli ordini religiosi, con docenti culturalmente rilevanti, fra i quali il canonico ed astronomo polacco Niccolò Copernico (1473 - 1543), famoso per la sua teoria eliocentrica, che considera il Sole al centro del sistema di orbite dei pianeti componenti il sistema solare.

La teoria copernicana, basata su calcoli matematici, evoca  quella greca di Aristarco di Samo (310 a. C. circa – 230 a. C. circa) ed è opposta a quella geocentrica dell’astronomo e geografo Claudio Tolomeo, che nel 150 circa d.C. nel suo “Trattato matematico”  considerò la Terra al centro del sistema solare. Quel trattato fu per circa 1500 anni alla base delle conoscenze astronomiche nel mondo islamico e in Europa.

Copernico scrisse il “De Revolutionibus orbium coelestium”, pubblicato nel 1543, poco prima della sua morte in quell’anno. Quando il suo studio quando fu pubblicato creò tensione e l’opposizione del clero, il quale sosteneva che Dio mise la Terra al centro dell’universo.

Oltre mezzo secolo dopo la teoria copernicana fu ripresa dal tedesco Giovanni Keplero (Johannes Kepler, 1571 – 1630) e dall’italiano Galileo Galilei (1564 – 1642).

Keplero riaffermò l’ipotesi eliocentrica  e scoprì empiricamente le leggi che regolano il movimento dei pianeti intorno al Sole.  Dimostrò che le orbite dei pianeti non sono necessariamente circolari.

Galileo aggiunse i suoi studi sull’eliocentrismo e perfezionò il “cannocchiale” per scrutare il cielo,  ma il suo maggior contributo fu quello di aver dato solide basi al metodo scientifico.

Il “cannocchiale” fu costruito e brevettato nel 1608  dall’ottico  di origine tedesca  Hans Lippershey,   che accoppiò una lente concava ad una lente convessa, riuscendo ad ingrandire di tre volte l’immagine.
   
Nell’agosto  del 1609, Galileo con l’aiuto dei vetrai di Murano e Venezia riuscì a migliorare l’ottica dell’”occhiale a canna”  (telescopio), capace di mostrare un  oggetto  “lontano 50 miglia”, col quale scoprì 4 satelliti del pianeta Giove e i monti sulla luna. Nel mese di marzo del 1610 pubblicò le sue ricerche nel libro “Sidereus nuncius”.

Pochi compresero la positiva novità apportata da Galileo, il quale non presentò la scienza  come alternativa alla fede, ma sosteneva che entrambe conducevano a Dio.

Lo scienziato pisano ancora non sapeva  che l'entusiasmo con il quale diffondeva e difendeva le proprie scoperte e teorie avrebbe suscitato resistenze e sospetti  in ambito ecclesiastico. Evidentemente, la Curia Romana cominciava già a intravedere quali conseguenze avrebbero potuto avere questi singolari sviluppi della scienza sulla concezione generale del mondo e quindi, indirettamente, sui sacri principi della teologia tradizionale.

Galileo era convinto della correttezza della cosmologia copernicana ed era consapevole che questa non si accordava con diverse affermazioni della Bibbia e di Padri della Chiesa, che attestavano invece una concezione geocentrica dell'Universo. E poiché la Chiesa considerava le Sacre Scritture ispirate dallo Spirito Santo, la teoria eliocentrica poteva essere accettata soltanto come un modello matematico senza alcuna attinenza con la reale posizione dei corpi celesti. Proprio sotto questa condizione, il libro del Copernico - il De revolutionibus orbium coelestium - non era stato condannato dalle autorità ecclesiastiche.

Nella Chiesa, due erano i maggiori Ordini tutelari della cultura scientifica e teologica: l'Ordine dei Gesuiti che vantava nelle sua fila numerosi matematici e fisici, e quello domenicano, fedele all'insegnamento dottrinario di san Tommaso,  pertanto sospettoso di ogni novità che potesse opporsi a quella metafisica.  Mentre i gesuiti, in un primo tempo, si mostrarono aperti di fronte alle nuove scoperte astronomiche, furono i domenicani i più decisi oppositori di Galileo, denunciando i pericoli che le teorie galileiane potevano apportare alla tradizionale dottrina della Chiesa.

