L’amavo da lontano ma non avevo mai avuto il coraggio di parlarle.
La seguivo, non visto, mentre faceva jogging nel parco; quando si fermava al rubinetto per dissetarsi, la fissavo da dietro l’albero; quando iniziava lo stretching, la osservavo da dietro un cespuglio. Conoscevo ogni suo spostamento perché erano mesi che non la perdevo di vista, mai, neanche per un secondo.
Per non impazzire decisi che dovevo fermarla e presentarmi. Tanto che poteva succedere di tremendo? Un NO, un rifiuto, una risata sprezzante? Ero pronto a tutto, ma sapevo di dovermi giocare bene quell’unica possibilità, perché forse non ne avrei avuta un’altra. Sapevo di dovermi giocare il tutto e per tutto in quell’istante in cui i nostri occhi si sarebbero incontrati, e lì, in quel preciso momento, avrei capito se avevo una chance o no.
Non ho amici e quindi feci una ricerca su internet per sapere come dovevo comportarmi. Un sito che forniva informazioni allo scopo, diceva che le cose importanti da considerare erano due: vestirsi comodi, perché si deve essere completamente a proprio agio, e trovare la frase giusta da dire, con la quale ci si gioca il tutto e per tutto in una frazione di secondi. Come avevo già pensato, in pochi istanti mi sarei giocato il mio futuro.
Mi preparai psicologicamente per un mese finché non mi sentii pronto e finalmente il gran giorno arrivò.
Quella mattina mi vestii comodo e, mentre mi recavo al parco (dove sapevo che l’avrei vista) continuavo a ripetermi la frase che avevo deciso di dirle. Non volevo certo che l’emozione mi facesse qualche brutto scherzo.
La vidi arrivare, bella come il sole.
Quando fu ad alcuni metri da me, sbucai da dietro il cespuglio e mi parai davanti. Lei si bloccò e mi guardò, forse un po’ sorpresa ma anche intimorita.
-Ciao!- esclamai. Poi aprii l’impermeabile.
Mi guardò negli occhi, poi mi riguardò un po’ più giù e scappò via urlando.
Ora, ditemi voi in cosa ho sbagliato!