Autore Topic: Questo l'ho fatto io  (Letto 5759 volte)

Rubio

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Questo l'ho fatto io
« il: Aprile 06, 2012, 15:35:50 »
Chi ricorda la "Settimana enigmistica"? C'era una rubbrica "Questo l'ho fatto io" dove, all'interno di un quadrato, apparivano alcuni segni. Si doveva realizzare un disegno che doveva contemplare i segni originari. Per allenarmi alla scrittura mi invento un incipit e ci costruisco sopra una storia. Mi piacerebbe, dallo stesso incipit ottenere varie possibilità. Se ci limitiamo a poche righe (min 5 max 10?) può essere divertente. Il difficile è non farsi influenzare dagli altri e l'unica è laciarsi andare alla prima impressione.
Propongo:

"L'altra sera sono rientrato tardi ..."

Rubio

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #1 il: Aprile 06, 2012, 15:52:21 »
Di getto:

L'altra sera sono rientrato tardi, non l'ho fatto apposta - amo i ritmi soliti e non faticare a svegliarmi al mattino - è che, a chiacchierare lì con gli altri, ho perso la cognizione del tempo. Marco ci ha raccontato di quella collega che l'intriga - finalmente, dopo quella buca con Sandra! - e Cinzia di come cerca di farsi accettare in quel nuovo ufficio. Ma soprattutto io volevo dire a tutti che senza di loro sarei perso. Non l'ho detto, non si dice, non si può dire. Ma, a mio modo, l'ho trasmesso; questa volta non volevo essere il primo ad andar via, alla chetichella, con un ciao strascicato. Sentivo che il mio posto era là. Lo dovevo a loro e a me.

piccolofi

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #2 il: Aprile 10, 2012, 17:28:24 »

    L'altra sera sono rientrata tardi   perche' sono allergica al " presto ".
    Perbacco, bisogna far sempre presto in questa nostra vita perennemente di corsa.
    Ricordo che mi diceva mio cugino di Milano che a Milano si vive correndo, che la gente corre
    anche se non ha nulla di particolarmente urgente da fare : si corre perche' e' lo stile di vita,
    quick, da gente sveglia, moderna, attiva, piena di impegni, insomma e' come una seconda pelle.
    Ma io non sono di Milano!  No, io sono della piu' calma Emilia, della pacifica Emilia...  Eppero'
    corro anch'io !
    Corro, sempre corro : al lavoro, per gli impegni, per l'amico con la fissa della puntualita', e via
    dicendo.   
    Dunque, l'altra sera, dopo essere andata a tutta birra per non toppare l'appuntamento, final-
    mente ho permesso al mio tempo di rallentare, anzi proprio di oziare, e ho sbirciato felice il
    mantello di stelle nello scorrere pigro delle ruote.
 
 

ziaci

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #3 il: Aprile 10, 2012, 18:35:30 »
 L'altra sera sono rientrata tardi, speravo fossero tutti a letto per potermi evitare le solite giustificazioni, ma invece no, mia madre era ancora li, in cucina, a rammendare solo lei sa cosa, quando sono entrata non si è scomposta minimamente e mi ha lanciato un'occhiata distratta da sopra gli occhiali da cucito che porta sul naso.
Sapevo perfettamente che quella sua, apparente, calma nascondeva una bomba pronta ad esplodere e qualsiasi cosa avessi detto non avrebbe scongiurato la sua ira funesta, comunque ci provai e con "beh, vado a letto...notte" cercai di svicolarmela ma tutto fu inutile, con gli occhi iniettati di sangue mi guardó e incurante dell'ora urló: "ma tu...ma tu...cosa credi che questa casa sia un albergo?", giá mia madre, santa donna, quando si arrabbia é la fiera dei luoghi comuni e delle frasi fatte, e cosa mai le si puó rispondere?, provai ad imbastire su due piedi una giustificazione plausibile che ovviamente non ascoltó mentre continuava a borbottare parole incomprensibili sicuramente poco amorevoli nei miei confronti, a questo punto non avevo altra possibilitá che spiazzarla e farla tacere e cosí con uno scatto le fui vicina e l'abbracciai, provó a divincolarsi ma poi cedette alle mie attenzioni, "mamma ti voglio bene, scusa" le sussurrai all'orecchio, la sentii rilassarsi e spuntó un sorriso. A volte basta veramente poco.
« Ultima modifica: Aprile 11, 2012, 17:39:01 da ziaci »
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.

