88 è un numero perfetto - quarta parte - Il profumoScende dal letto, Nikita, ma non ha paura.
Decide di rimanere nascosta nel buio, e silenziosamente raggiunge la porta della camera; ha deciso di scendere per dare un'occhiata.
Spalle al muro striscia come una ladra, in casa sua, fino ad arrivare sulla cima delle scale.
Si ferma e sente ancora quel rumore, qualcuno che si muove, al piano di sotto.
Non è spaventata, è furiosa adesso.
Scende le scale sapendo bene come fare per non produrre alcun rumore, e si trova nel salone; sente un odore che le ricorda il profumo dell'uomo che aveva incontrato la stessa mattina.
E per un attimo si ricordò dell'incontro.
Nel bar. "Comunque io mi chiamo Ruben, tu?" e la guardò come se fosse stata la prima volta, scrutandola attentamente.
Lei valutò che doveva essere più grande; sicuramente più dei ventitrè anni che lei aveva appena compiuto, ma non di tanto.
"Nikita, ma ogni tanto cambio nome" sorrise lei in maniera un pò scontrosa.
Ma difficilmente capivano quando lei era scontrosa.
E continuò dicendogli "comunque è già tardi per me, devo lasciarti, a presto e buona giornata.".
Lui la fermò prendendole un braccio "spero ci rivedremo, Nikita"
"oh sì" rispose, sentendosi aggredita e viva al tempo stesso, e mentre lui lasciava la presa, lei, sorridendogli per salutarlo, si alzò il baverò del cappotto nero e uscì dal bar avendo la sensazione di aver rivisto qualcuno che già aveva conosciuto.
Nikita si desta dal ricordo dell'incontro, e si ritrova nel buio della sua casa, senza difese, e di fronte a lei la sagoma di un uomo.
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