Le nostre nonne erano donne di istinto. Conoscevano l'approssimarsi degli eventi, lo percepivano dall'odore della terra e capivano allora che qualcosa sarebbe cambiato. Partorivano in casa i loro figli e allattavano pur in tempi tristi perché sapevano che null'altro avrebbero potuto offrire ai loro bimbi se non il loro latte.
Un giorno una nonna mi disse: torna a riappropriarti di te e non lasciare che altri ti indichino la via. Aveva 83 anni e girava ancora in bicicletta. Faceva il bagno al mare da marzo a ottobre e sapeva come calmare i bambini e le madri. Avevo saputo di lei senza saperlo, e così insieme ad altre donne ci riunivamo in casa sua a parlar di noi e dei figli che di lì a poco avremmo partorito. Lei si chiamava Nina Zenner e ricordo, era dicembre, in un angolo della sua grande cucina un albero dai rami secchi colmo di tutti i confetti e i ricordi di nascita che le mamme nel tempo le avevano regalato. Nina portava i suoi pochi e lisci capelli ormai gialli raccolti in un piccolo tuppo. Era asciutta nel fisico e minuta. La sua casa al centro della città era sempre aperta alle donne e ai bambini. Mano a mano che si arrivava prendevamo posto tutte in cucina e spesso non bastavano le sedie e i divanetti e chi a terra, chi in attesa sullo stipite della porta parlavamo di tutto fino a quando cominciava la “sua ginnastica”, la ginnastica dolce.
“Porta l'attenzione al tuo bacino, alle sue ossa, prenditi tutto il tempo e sentilo” era così che diceva nominando uno ad uno ogni organo del corpo fino al bambino che dentro di noi cresceva e si muoveva.
Mancava poco al mio parto quando una notte sognai mio figlio porgermi la manina. Era Febbraio inoltrato e nessuno sapeva della mia decisione. Quella mattina sentiii d'istinto che lui sarebbe nato. Trascorsi in casa il mio tempo serenamente e quando Nina arrivò erano ormai le sei del pomeriggio. Non disse una parola ed io le rivolsi solo uno sguardo. Mio figlio nacque nel bagno di casa, rimasi d'istinto inginocchiata e le mie mani toccarono la sua testa. Nina mi fece rialzare e accompagnandomi a letto mi lasciò in quell'intimità mentre il bambino nudo coperto dal mio calore e dalle coperte beveva il mio latte senza nemmeno accorgersi che era venuto alla luce.