Nel  gennaio del 1630 Galileo Galilei completò il suo “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, ma  ricevette l’autorizzazione alla stampa  nel luglio del 1631. Il libro fu pubblicato a Firenze il 21 febbraio 1632 e nel mese di settembre l'Inquisizione romana sollecitava quella fiorentina di notificare a Galileo l'ordine di “comparire a Roma entro il mese di ottobre davanti al Commissario generale del Sant'Uffizio”.

Diversi furono i suoi tentativi di evitare di presentarsi a Roma.

Il primo gennaio del 1633 il cardinale Antonio Barberini scriveva all'inquisitore fiorentino Clemente Egidi che il Sant'Uffizio non poteva  “tolerare queste fintioni, né dissimular la sua venuta qui”, minacciando di “pigliarlo et condurlo alle carceri di questo supremo Tribunale, legato anche con ferri.” Privo della protezione del Granduca di Toscana, che non voleva mettersi in urto con la Chiesa, il 13 febbraio 1633 Galilei giunse a Roma.

Il processo iniziò  a Roma il 12 aprile del 1633 e venne concluso il 22 giugno nella sala capitolare del convento domenicano di Santa Maria sopra Minerva. Galileo ascoltò la sentenza stando in ginocchio. Gli fu imposta l'abiura e proibito il  testo riguardante “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”. inoltre fu condannato al “carcere formale ad arbitrio nostro” e alla “pena salutare” della recita settimanale dei sette salmi penitenziali per tre anni, riservandosi l'Inquisizione di “moderare, mutare o levar in tutto o parte” le pene e le penitenze.

Il rigore fu poi mitigato: la prigionia consistette nel soggiorno coatto per cinque mesi presso la residenza romana del Granduca di Toscana, Francesco Niccolini, a Trinità dei Monti,  poi a Siena nella casa dell'arcivescovo Ascanio Piccolomini.  Quanto ai salmi penitenziali, Galileo incaricò di recitarli, con il consenso della Chiesa, la figlia Maria Celeste.

Dopo alcune vicissitudini Galileo chiese al Sant’Uffizio di essere confinato nella sua villa di campagna ad Arcetri.  Solo i familiari potevano fargli visita, se autorizzati.

Nel 1638 Galileo pubblicò in Olanda ll trattato scientifico “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti la mecanica e i moti locali” che lo confermò “padre” della scienza moderna.

Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #6 il: Settembre 19, 2012, 08:51:00 »
Scienza e fede/6

Il  magistero della Chiesa cattolica ha più volte argomentato sulla questione dell’evoluzione. E l’attuale pontefice Benedetto XVI ha ribadito che  “Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario”. E’ ovviamente un pensiero coerente con il suo ruolo e la sua fede.

Nel mondo scientifico l'evoluzione biologica rappresenta la chiave interpretativa della storia della vita sulla Terra.

Fiorenzo Facchini, sacerdote e professore di antropologia all’università di Bologna, dice  che  il dibattito su evoluzione e creazione è “inquinato” da posizioni politiche oltre che ideologiche. Comunque anch’egli crede  che la vita sulla terra sia cominciata in ambiente acquatico  circa 4 miliardi di anni fa con esseri unicellulari, ma la successione con cui comparirono pesci, anfibi, rettili, uccelli e i mammiferi, compreso l’uomo, e la grande rapidità della loro evoluzione sono un problema ancora da chiarire.

La comparsa dell'uomo fu un necessario sviluppo delle potenzialità della natura o un progetto di Dio ?  La spiritualità che caratterizza l’individuo può emergere anche della materia ?

L'evoluzione suppone la creazione, una ‘creatio’ continua", Ma chi iniziò la creazione ? Fu un evento biologico o dipese da una volontà che i credenti chiamano Dio ?

Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che "la creazione non è uscita dalle mani del Creatore interamente compiuta" (n. 302). Dio ha creato un mondo non perfetto, ma "in stato di via verso la sua perfezione ultima. Questo divenire nel disegno di Dio comporta con la comparsa di certi esseri la scomparsa di altri, con il più perfetto anche il meno perfetto, con le costruzioni della natura, anche le distruzioni" (n. 310). Insomma la Chiesa per sopravvivere con la sua mitologia si adatta ai tempi, facendo finta di dimenticare che ha sempre proclamato Dio “essere perfettissimo”.