nihil

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #4 il: Aprile 11, 2012, 09:13:51 »
L'altra sera sono rientrata tardi.Ero uscita a cena, volevo un bel ristorante per festeggiare il mio compleanno. Nessuno se n'era ricordato, non mi rimaneva che festeggiarmi da sola. Ho girato un poco per le strade cercandone uno adatto al mio umore, che non fosse troppo lussuoso, che non fosse troppo misero, o troppo affollato o vuoto. Un umore difficile da adattare ad un ristorante. Guardavo attraverso le vetrine e vedevo tavoli occupati da coppie e da amici. Io sola, avrei mostrato a tutti la mia solitudine. Avevo fame, alla fine pensai di arrendermi, entrare in un bar e prendere almeno un cappuccino e un pezzo dolce, ma ormai erano le 21, troppo tardi per un cappuccino. Già,  così tutti mi avrebbero guardato e si sarebbero domandati perchè di quella scelta. Non mi piace che mi si guardi o mi si parli alle spalle. Ho camminato a lungo per le strade fino che ho avuto più freddo che fame, ma tra la gente almeno la solitudine sembrava meno vera. All'angolo di una via una vecchia barbona sonnecchiava circondata dai suoi sacchetti, accoccolata su una panchina, mentre in terra un piattino di plastica richiedeva un contributo alla sua vita. Le ho lasciato 5 euro dicendo "nonna prenda un bel caffè". Lei mi ha sorriso con una sorta di complicità. Forse aveva riconosciuto la mia solitudine. L'altra sera sono rientrata tardi, infreddolita e affamata, con il sorriso di quella donna in tasca, lo so l'ho pagato, ma è stato l'unico regalo di compleanno che ho ricevuto.

nabila

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #5 il: Agosto 19, 2012, 12:22:40 »
Ciao Ziaci
è vero, a volte le mamme si accontentano di molto poco.
In realtà, però, desiderano molto di più e passano molto tempo a sperare che qualcuno se ne accorga!
Sulla punta di un ago sta il mio cuore, girando! "Morì all'alba" - Federico Garcia Lorca

nabila

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #6 il: Agosto 19, 2012, 12:26:11 »
Ciao Nihil
per il mio compleanno non mi aspetto mai pensieri o sorrisi.........................................mi sono comprata un microonde!
Mi serviva e il negoziante mi ha fatto un sorrisone. Tempi di vacche magre, per me e per lui! Pazienza
Sulla punta di un ago sta il mio cuore, girando! "Morì all'alba" - Federico Garcia Lorca

nihil

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #7 il: Agosto 21, 2012, 07:31:46 »
Nabi,  il microonde cuoce pensieri e nostalgie, ma anche cose buone e consolatorie. A te l'invito a scrivere una nuova storia con questo incipit. ;)

nihil

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #8 il: Febbraio 18, 2014, 08:18:44 »
nel tentativo di resuscitare il bel gioco che aveva proposto Rubio ( Rubio dove ti sei cacciato?, propongo un nuovo incipit.


Quel treno mi porterà lontana.

nihil

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #9 il: Settembre 26, 2014, 10:13:15 »
mi vedo costretta a procedere da sola? spero di no, ma farò volentieri questo compitino, sperando che altri mi seguano. Rubio, ma dove sei?


Quel treno mi porterà lontana. Porca miseria, intanto è in ritardo la partenza già da mezz'ora e il lontano si allontana, la mia voglia di fuggire si avvicina invece al mio cuore. Ma che ci faccio qui? oggi è la mia giornata di riposo, voglio evadere dalla monotonia, me lo sono meritata. Come in un'avventura che si rispetti sono arrivata in stazione e ho scelto il primo treno in partenza, non importa la meta. Basta partire, al ritorno ci penserò poi. Scenderò ad una stazione qualunque, secondo l'estro. Mi guarderò intorno, prenderò un caffè, cercherò di attaccare discorso con qualcuno, sempre belli i dialoghi con gli sconosciuti, sono liberatori, sono sinceri e a volte anche no; potrei essere una principessa in fuga, o un'imbianchina disoccupata, potrei inventarmi vite diverse, almeno quante ne ho sognate di vivere. Il ritardo è aumentato, l'altoparlante dice qualcosa, ma rimbomba tutto e non capisco cosa dice. Sciopero no, non mi pare, gli altri treni partono. Ho fame, mangerò qualche merendino che mi sono portata. Porto sempre cibarie, dopo quella volta che il treno sì è fermato per ore in mezzo alla campagna per il solito suicidio. Inopportuni, questi suicidi, veramente da maleducati, che poi la gente ci rimette sempre. Quella volta dovevo andare a Roma per un colloquio di lavoro, ma arrivai a notte e il colloquio non ci fu. La morte di quel tizio, sconosciutissimo da me, ha così influenzato la mia vita, anche se non saprò mai se in bene o in male, magari a Roma ci sarei stata male. Ho finito i merendini, lo so, esagero, ma quando inizio a mangiare non riesco a fermarmi. Un'ora di ritardo! Ora ovviamente ho sete e non ho pensato a portare bevande. Se va avanti così, questo treno non mi porterà lontano, va a finire che la mia evasione diventa stanziale!
Porca miseria, non si vede nessun capotreno per avere informazioni e nel mio scomparto non c'è nessuno per fare conversazione, avrei potuto anche accontentarmi di evadere a parole, ma così è davvero mortificante.
Ora ho davvero sete, scendo a prendere qualcosa, la sete non la sopporto. Una gazzosa due euro, te possino, io due euro non li ho. Bevo alla fontanina e risalgo sul treno. Mi addormento tranquilla, non c'è problema, si treni del binario morto non sale mai nessuno, io viaggio con la fantasia, sono una "barbona" e mi devo accontentare.




