( Da una lettera a un amico )
Ciao.
Riflettevo sulla gelosia,
prendendo lo spunto da quella della tua innamorata, della quale tu sembri stupirti fra le
righe : dici infatti che era gelosa di qualsiasi essere femminile, compresa tua figlia.
Non entro nel merito del caso suo, ovviamente, ma spesso mi sono chiesta su cosa
esattamente poggi la gelosia viva, quella che puo' espandersi troppo.
Sono arrivata alla conclusione che si radichi sia nel bisogno ( non desiderio, bisogno ) di
essere amati, sia nella insicurezza di se'.
Insomma, su due " cose " che stanno nel nostro profondo e dunque viaggiano con gli istinti e
non sui binari della razionalita'.
Per questo non possiamo stupircene, trovarle assurde o sproporzionate alla realta' : proprio
perche' non e' dalla realta' oggettiva che prendono le mosse, ma da quella personalissima
interiore.
Un'altra molla o caratteristica su cui poggia, e' la passionalita', o quantomeno l'attitudine
istintiva del soggetto.
Pero' penso che le prime due siano le cause piu' importanti.
Ricordo che F. diceva che " la gelosia e' una malattia ", ma io non sono mai stata d'accordo.
Lo puo' diventare se la si lascia correre, ma e' piu' che altro spia di debolezza.
Ora, io non ne parlo dal di fuori.
Proprio xche' l'ho provata, e ne ho avvertito il potenziale negativo, e in parte sono riuscita a
mantenerla contenuta, ho dovuto farmi domande.
Tu ti stupisci che " lei " fosse gelosa di qualunque essere femminile, compresa tua figlia?
Ma ti diro' di piu' : si puo' esser gelose anche degli uomini, anche del lavoro, anche degli
interessi che uno ha.
E questo cosa ti fa capire?
Beh, che con la sfera affettivo-sessuale c'entra ben poco : nel senso che non si e' gelose di
concorrenti che possono essere piu' belle o piu' appetibili, ma, in modo assolutamente
generico, di tutto quel che ti ruba l'attenzione primaria dell'altro.
Hai paura che il tuo bisogno d'amore e di attenzione e di cura venga disatteso, di essere
defraudata da altri.
E allora, in questa ottica, e' ovvio che si e' gelose di una figlia, come di quella che ovviamente
e' l'oggetto di amore piu' grande per un padre.
Io questo non l'ho dovuto provare xche' la figlia di F. era un'arpia come la madre per cui lui
non la anteponeva a me. Anzi ne soffriva.
Ma, in un caso normale, mi sarei detta che, come mio padre ha amato molto le sue figlie e si
sarebbe buttato nel fuoco all'occorrenza, e' giusto che un buon padre ami sua figlia ed e'
anche bello.
Tornando a bomba, tanto piu' hai bisogno di una cosa, tanto piu' avrai paura di perderla.
Tanto piu' una persona e' necessaria al tuo benessere e al tuo equilibrio, tanto piu' avrai una
fifa marcia di perderla e combatterai strenuamente contro antagonisti veri o presunti.
E ancora : tanto meno sono sicura di me, di poter piacere, di poter essere amata o
meritevole di amore, tanto piu' saro' attaccata a chi questa traballante certezza me l'ha data.
Cosa concludiamo da tutto questo ?
Beh, ci sono due strade :
-- o ci si attacca come patelle allo scoglio ( e si lotta contro ogni " minaccia " e si e' in perenne
apprensione )
-- oppure si fa come hai fatto tu ( e non solo tu ) : si nega il bisogno, o ci si nega con un colpo
di accetta alla dipendenza, indossando l'habitus della freddezza.
Secondo me........... la strada giusta nel vivere, benche' difficile, sta nell'armonizzare questi
impulsi diversi, queste soluzioni opposte e ambedue estreme, in qualche modo disperate.
Come dire che una soluzione fissa e radicale non c'e'. Salvo il cercar di optare per l'equilibrio
e farsene guidare di volta in volta, con fatica, trovando il giusto.
Non e' giusto, ne' per l'altro ne' per noi stessi, fare di una persona al di fuori un salvagente :
finira' per stressarla e finira' per fuggire di fronte a un impegno cosi' pesante.
E noi saremo sempre nella posizione di naufraghi.
Ma non e' neanche giusto negare il bello, il buono, l'umano di se', tutto quel che ci fa speciali,
negarsi la possibilita' di amare ancora.
Per non soffrire di nuovo, tu scegli la freddezza preventiva, la chiusura alle emozioni.
Non ci sara' dubbio, non la puntura della gelosia, ma sarai vivo a meta', vivo per modo
di dire.
Non mi sembra questa la soluzione.
Gi