Autore Topic: Incubi dal passato- Epilogo  (Letto 604 volte)

senzanick61

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Incubi dal passato- Epilogo
« il: Giugno 12, 2012, 20:40:35 »
Quando furono di nuovo al pianterreno, Francesco si chinò davanti al corpo del fratello, gli occhi spalancati fissavano il nulla. Passò con delicatezza una mano sul suo viso e si rialzò. Nonostante fosse armato, Marius fu quasi costretto a indietreggiare di fronte allo sguardo carico d'odio che lo investì. Con ordini secchi indicò loro una porta robusta e dotata di una grande serratura all'estremità della stanza, la chiave era inserita nella toppa. L'onorevole la spalancò e fece un passo al suo interno subito seguito da Giuseppe, Francesco esitò un attimo di troppo. La canna della mitraglietta si abbatté sulla sua nuca con la forza di un maglio facendolo stramazzare al suolo privo di sensi. Quando rinvenne era appoggiato alla parete della stanza e l'onorevole cercava di tamponargli la ferita con un fazzoletto, il dolore era lancinante. Nonostante la vista annebbiata, si rese conto che erano stati rinchiusi in una stanza vuota, nessun mobile, nessuna sedia, nulla di nulla. L'unica finestrella era protetta da solide sbarre. Giuseppe si staccò da essa e guardò entrambi.

Il sindaco appariva invecchiato di vent'anni in un colpo solo. La sicurezza e il portamento che l'avevano sempre contraddistinto nei rapporti con le persone, sembravano essere stati cancellati da quelle due ore da incubo. Il suo pensiero corse al figlio e agli invitati al matrimonio. Si sarebbero accorti della sua prolungata assenza? Probabilmente si, ma Giuseppe aveva abituato tutti alle sue riunioni improvvise, al suo accorrere ogni qual volta fosse necessaria la sua presenza. Per ciò che riguardava gli altri, l'onorevole aveva riferito a più persone la sua volontà di non fermarsi per il pranzo, in quanto ai due fratelli... “ Mi dispiace per Pietro, è solo colpa mia ma non pensavo che...” la voce gli si smorzò in gola, si passò una mano sul volto stravolto, sembrò sul punto di piangere. A quel punto saltarono i nervi anche all'onorevole, sino a quel momento il più calmo di tutti, il più remissivo. “ Cazzo Giuseppe! Vent'anni fa abbiamo fatto una cosa ignobile e disgustosa, ho avuto gli incubi per anni! “ Si portò davanti al sindaco e lo costrinse a guardarlo negli occhi. “ Quella troia nazista andava giustiziata, troppe persone hanno perso la vita per colpa sua, ma noi ci siamo lasciati prendere la mano. Noi l'abbiamo violentata, seviziata, siamo andati oltre.” Giuseppe annuì e fece per dire qualcosa, ma l'onorevole continuò senza dargliene il tempo. “ Ma tu ci hai fatto credere di averla uccisa, perché non l'hai fatto? Quel pazzo con la mitraglietta chi è? Assomiglia a quella donna in maniera impressionante, è suo figlio vero? Cazzo Giuseppe! Rispondi! “ Giuseppe stava per farlo, ma il rumore della chiave che girava nella toppa li fece voltare.


Marius entrò con la pistola spianata nella mano destra, l'altra spingeva la sedia a rotelle. Irene guardò i tre uomini e gli fece un cenno. Il giovane le passò la skorpion e prese alcune corde dalla tasca posteriore della carrozzella. La donna notò subito il luccichio che balenò negli occhi del sindaco “ Non si faccia ingannare dalle apparenze comandante Fosco, nonostante le ferite tremende che mi avete inflitto, so ancora maneggiare un'arma, e lei lo sa bene. “ Marius legò saldamente mani e piedi di Francesco e dell'onorevole, ma lasciò libero Giuseppe, quindi si portò alle spalle della madre. “ Comandante Fosco." disse lei. " Vent'anni fa mi risparmiò la vita, quasi non partecipò alle violenze, ma non fermò i suoi uomini, quei maledetti porci. “ Lo sguardo con cui fulminò i due legati a terra fu terribile, entrambi abbassarono la testa. “ Il più crudele, colui che si accanì con più ferocia su di me, ha già pagato con la vita, ora io giustizierò gli altri, e lei starà a guardare.” L'onorevole impallidì mentre Francesco iniziò a piangere silenziosamente. Giuseppe si rese conto che ogni tentativo di far ragionare la donna sarebbe stato vano. Aveva covato la sua vendetta per un ventennio, probabilmente era riuscita a rientrare in Germania e aveva allevato il figlio per quell'unico scopo. Senza pensarci due volte si gettò verso di lei ma Marius fu pronto. La mazza da baseball, nascosta assieme alle corde nel retro della carrozzella, comparve nelle sue mani. Il colpo si abbatté con violenza sul suo braccio sinistro e Giuseppe sentì chiaramente il rumore delle ossa che si spezzavano. Marius lo scaraventò quindi contro la parete opposta a quella in cui si trovavano i suoi compari e tornò dalla madre. Lo vide spostare la carrozzella proprio di fronte a loro e chiuse gli occhi.

La raffica fece volare schegge di legno per tutta la stanza e subito dopo sei o sette poliziotti fecero irruzione. Irene fu disarmata immediatamente mentre Marius, nonostante la feroce resistenza, venne immobilizzato e ammanettato. Un giovane commissario aiutò il sindaco a rimettersi in piedi. “ Ho già fatto chiamare le ambulanze, a breve saranno qua. “ Giuseppe osservò alcuni poliziotti slegare l'onorevole e Francesco, quindi riportò l'attenzione sull'uomo che li aveva salvati. “ Ma come... come avete fatto, quel pazzo... “ Il commissario annuì e continuò. “ Dovete ringraziare un invitato ritardatario. Vi ha visti allontanarvi nella boscaglia, al momento non vi ha trovato nulla di strano, ma quando ha notato la gomma forata di quell'auto di lusso ha cominciato a sospettare. Ha atteso un po, poi ha parlato con suo figlio signor sindaco, è stato lui ad avvisarci. Non abbiamo fatto altro che seguire le vostre tracce, il resto lo conosce. “

La bara venne calata nella fossa e il sacerdote impartì la benedizione. Il sindaco, in prima fila, teneva per il braccio Francesco, l'onorevole era appena dietro. Praticamente tutto il paese era presente alle esequie, il fatto aveva suscitato notevole impressione e anche coloro che non lo conoscevano avevano voluto rendere omaggio a Pietro. Quando uscirono dal piccolo cimitero trovarono il commissario ad aspettarli. Il poliziotto porse le condoglianze a Francesco e dopo essersi schiarito la voce continuò“ Purtroppo devo darvi una cattiva notizia, Marius H. è fuggito stanotte dal carcere in cui era stato rinchiuso. Lo stiamo attivamente ricercando, ho ritenuto mio dovere avvisarvi.” I tre uomini lo squadrarono ma non dissero nulla, lentamente si avviarono verso le loro automobili.