Nessuno prende il treno con me?   :prtr:

valdobear

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #10 il: Novembre 17, 2015, 07:29:36 »
vado un po' "lungo"... va bene lo stesso?  ;D


Questa sera sono rientrato tardi, ma è colpa del pomeriggio di salsedine, quella che ti entra nei polmoni a ogni respiro e quasi annuncia il cambio di stagione. “Dai, vieni fuori, che poi arriva l’inverno”, mi diceva.
Così sono uscito senza una meta; un osservatore superficiale avrebbe detto che stavo vagando da solo per la città. Niente di più falso, ero in compagnia di vecchie Parole e della loro magia.
Mi seguivano da quando ero uscito e continuavano a sussurrarmi ricordi di antiche letture.
Una piccola terrazza a picco sul mare mi aveva tentato, con le sue tovagliette svolazzanti e la promessa di una sosta. Ad altri il Libeccio teso, col suo sentore di strane creature marine, avrebbe suggerito di proseguire a passo svelto, ma le Parole mi avevano chiesto di fermarmi e ascoltare.
Così mi ero seduto, unico cliente di un barista triste che osservava gli altri tavolini, pateticamente vuoti.
Sorseggiavo un Cuba Libre, pure lui parola desueta, e mi guardavo intorno.
La terrazza tremava un poco a ogni ondata che s’infrangeva sulla scogliera, appena più in basso. Il cielo era percorso da nembi scuri e disordinati che cambiavano continuamente forma transitando a perpendicolo sulla mia testa. Credo che non lasciassero cadere la pioggia per puro calcolo utilitaristico: - Il piccolo ometto e il suo tavolino saranno presto spazzati via da qualche ondata, inutile sprecarci la nostra acqua.–
Posando il bicchiere, mi pareva di scorgere delle piccole onde sollevarsi dalla superficie ambrata, con i frammenti di ghiaccio che, in un impeto di megalomania, si atteggiavano a iceberg.
Al largo, laggiù verso sudest dove le nubi si tuffavano in mare e tutto si perdeva in una oscura foschia, era apparsa la sagoma alata di un veliero.
Veliero: ecco una Parola che si era fatta strada tra le altre per togliere la polvere ai ricordi.
Achab, forse quello è il tuo Pequod? E tu, Corsaro Nero e Duca di Ventimiglia, la Folgore solca ancora il mare delle Antille? Long John Silver, hai trovato il tesoro? Horatio, congratulazioni per la tua promozione a Commodoro!
- Due mani di terzaroli, signor Bush, barra tre punti a sinistra.-
Passo gli ordini al mio secondo con voce ferma e chiara.
- Aye aye, capitano.-
Il Sutherland, vascello di linea da settantaquattro cannoni, ha lasciato Portsmouth da un mese ed io, Horatio Hornblower, ne sono il comandante. Gli ordini sono semplici: incrociare lungo le rotte atlantiche e attaccare, affondare o catturare qualsiasi naviglio francese.
Avanziamo sulle onde, molto inclinati sulla dritta, la velatura appena ridotta.
Il signor Bush indica un punto tre quarti a sinistra. Un lampo rischiara i flutti e il tuono secco e vicino copre per lunghi istanti il rombo dei marosi che s’ingrossano e sembrano scaraventarsi sulla nave.
- Arriva, comandante! -
Il rollio si accentua, la ruota mette a dura prova la forza di McNulty, il timoniere, ma i miei ordini si susseguono rapidi e sicuri, lo sguardo fisso in avanti, a meno di un miglio dal nostro bompresso.
- Alla via così. Spegnere i fuochi, cannonieri ai pezzi! E’ più pesante di noi e la prua affonda troppo, stavolta lo prendiamo! Aprire i portelli! -
Poco più avanti, il “Courage”, nave di linea francese da novanta cannoni, se la passa peggio. Non ha fatto in tempo a ridurre la velatura e il colpo di mare gli spezza il pennone di trinchetto. Trattenuto dalle sartie, il troncone cade in acqua con le sue vele e il Courage imbarda paurosamente come se avesse gettato un’ancora in piena corsa.
Lo stiamo inseguendo da due giorni e finalmente gli scivoliamo sul bordo di sinistra, a meno di duecento yarde.
