Autore Topic: L'imbianchino  (Letto 1325 volte)

ziaci

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L'imbianchino
« il: Luglio 22, 2012, 01:16:09 »


Quel piccolo uomo portava sulle sue spalle il peso di una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, non ricordava il momento in cui aveva iniziato a lavorare, era nato così.
Con la sola licenza elementare aveva intrapreso un mestiere imparato sul campo, dipingere muri era diventata  la sua strada, non l’aveva scelta era arrivata.
Di carattere schivo aveva sempre vissuto da solo, abbandonata la famiglia di nascita poco più che ventenne aveva  acquistato un piccolo appartamento in un palazzo di periferia.
Un piatto di pasta , una birra e un sigaro era tutto quello di cui aveva bisogno, così sapeva vivere e non credeva ci potessero esser altri modi.
Un giorno arrivò lei, una minuta donnina, piena di entusiasmo per la vita.
 Abile sarta, tagliava e cuciva abiti con stoffe vivaci che poi vendeva alle donne del paese,
aveva grandi sogni, ma più di tutto aspettava l’amore.
Si incontrarono al matrimonio di una cugina, lei aveva parlato e lui aveva ascoltato,
prima di lasciarsi le chiese di poterla  rivedere, un si e un quando furono la risposta.
Così era cominciata la loro storia d’amore, non c’erano stati fuochi d’artificio o campane a festa, ma l’unione di due giovani anime con sogni e speranza  e una semplice quotidianità che li aspettava.
Un giorno si sposarono e lei andò a colorare il piccolo appartamento, la loro vita era fatta di poco: una passeggiata la domenica, semplici pietanze preparate con amore, quiz televisivi, conti da far quadrare, amore, rispetto e tanto, tanto lavoro.
La loro unica figlia arrivò dopo dieci anni e un nuovo raggio di sole entrò in quella casa.
Ma quel loro semplice equilibrio iniziò a vacillare e lui per la prima volta conobbe il sentimento della gelosia, la figlia che pur amava, gli stava rubando  dello spazio nella sua vita, nella sua storia, rubava dello spazio dove tutto era già così poco.
La complicità tra madre e figlia cresceva di egual misura alla crescita della giovane e in adolescenza toccò l’apice, lui soffriva in silenzio, abituato com’era a non dirsi, ma poi quel dolore nascosto uscì dirompente alle prime richieste della giovane e quello fu un periodo lungo e difficile, la loro convivenza era spesso segnata da grandi litigi e sonori ceffoni, poi, la sartina ricuciva legami e imbastiva perdoni .
 Gli anni passavano e regalavano momenti sereni e momenti difficili e la loro unione teneva oltre il tempo.
La figlia, diventata una giovane donna, mosse i suoi passi da sola e lasciò la piccola casa paterna e tutto  tornò come prima del suo arrivo.
La loro vita coniugale riprese con la semplicità di sempre: una passeggiata la domenica, semplici pietanze preparate con amore, quiz televisivi, conti da far quadrare, amore, rispetto  e tanto, tanto lavoro.
Ma la vita si sa è stravagante e imprevedibile.
I primi segni della malattia passarono quasi inosservati, piccole dimenticanze giustificabili dall’età, ma più il tempo passava e più nulla poteva esser giustificato.
La figlia convinse la madre a farsi visitare e la diagnosi fu lapidaria: Alzaimer.
L’uomo questa  parola l’aveva sentita ma era così lontana dalla sua vita che non gli aveva mai prestato attenzione, ora era lì davanti a lui e si presentava con tutta la sua prepotenza.
La casa iniziò a riempirsi di bigliettini, piccoli promemoria di aiuto, poi, di poco aiuto.
Un declino veloce, lui guardava incredulo la sua sposa adorata svanire.
Il nulla, il ricovero.
Quel piccolo uomo non poteva sopportare il silenzio di quella casa ormai vuota,
non riusciva a portare anche questo peso,
nemmeno l’amore di sua figlia animava il suo cuore.
Non poteva capire, non voleva capire, non voleva accettare,
e una sera lo trovarono appeso ad un tubo in cucina.
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.

nihil

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Re:L'imbianchino
« Risposta #1 il: Luglio 22, 2012, 07:58:08 »
storia, racconto, che equivale a cronaca purtroppo tremendamente reale. Dopo una vita vissuta ai margini con onestà e perseveranza, ecco il premio finale, perdere l'amore e la moglie senza che il destino abbia almeno un alibi. E lui non ci sta, prederisce andarsene.

