Una poesia non appartiene solo a chi l'ha scritta, ma è anche di chi la legge e la interpreta, in linea con il proprio stato d'animo e il proprio essere, allontanandosi forse dall'idea primaria che ha ispirato il poeta.
Spesso ho pensato che anche gli autorevoli critici della nostra letteratura, a volte, nelle loro spiegazioni siano andati al di là ( o al di qua) delle intenzioni reali dei vari autori.
Ma non importa, perchè ciascuno"prende" quello che sente da una poesia e "dona" alla stessa un pò di sè.
Nel gioco pericoloso e affascinante del funambolo si cela forse il segreto della nostra vita?
Quante volte procediamo sul crinale, in bilico fra terra e cielo, intimamente sicuri di farcela, perchè il nostro volto è proteso verso l'alto.
Sotto di noi c'è il baratro, eppure continuiamo a procedere e, come dice la poesia, quando cadremo, sarà perchè l'avremo deciso noi per sopraggiunta stanchezza, esaltazione, noia,dolore o più semplicemente perchè quel gioco non ci emoziona più.
Cadremo in....basso, ma sarà un magico oltrepassare stelle e pianeti sino a confonderci con il buio degli spazi interstellari, dove gli opposti finalmente si ricompongono in un sentire unitario, olistico che infonderà serenità.
Claudia