La Bibbia parla di una dipendenza di tutti gli esseri da Dio e di un  suo disegno creativo.  E la scienza non può dimostrare né escludere che un disegno superiore si sia realizzato, quali che siano le cause, all'apparenza anche casuali.

presenza

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Re:Scienza e fede
« Risposta #7 il: Settembre 19, 2012, 17:02:28 »
Un Trattato interessante, o forse un'esposizione dettagliata della tua conoscenza. Si evince una grande passione per l'argomento propria di uno studioso. 

Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #8 il: Settembre 20, 2012, 10:48:49 »
Gentile Presenza, “nomen omen”, questi  miei post dedicati allo scontro-incontro tra scienza e fede devi considerarli tematici non un “trattato”.

I miei scritti sono basati su letture di libri e riflessioni personali. In questo topic devi intravedere il mio interesse passato e presente per la storia del cristianesimo e la teologia cristiana; perché credere o non credere Cristo-Dio o Gesù-Messia.

Devi anche comprendere  il mio sforzo prometeico  per comprendere la struttura mitica del cristianesimo e liberarmi dalla credulità religiosa.

E a proposito di "prometeico"..., lo conosci il mitico titano Prometeo ?

Secondo il mito Zeus incaricò Prometeo di creare l’Uomo, che modellò col fango e che animò con il fuoco divino. Come non pensare al biblico Dio ebraico-cristiano ? Anche altre religioni usano il mito per spiegare la creazione del mondo.

Il nome “Prometeo” nella lingua greca significa “colui che riflette”.

Egli simboleggia anche il libero pensiero, la scienza contrapposta alla cosiddetta rivelazione.

Lo “Sturm und Drang” tedesco ed il Romanticismo inglese e tedesco considerano il titano Prometeo come un ribelle contro il potere ecclesiastico o temporale, il simbolo della lotta contro l'oscurantismo  che ostacola il progresso.

Presenza, domandati il perché la Chiesa, con la sua esperienza millenaria, gradisce che i bambini vadano in chiesa e leggano il catechismo. Sa bene che plasmando gli individui fin dall’infanzia con la religiosità, diventano quasi sempre credenti e fedeli.

Prima di concludere permettimi di consigliarti lo sviluppo dei topic che apri, altrimenti diventano spot pubblicitari.

Quando potrò scriverò alcuni post nel  topic  che hai dedicato a“Scienza e filosofia”. :rose:

presenza

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Re:Scienza e fede
« Risposta #9 il: Settembre 20, 2012, 11:26:14 »
Gentile Stranamore, ti chiedo: da dove nasce il tuo interesse per la storia del cristianesimo e la teologia cristiana?
Ritengo che la forma con la quale scrivi ha molto del trattato, se vuoi tematico certamente dal momento che ha come oggetto "Scienza e fede". Infatti la tua è un'esposizione esaustiva sull'argomento in questione.

Mi chiedi se conosco Prometeo, certamente. Le mie conoscenze in merito riguardano studi passati relativi alla mitologia greca, per la quale  Prometeo rappresenta il libero pensiero, la ribellione all'autorità costituita. Fu lui a creare l'uomo rubando agli Dei il fuoco, per donarlo alla sua creatura. Del furto Giove si arrabbiò tanto da commissionare la donna per rendere la vita difficile all'uomo, e per questo motivo volle che fosse bellissima e la chiamò Pandora. A lei Giove donò un vaso chiuso nel quale erano contenuti tutti i mali. Dunque la mandò a Prometeo che di lei diffidò, al contrario di suo fratello Epimeteo che invece la sposò aprendo anche il vaso e in tal modo diffondendo per il mondo tutti quei mali in esso contenuti.
Nel tempo il mito di Prometeo ha assunto valore e simbolo per eccellenza di creatore dell'uomo fino poi, come dici giustamente ad arrivare al Romanticismo inglese e tedesco per raffigurare la ribellione contro il potere ecclesiastico. Ecco l'aggancio al tuo interesse.

