la vecchietta dagli orecchini color rame, trainava con difficoltà un carrello di canapone stracolmo di cose, il cuore mi si è stretto.
Volevo dirle qualcosa, ma il silenzio contiene più parole di quanto si creda, mi sono avvicinato e le ho sorriso, penso l'abbia fatto anche lei. Il carrello pendeva da un lato, colpa di una rotella segnata dai troppi chilometri e dalle buche che nessuno ha mai riempito. Le avrei riempito le rughe di baci, quando davanti alla porta color mogano l'ho salutata, mi ha accarezzato l'anima. Che l'anima vibri, quando compiamo delle azioni degne di nota, l'ho sempre pensato, e oggi ne ho avuto la conferma.
Cammino e fischietto, il viale alberato è un tappeto di foglie color porpora, vorrei non pestarlo. Ne ho raccolto una, era diversa dalle altre, troppo piccola per un picciolo troppo grande, la conserverò tra le pagine di un libro di Neruda. Se fosse vivo gli farei leggere i versi che ho dedicato a Margherita. L'immagino seduto sul rizoma di un tiglio con il vento che gli gonfia la camicia. Immaginare, cosa c'è di più bello, è come tingere i sogni con i rivoli d'alba e scoprirne i riflessi che in esse si celano.
Ogni cosa ha un riflesso, e ogni riflesso ha un colore, ma non chiedermi se il male ne ha uno, non saprei cosa risponderti. Continuo a fischiettare, Neruda è sotto l'albero e la vecchietta ai fornelli. Domani cercherò un lavoro, mia madre ne sarà felice, magari troverò altri carrelli da trasportare e altri poeti sotto il tiglio,mentre cammino.