Autore Topic: Maschere nude - Un breve racconto a metà  (Letto 352 volte)

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Maschere nude - Un breve racconto a metà
« il: Agosto 16, 2012, 16:02:55 »
In giro stavano soltanto loro adesso, e nessun altro. Erano maschere nude, così le chiamavano i sopravvissuti nascosti ancora sottoterra. Le maschere avevano preso ormai il potere, e si aggiravano a gruppi tutti uguali sterminando i libri. Nessuna emozione poteva più essere vissuta, portava alla sofferenza e dunque doveva essere eliminata.
In superficie non esisteva più il colore, anche la natura era stata piegata e il grigio regnava ovunque. Si stava bene adesso perché non c'era più il tutto e il niente. Le maschere governavano coi loro volti tutti uguali fumando il sigaro per ingrigire anche l'aria.
Sottoterra invece si nascondeva ancora qualche uomo  e loro ancora soffrivano. Se si fossero decisi a convertirsi sarebbero stati bene per sempre. Per questo le maschere avevano l'obbligo, se ne avessero visto qualcuno, di estorcere l'adesione con la forza per convincere l'uomo al bene. Da solo, l'uomo non si sarebbe mai convinto, infatti credeva ancora e ancora si aggrappava all'idea di quel mondo perfetto nell'imperfezione di sentimenti ed emozioni che aveva vissuto prima di quell'avvento, prima che una maschera nuda cominciasse la conversione.
Un uomo, il più coraggioso di tutti, decise tuttavia di riportare alla luce il colore e così riunì i pochi superstiti per rianimarli. Quelli impauriti e senza armi gli dissero che sarebbe stato solo pazzo a credere di poter vincere contro le maschere e non lo ascoltarono nemmeno. La sua donna invece lo guardò negli occhi, si tolse quei vestiti impolverati e tirò fuori da un cassetto l'unico abito che aveva portato con sé quando era scappata da casa. Lo indossò ricordando d'averlo acquistato durante un viaggio e d'esser stata felice  quella sera sulla spiaggia ballando a ritmo di jambé.
Cominciò a percorrere il tunnel che dal rifugio conduceva in superficie e lentamente ogni pensiero le ritornò alla mente facendola sentire più forte. Una voce da dietro le spalle le gridò, aspetta, dove vai?
E lei proseguì fino quasi in cima, si cominciava infatti a sentire il tanfo del grigio.