Fai cenno ad alcuni miei post nei quali accenno soltanto l'argomento e non lo sviluppo dando pertanto ad essi un'impronta pubblicitaria. Ti chiedo a tal proposito quali miei post non ho sviluppato a dovere così che possa esplicitare meglio le motivazioni  e l'intenzione per cui non l'ho fatto.
Mi farà piacere, inoltre, leggere qualcosa di tuo su Scienza e filosofia. 

Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #10 il: Settembre 20, 2012, 16:46:21 »
Presenza ha scritto: “Gentile Stranamore, ti chiedo: da dove nasce il tuo interesse per la storia del cristianesimo e la teologia cristiana? “

Bene Presenza, abbiamo la possibilità di dialogare. Il mio interesse per la storia del cristianesimo e la teologia cristiana è motivato dalla conoscenza, dalla voglia di verità, di separare  (come dicevano gli accademici della Crusca) il grano dal loglio.

Nel Vangelo di Matteo (13, 24-30) la pianta del loglio viene chiamata “zizzania” (la parabola della zizzania).

La teologia non procede di pari passo con le scienze e la cultura scientifica è diventata un ostacolo per la religione cristiana. Ci sono  ancora teologi e presbiti che nelle loro espressioni ai fedeli sono sconnessi rispetto alle ricerche scientifiche. Ancora insistono nel considerare l’universo immobile, perfetto e complesso, invece ormai sappiamo che segue leggi evolutive dal punto di vista scientifico e che i  mutamenti non sono causati dall’azione diretta di Dio ma dalle forze e dalle interazioni della materia stessa.

La fine del mondo doveva (dovrebbe ?) avvenire come azione divina (la fine dei tempi del cristianesimo), invece la cosmologia  ci dice che avverrà per consunzione, perché l’universo racchiude in sé le forze distruttive che annienteranno il sistema solare e la nostra galassia.   

La conoscenza scientifica è caratterizzata dalla rigorosa attinenza ai fatti, dall’oggettività, invece la religione cristiana è collegata al trascendentale, al mito, alle verità di fede proposte ed imposte  con i dogmi dalla gerarchia religiosa.

Comunque scienza e fede non sono soggette a reciproci contrasti, perché seguono due parallele che non s’incontreranno mai.

Devi ammettere che la scienza e la tecnologia ci offrono un’immagine dell’umanità e del mondo  che diverge da quella presentata dalla Bibbia e penetrata nella coscienza collettiva dei fedeli ebraici e cristiani. Tale divergenza può creare difficoltà tra la visione tradizionale  e la visione scientifica del mondo.

Presenza: “Ritengo che la forma con la quale scrivi ha molto del trattato, se vuoi tematico certamente dal momento che ha come oggetto "Scienza e fede". Infatti la tua è un'esposizione esaustiva sull'argomento in questione.”

Cerco di dire quello che so. Se poi i post che scrivo possono essere utili a qualcuno son contento.

Il mio è un modo diverso di scrittura. Non dedicata al romanzo, al racconto o alla poesia. Se eventualmente non va bene in questo forum basta che mi si dice e tolgo il disturbo, perché scrivo anche in altri siti, con parsimonia e quando posso. 
 
Mi piacerebbe scrivere  e dialogare con voi  sull’iter amoroso e sui rapporti di coppia, ma in questo forum non c’è la sezione adatta. Se l’amministratore deciderà di attivarla ci parteciperò. 

Presenza: “Fai cenno ad alcuni miei post nei quali accenno soltanto l'argomento e non lo sviluppo dando pertanto ad essi un'impronta pubblicitaria. Ti chiedo a tal proposito quali miei post non ho sviluppato a dovere così che possa esplicitare meglio le motivazioni  e l'intenzione per cui non l'ho fatto.”

Per esempio, nella sottosezione scienza hai aperto alcuni topic e sono rimasti sterili. Se inizi un argomento il lettore presume che poi proponi dei post tematici.

Scusami se ogni tanto salgo sulla metaforica cattedra. Con le mie osservazioni cerco di renderti consapevole delle carenze. Hai delle potenzialità ma non ti applichi.  abow
 
Lo conosci il mito di Pigmalione ? E’ uno dei miei preferiti.   :happy:

presenza

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Re:Scienza e fede
« Risposta #11 il: Settembre 21, 2012, 00:16:09 »
La voglia di conoscenza e il desiderio di verità che caratterizza il tuo interesse è proprio di chi si avvicina ai grandi temi della vita, dell'uomo. Ognuno poi lo fa a suo modo.

