Solo una speranza

[squarcio88]

C'era solo una speranza, una semplice e stupida speranza. Ma lui ci credeva e pensava volessero crederci anche loro. I suoi genitori gli avevano sempre insegnato a tirarsi indietro. Non aveva mai avuto grande coraggio nella vita. "Le altre famiglie sono migliori, gli altri figli sono migliori. Hai preso sette di filosofia? Ok. E del compito di matematica cosa mi dici?". Era andato avanti per anni non aspettandosi molto dalla scuola, dai rapporti, dalla vita. Aveva chiuso molte porte mai aperte, si era sentito inadeguato. Non dava la colpa ai suoi, la vita è ciò che uno si crea chiedendo al mondo. Ma era così stanco di restare nella sicurezza del certo.
Questa volta aveva rischiato, per una cosa che a lui importa davvero. Loro all'inizio gli avevano dato fiducia, ma poi, quando si è aperta una strada certa hanno cominciato a dire "Le percentuali parlano, eravate in tanti. Come puoi sapere se ti hanno preso?". Lui non lo sapeva, ma questa volta gli sarebbe piaciuto sentire "Vai fino in fondo, credici. Ce la puoi fare anche tu". Ma era solo una speranza, una semplice e stupida speranza.

[nihil]

ci sono tanti genitori così, che inconsciamente tagliano le gambe ai figli, che per tutta la vita si sentiranno incompiuti.

[piccolofi]

    Quanto conta l'imprinting?   
    E' tutto nel pezzo di Squarcio, in quelle riflessioni mescolate ai flashback di vita andata.
    Mi hanno colpito quelle " porte chiuse mai aperte ", che danno il senso del non aver saputo
    osare.  Tutto parla di ali tarpate dalla sfiducia interiorizzata, tanto fatta propria che la colpa
    di questo modo di essere viene attribuita solo a se'.
    E invece e' imprinting negativo, la mancanza di quelle vitali parole, foriere di vita, che si sareb-
    be voluto sentire  : " Vai fino in fondo, credici, ce la puoi fare anche tu ".
    Per queste parole mancate di chi avrebbe dovuto introdurre alla vita, si arriva alla ribellione,
    al rifiuto mentale della " sicurezza del certo " : una meta proposta, che non appaga piu'.

   

[nihil]

conta molto, moltissimo! i figli sono come un vaso vuoto dove i genitori buttano semi e se i semi sono avariati, lì rimarranno come semi buoni. Per sempre. L'unica salvezza può venire dall'ambiente esterno, se si ha fortuna, ma una parte di quell'imprinting rimarrà sempre vivo.

[presenza]

... non credo si debba considerare solo l'imprinting dei genitori, sì, hanno la loro importanza, ma non completamente. E considerare i figli, o i bimbi in genere come un vaso vuoto nel quale buttar dentro semi, sembra simile alla visione di Rousseau per il quale i bambini erano come una "tabula rasa" sulla quale si poteva scrivere ogni cosa.
Mi sento in realtà vicina ad una visione più complessiva della formazione di una persona, e che comprende non soltanto l'educazione e l'esempio dei genitori, ma anche l'ambiente circostante, gli esempi dati dalla società, e in primis il carattere dello stesso bambino.
Se fossero solo i genitori a dare la spinta non si potrebbero spiegare casi di scrittori o artisti  che da piccoli vivevano in atmosfere familiari assolutamente non stimolanti e che da grandi hanno sviluppato grandi personalità.
Uno a caso... Tiziano Terzani. La sua famiglia era povera, contadini di generazioni, e lui è diventato un giornalista...
Pertanto credo che per alcune persone proprio l'ambiente familiare poco o nulla stimolante diventa una marcia in più e un riscatto interiore per evadere da quel piattume che altrimenti divorerebbe.

[patriziagiangregorio]

E' vero ,spesso i genitori senza volerlo,rendono i figli insicuri.

[ciro]

La certezza costa cara, a volte anche l'infelicità.

Situazioni frequenti descritte meravigliosamente.

Ciro