Scritta nell'estate del 2008, dopo una settimana che avevo incontrato UNA CERTA QUAL PERSONA
Leogatto sta felinamente avviluppato sulla vecchia strada che porta al mare, davanti la casa dove spesso ricamo di pensieri il giorno che, guardinga, lascio aspettare fuori la finestra.
E' un bel micio, nero come una stella che esplode, dallo sguardo grande come il buio; e le cicatrici sono la strada tracciata dalle sue sette vite.
Scostata la tenda blu, mi soffermo a guardarlo per un istante mentre l’oscurità inizia a scendere dal cielo; e lo vedo lì, fermo ad osservare me, oppure la luna.
Immagino quali sogni attraversino i suoi pensieri, equazioni di un mondo altrove, desideri di stella che brucia.
E sono scrutata dall’abisso, nero come un corvo che con un battito d’ali disegna ogni sfumatura del mio cielo quando s’incupisce; e scivola nell’ombra, attendendo l’alba.
Un universo differente mi accoglie quando sfioro il suo sguardo; eppure niente posso scorgere in lui che non possa essere afferrato in me.
Mi manca la tua voce.
Le tue carezze.
Non ci sei.
Dipingo il tramonto del mio giorno più lungo; mi specchio nella notte e risveglio l’aurora perché i miei sogni sono immersi nei tuoi, e i nostri desideri hanno la stessa ombra.
Ti guardo un istante e già scompari; faccio un balzo, già sono sulla strada buia e veglio il mio solitario cammino; ma so che ti rivedrò qui, come sempre. Nel mio cuore.