E certo l'argomento che tratti ti sta a cuore, si percepisce chiaramente. Quanto poi a suscitare interesse, o essere d'interesse per altri, dipende certo dal singolo.

Riguardo i post che ho inserito nella sezione scienza, in verità per nulla volevano essere tematici. Sono stati suggeriti solo dalla parola in sé, e dunque come ho specificato per pura associazione di idee. Tuttavia le associazioni di idee non sono mai completamente avulse da ciò che le origina e si scopre sempre in esse un filo conduttore assolutamente logico e "in tema" col tema originale.

La tua proposta di scrivere riguardo i rapporti amorosi è interessante, se la sezione apposita non c'è hai sempre a tua disposizione "Pensieri, riflessioni e saggi" o anche "cassonetto differenziato". A tal proposito ti chiedo quale impostazione daresti all'argomento?
Comunque "buona scrittura" è l'augurio che mi sorge spontaneo.


Pigmalione nell'uso corrente è proprio di colui che assume il ruolo di maestro nei confronti di persona incolta, specie donna. Ciò deriva dal mito di Pigmalione che innamoratosi di una statua da lui stesso creata, ottenne che questa venisse trasformata in donna vera e poi la sposò. Cosa trovi d'interessante in questo mito, essere un maestro, o essere un maestro per una donna?


Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #12 il: Settembre 21, 2012, 09:09:35 »
Presenza: La tua proposta di scrivere riguardo i rapporti amorosi è interessante, se la sezione apposita non c'è hai sempre a tua disposizione "Pensieri, riflessioni e saggi" o anche "cassonetto differenziato". A tal proposito ti chiedo quale impostazione daresti all'argomento?

L’amore suscita emozioni e sentimenti . La  loro commistione nella psiche  può far sembrare impossibile a molte persone che la relazione di coppia  possa avere un iter con delle fasi, caratterizzate da scansioni temporali che possono essere rappresentate in  un grafico come un percorso a tappe.

Il processo amoroso può andare avanti fino al traguardo finale, rappresentato dall’amore di coppia,   oppure fermarsi durante il metaforico viaggio, che comincia con l’attrazione, che può essere reale o virtuale. Forum,  chat  e telefonate possono creare idealizzazioni, che poi debbono essere  confermate o disconfermate  durante l’incontro vis a vis.

Di solito dopo la reciproca attrazione in ambiente reale segue, se possibile, l’avvicinamento e l’approccio.

Comincia il dialogo; se nasce il feeling, la simpatia o interesse,  si crea il presupposto per il primo appuntamento per conoscersi meglio e decidere se continuare gli incontri o smettere, oppure per decidere se la persona può interessare come amico/a o come partner.

Se entrambi decidono di cominciare la relazione amorosa si entra nella fase della mutua seduzione, alla quale  di solito segue  l’infatuazione, che è il primo livello dell’innamoramento, connesso  con l’attaccamento.

Ma l’innamoramento non è l’amore.
 
E dopo l’amore di coppia ? C’è la crisi di coppia, la fine dell’amore,  la separazione.

Per non fare confusione, nell’agognata sezione dedicata all’amore di coppia ci debbono essere delle sottosezioni che scandiscono le varie fasi ed accolgono i topic attinenti. 

Presenza, che ne pensi della suddetta “scaletta” ?

Per non appesantire e rendere dispersivo il forum  si potrebbero eliminare le esistenti sezioni dedicate all’enogastronomia, allo sport e alla salute e benessere. Puoi constatare che sono scarsamente frequentate.

Al loro posto aggiungerei anche una sezione dedicata al “senso della vita”. Un argomento che di solito interessa.
 
Pigmalione ? Mi piace essere “maestro per una donna”. Hai visto il film “My fair lady” ? Che ne pensi del professor Higgins ? 

