Autore Topic: Un racconto estivo.  (Letto 690 volte)

Faber

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Un racconto estivo.
« il: Maggio 22, 2012, 22:05:17 »
Si erano conosciuti una sera d’estate, in uno dei tanti locali che sorgono nella zona del lungomare di Augusta.
Gli amici quella sera erano particolarmente calorosi e desiderosi che i due facessero conoscenza.
Qualcosa era nell’aria e Marco, già da un po’, l’aveva percepito insieme alla sensazione che qualcosa quella sera stava per succedergli, ma di piacevole finalmente.
E, forse, proprio per quella ragione o sensazione inspiegabile, lui al ritorno dal mare, dove anche quel pomeriggio aveva fatto la sua nuotata chilometrica in solitario, era voluto passare dal “Fresco Bar” con l’idea di un veloce saluto agli amici di sempre.
Avvicinandosi, però, ai tavolini sistemati all’esterno e lungo il marciapiede che costeggia il lungomare, aveva notato subito una “nuova” ed interessante presenza femminile.
Davvero bella, pensò fra se e se, mentre avvicinandosi si preparava a sfoderare le sue armi di seduzione, a cominciare dalla sua voce che, opportunamente modulata e con quell’accento del nord, sapeva essere irresistibile, il più delle volte.
Dopo aver salutato la coppia di amici al tavolo, le tese la mano e lei, semplicemente gli disse: “Ciao, piacere, sono Luisa, mi hanno già parlato di te ed ero curiosa di conoscerti.”
A lui non parve vero che gli si offrisse un’occasione così ghiotta, quasi offerta su di un piatto d’argento. Ora occorreva attirare l’attenzione di lei. Così parlarono fitto fitto per il resto della serata, lui delle sue esperienze lavorative e della sua vita vissuta essenzialmente nel nord e lei del suo lavoro, di suo figlio e di quelle notizie che fanno sempre da contorno ad una conversazione tra persone che s’incontrano per la prima volta, ma che trovano piacere nel raccontarsi.
Da quella prima sera non smisero di incontrarsi e parlare, ogni volta che Marco tornava nella sua Augusta. Luisa, in verità, sulle prime aveva fatto un po’ la preziosa, forse per prendere tempo e, forse, per studiare meglio la persona che aveva davanti e per la quale cominciava a nutrire un vero interesse.
Poi, dopo una breve pausa di un paio di settimane, tornarono a cercarsi per trascorrere insieme il periodo di ferie che entrambi stavano trascorrendo proprio ad Augusta.
Fu proprio in quel periodo che, un pomeriggio, Luisa lo chiamò per proporgli di andare ad ascoltare un concerto di musica jazz a Canicattini Bagni, un paese non molto distante della provincia siracusana.
Questa volta l’appuntamento era sotto casa di Luisa. Lui l’aspettava ansioso e un po’ intimidito dalla situazione che, intuiva, da lì a poco si sarebbe potuta creare tra loro. O forse no.
Lei arrivò in orario, neanche un minuto di ritardo che potesse dargli il tempo di riprendersi e di godere di quei momenti d’attesa, durante i quali, di solito, fantastichi e prepari il tuo charme, per essere al meglio di te.
Era splendida in quell’abitino scollato e scuro, che le metteva in evidenza il collo lungo ed una chioma di capelli biondi e la carnagione chiara, appena arrossata dalle prime abbronzature estive. La scollatura delle spalle, faceva intuire una schiena dritta e ben formata. Ai piedi, sandali bassi e fascianti lungo le caviglie, dello stesso colore del vestito. Il suo profumo era fresco, non intenso, di quelli che, pur non essendo eccessivamente protagonisti, tuttavia si avvertono con discrezione ed eleganza.
Per tutto il tempo del viaggio, ci furono sorrisi d’intesa e sguardi e un gran parlare, quasi a coprire il silenzio che intimidisce.
Gustarono, poi, il concerto nella piazza del paese, qualche volta sorridendo delle gaffe del presentatore, altre applaudendo ai gruppi musicali che via via si andavano esibendo. Fu allora che Marco, trovando il coraggio riposto in chissà quale angolo remoto della sua mente, le prese la mano e la strinse con decisione ma senza esagerare, per non farle male.