Rubio

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Re:L'imbianchino
« Risposta #2 il: Luglio 22, 2012, 08:19:09 »
Molto efficace la descrizione del sodalizio di una vita, disturbato, addirittura, dalla gelosia per una figlia. Ho conosciuto dal vivo l'alzeimer ed è devastante, ben più del cancro (perlomeno quello dei nostri giorni, quello di trent'anni fa forse no). Io pure avrei la storia di un imbianchino, Luigi il pittore, così lo chiamavamo, ma è affatto diversa e forse, un giorno, ve la racconto. Saluti. Rubio

presenza

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Re:L'imbianchino
« Risposta #3 il: Luglio 22, 2012, 11:38:30 »
Una vita imbiancata, mediocre, solo quotidiana e un gesto plateale a coronarla: togliersela davanti.

piccolofi

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Re:L'imbianchino
« Risposta #4 il: Agosto 23, 2012, 14:23:16 »

   Grazie, Ziaci.  E' molto bello e pieno di umanita'.  E' il quadretto cosi' ben tratteggiato di una
   vita, anzi di due vite che si incontrano, che sanno diventare una in tutta semplicita' e con
   l'amore vero dei semplici, ma che la malattia che rapisce e annulla  tronca di colpo.
   L'Alzhaimer rapina una persona di se stessa, della sua affettivita', di quello che era.
   E gli altri, i suoi cari, quelli che l'hanno amata, restano nell'impotenza di fronte al terribile e progressivo dissolversi.
  E' troppo duro perdere una persona cosi', averne solo la sembianza.  E chi aveva riposto in lei
  tutto il suo mondo..puo' non farcela.
       

ninag

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Re:L'imbianchino
« Risposta #5 il: Settembre 01, 2012, 16:18:42 »
 Una buona esposizione sulla ruvidà della vita, fa sentire quanto siamo fragili.

ciro

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Re:L'imbianchino
« Risposta #6 il: Settembre 01, 2012, 16:54:53 »
Ho letto questo brano subito dopo che l'hai inviato ma pur piacendomi molto non mi sono complimentato con te. Forse perchè questa storia è molto triste, ma soprattutto molto realistica. E questo indubbiamente è merito della tua scrittura.

Ciro
« Ultima modifica: Settembre 01, 2012, 19:58:57 da ciro »

nihil

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Re:L'imbianchino
« Risposta #7 il: Aprile 18, 2020, 18:25:20 »
riletto questo brano, ed ora come allora, lo trovo commovente e triste.

mr.blue

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Re:L'imbianchino
« Risposta #8 il: Aprile 18, 2020, 18:46:25 »
Mamma mia.  :rb: che tristezza di finale.
Capisco la tristezza dell'uomo ma non capisco l'egoismo del suo gesto. Ha perso la donna amata ma con il suicidio ha abbandonato per sempre sua figlia.

victor

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Re:L'imbianchino
« Risposta #9 il: Settembre 05, 2020, 19:52:12 »

Mi sono trovato per motivi professionali molte volte di fronte a episodi del genere. Episodi che Ziaci ha descritto in maniera assolutamente realistica e i miei occhi in questo momento vedono come in una pittura ad olio.

La mia mente, anche se la professione che ho esercitato mettendoci ogni giorno di fronte alla cruda realtà della vita indurisce il nostro cuore, in questi casi è rimasta sempre profondamente turbata.
Chi? Cosa? Perché? Quali terribili pensieri portano un essere umano a compiere un gesto simile? Quale immane tragedia sconvolge la mente di quella persona?

Sì, sono assolutamente convinto che chi compie un gesto simile abbia la mente profondamente turbata da qualcosa che per lui è immane, immensa, invivibile. Che noi non riusciamo ad immaginare. Oppure in maniera assolutamente presuntuosa pensiamo che poi non sia una cosa così grave!

Molto bello il commento di Piccolofi, molto vicino al mio pensiero …

Ninag parla di fragilità umana. Sì, è vero, anzi verissimo, ci siamo evoluti, facciamo grandi cose, andiamo sulla Luna, ma nel nostro intimo siamo profondamente fragili. Questo è l’insegnamento più profondo che ho tratto dalla mia professione, dalla mia vita.

Un caro saluto a tutti

Victor
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