Anche in questo post siamo andati off topic. Ma va bene se consideriamo l’amore anche come reciproca fede tra chi si ama e la psicologia una disciplina in parte collegata con la scienza

presenza

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Re:Scienza e fede
« Risposta #13 il: Settembre 21, 2012, 15:06:13 »
Ritengo interessante la suddivisione in sottosezioni della sezione che vorresti dedicare all'amore di coppia. Altrettanto interessante l'argomento “il senso della vita”, ognuno potrebbe intervenire come sa fare e nel migliore dei modi possibili. L'espressione è sempre molto personale, legata anche al vissuto, alla modalità più consona al singolo individuo. Per quanto mi riguarda non ho facoltà di cambiare le cose qui nel forum, ti suggerisco allora di fare richiesta direttamente all'amministratore motivando il perché a tuo avviso, potrebbe essere interessante un argomento di tal genere tanto da dedicargli una sezione.

Ho visto il film “My fair lady”, ripropone esattamente il mito di pigmalione. A suo tempo mi piacque per alcune scene, per la comicità e serietà di certi aspetti. Oggi posso dire che pigmalione, in senso lato, potrebbe essere chiunque è maestro prima di se stesso più ancora che per gli altri. Accompagnarsi, affinarsi, istruirsi e conoscersi è “un dovere” che dobbiamo prima di tutto a noi stessi per poi aprirci agli altri, comprenderli e ascoltarli allo stesso modo di quanto abbiamo fatto con noi stessi.

Riguardo al fatto che siamo andati “off topic”, beh, credo che la conoscenza non è a compartimento stagno, è un continuo fluire e debordare nei vari campi di cui consta. Se così non fosse sarebbe solo nozionismo.

Doxa

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Re:Scienza e fede
« Risposta #14 il: Settembre 25, 2012, 09:37:43 »
Scienza e fede/ 7

Ho titolato questo topic “scienza e fede”, per ragioni di comprensione immediata dell’argomento, ma la terminologia migliore sarebbe  quella di scienza e teologia.

Nel  medioevo la riflessione teologica e la predicazione cristiana ebbero un rapporto di osmosi con la coeva scienza. Successivamente, con le osservazioni astronomiche di Galileo Galilei cominciò l’incomprensione tra scienza e teologia.
 
La  galileiana struttura dell’universo era contraria a quelle aristotelica e tolemaica, sulle quali faceva riferimento la teologia nei confronti della natura, creduta creazione e dono di Dio, nella quale inserisce  l'individuo e riflette sul suo ruolo, sul significato del suo esistere. 

Secondo gli  antichi Greci, la Terra era immobile ed al centro dell’universo. Attorno ad essa c’erano gli astri dotati di movimento (il Sole, la Luna ed i cinque pianeti allora conosciuti) e le stelle fisse. Al fine di spiegare il moto apparente degli astri i Greci  fecero alcune ipotesi.

La concezione dell’universo armonioso (il cosmo), di struttura perfetta ed immobile (il firmamento), si è protratta nella letteratura cristiana fino a pochi decenni fa. Le prove dell’esistenza di Dio derivanti dal movimento traevano la propria origine dalla concezione aristotelica: “Non esiste orologio senza orologiaio, quindi non c’è universo senza Creatore.” Nonostante l’argomento fosse metafisico, esso si basava sulla descrizione del sistema planetario concepito come un orologio perfetto.

Le deduzioni cosmologiche di Aristotele e di Claudio Tolomeo furono inficiate da Copernico e da Galileo, il quale creò una metodologia basata su calcoli matematici.

L’incomprensione della solidità della nuova scienza fu un grave errore da parte dell’Inquisizione ed ebbe ripercussioni sulla religione cristiana. In quel tempo durante le dispute sui fenomeni naturali si usava ricorrere alla Bibbia ed alle testimonianze dei cosiddetti “padri della Chiesa”, come Agostino, Ambrogio ed altri.

Gli avversari di Galileo affermavano che “ci si deve attenere alla sacra Scrittura, senza commenti od interpretazioni che esulino dal suo significato letterale…”. 
   
Il processo contro Galileo rappresentò la supremazia della teologia.

La narrazione biblica non ha il fine di spiegare l’universo e la sua origine, ma la volontà di comunicare il messaggio di “salvezza”, non nell’immanente bensì nel trascendente. 

La ricerca scientifica, invece, cerca di comprendere l’essenza della natura, cerca la risposta ai problemi teorici e pratici che l'osservazione della natura gli pone.