Quando si alzarono fu Luisa ad abbracciarlo e così rimasero per tutto il resto della serata che trascorsero insieme a Canicattini B.
Si erano rivisti ancora, nei giorni e nelle settimane che seguirono, al mare, in campagna e qualche volta nelle serate organizzate dalla comitiva per andare a ballare nei locali in riva al mare.
Uno scorcio d’estate che prometteva bene. Anche per il futuro, pensava Marco che sentiva, oltre ad interesse profondo, qualcosa che somigliava molto a quel sentimento chiamato “Amore” e che si augurava potesse essere ricambiato da lei.
Qualche giorno più tardi, il gruppo decise di trascorrere un’intera giornata al mare, dalle parti di Marzamemi, una località famosa per le sue spiagge e la sua tonnara, visitata ogni anno da migliaia di turisti.
Sino ad allora, tra loro non era successo nulla, tranne qualche abraccio o qualche bacio estemporaneo.
Ma quel pomeriggio qualcosa stava per accadere e, anche questa volta, Marco l’aveva fiutato nell’aria, come un lupo nel bosco quando fiuta di lontano la sua preda.
Luisa, incoraggiandolo con lo sguardo, lo fece avvicinare al suo sdraio ed invitandolo a sdraiarsi sopra le sue gambe gli disse: “Allora che fai stasera? Mi accompagni e poi vieni su da me per farti la doccia?.....Marco le rispose dicendo: “Per me va bene… se credi potrei anche lasciare il mio spazzolino da denti… poi ci organizzeremo!”
Quella notte, e le notti successive, si amarono con desiderio, forza e tenerezza. Sembrava che tutto andasse per il meglio. Marco oramai pensava di poter immaginare un rapporto più profondo e duraturo con Lei. E questo lo faceva sentire appagato, felice e finalmente in pace con se stesso e con il mondo.
Verso la fine di Agosto, un pomeriggio, il figlio di Luisa, che sino ad allora aveva trascorso le vacanze con il padre, era tornato a casa. Lei, da quel giorno in avanti era cambiata. Marco quasi stentava a riconoscerla. Un paio di sere più tardi, al termine di una cena fatta con gli amici più cari in casa di Luisa, Marco si apprestava a ripartire per riprendere il servizio, lei lo abbracciò stretto stretto per salutarlo e gli occhi le si erano inumiditi. Marco non poteva capire il perché di tutta quella emozione, pensava che tanto si sarebbero rivisti, al più tardi, dopo una decina di giorni.
La risposta, però, gli giunse la mattina successiva! Con uno squallido sms Luisa gli annunciava la fine del rapporto, poiché non se la sentiva di dividere la sua vita con un compagno in casa ed un figlio minorenne, che non avrebbe capito, a suo dire. La decisione lei l’aveva presa da sola e senza concedere alcuna possibilità a Marco di potersi esprimere al riguardo.
Marco, nei giorni e nelle settimane che seguirono, continuò a tentare di riaprire un dialogo, una finestra attraverso la quale potesse farle giungere il suo pensiero… ma niente. Credo si sia sentito punito per qualcosa che non aveva pensato né, tantomeno, fatto.
Credo sia anche sentito usato, sfruttato e gettato via, quando non più utile.
Questa è una delle tante storie estive che si sentono raccontare, al termine della stagione. Alla fine delle ferie. Quando poi tutti ritorniamo a riprendere le nostre normali mansioni ed occupazioni, anche nel seno delle nostre famiglie.
Quando torniamo ad essere ciò che forse non vorremmo essere… tranne il concedersi quel momento di “evasione” dalla normalità e quotidianità.
Il problema non è il concedersi questi momenti e queste distrazioni. Il punto è (o sarebbe, credo) non farlo a spese di qualcun’altro!
Buona estate a tutti!
Faber
"Tutte le anime sono immortali. Ma le anime dei giusti sono immortali e divine" Socrate

L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro

nihil

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Re:Un racconto estivo.
« Risposta #1 il: Maggio 23, 2012, 09:17:47 »
Ci sono molti spunti che fanno riflettere, tra cui quel brivido dell'inizio in cui vorremmo essere al meglio, e la timidezza che guida i primi passi. Purtroppo gli amori estivi, e che  tali rimangono, spesso finiscono nell'amarezza di qualcosa che avrebbe potuto essere e non è stato. :-\