- Pezzi di dritta, fuoco a volontà.-
Osservo impassibile l’effetto delle scariche che si susseguono rapide. Vedo brandelli di fasciame strapparsi dalla nave nemica, l’albero di maestra spezzarsi e precipitare sul ponte.
Sul Courage però si sono riorganizzati. Buoni marinai, anche sotto il fuoco sono riusciti a liberarsi del pennone e i cannonieri sono al loro posto.
Un’ondata solleva la nave francese che si era inclinata a babordo rendendo inservibili le batterie di sinistra. Ora le bocche da fuoco sono puntate dritte sul Southerland.
- Tutta la barra a sinistra! Adesso tocca a noi signor Bush, non possiamo evitarlo.-
Una tremenda salva a palla e mitraglia ci spazza il ponte. Sangue e urla, sartie spezzate e brandelli di vele. Una palla porta via di netto la testa al guardiamarina Hampton, a due passi da me. Ma io continuo a impartire ordini con la voce tranquilla, la battaglia prosegue.
Meno di un’ora, l’ultima per tanti bravi marinai.
La tempesta è scemata; il Sutherland è ferito ma vittorioso grazie alle mie doti di marinaio e di comandante. Sono stato pronto a sfruttare la maggiore velocità e manovrabilità della mia nave che ora scarroccia, sospinta da un vento leggero, uno strallo per governare, le altre vele superstiti terzarolate. Sull’oceano, pochi relitti e alcuni corpi inanimati indicano la tomba del Courage e del suo equipaggio.
- Un’altra vittoria per la Corona. Signor Bush, faccia l’appello degli uomini, voglio sapere qual è stato il prezzo.-
- Sono sette Euro e cinquanta, ma veramente mi chiamo Luigi; Bush chi? Quello con gli occhietti piccoli che governava l’America?-
Il cameriere era in piedi vicino a me, lo scontrino in mano. Gli ho porto una banconota da dieci e gli ho lasciato il resto, lo dovevo ringraziare, mi guardava come se fossi matto ma non aveva chiamato il 113.
Uscito,  mi ero avviato  su per la scalinata; le raffiche di vento mi avevano fatto rabbrividire e le nuvole avevano perso la pazienza: iniziava a piovere.
Avevo  rialzato il bavero del mio vecchio impermeabile... “Impermeabile”: questa Parola si era fatta avanti di prepotenza mentre allacciavo la logora cintura.
Accidenti al clima di New York. Capace che a mezzogiorno crepi dal caldo e due ore dopo gli Adirondack ti spediscono giù dall’Hudson un vento della malora, che ti mette i brividi e porta la pioggia. Proprio come adesso. Non finisco d’imprecare che sento dei passi affrettati dietro di me. Su questa scalinata ventosa che dal molo ventisette porta alla nona, credevo di essere solo. Mi volto, saranno una ventina di gradini e vedo che mi viene dietro un tipo sospetto. E’ grosso, ha la faccia cattiva, scommetto che sotto quella giacca ha pure l’artiglieria.
Stamattina mentre uscivo dall’ufficio, Velda, una pupa in gamba che non per nulla mi fa da segretaria, mi aveva avvertito:
- Attento a quello che fai Mike, “Half Nose” Buddy ha giurato di fartela pagare.-
- Non aver paura, piccola, il piombo che deve ammazzare il vecchio Mike Hammer non è stato ancora estratto dalla miniera! - Ma avevo toccato nervosamente il calcio della mia Betsy, la Colt quarantacinque che mi fa sempre compagnia nella fondina sotto l’ascella.
Betsy è femmina e come tutte le femmine sa essere sinuosa e letale; il suo contatto mi rassicura: lei ed io abbiamo fatto un bel po’ di buchi nella pancia degli imbecilli che volevano la mia pelle e i vermi dei cimiteri ringraziano. Ma Buddy è un duro, lo chiamano “Half Nose” perché va in giro con una dannata protesi di metallo sulla faccia; da ragazzo, un certo Joe Cribano gli ha tagliato metà del naso che Buddy aveva ficcato dove non doveva. E Buddy che fa? Appena uscito dall’ospedale, aspetta Joe sotto casa, gli fracassa le gambe con un bastone, poi gli taglia i testicoli e glieli ficca in bocca. Ecco chi è Buddy, meglio non farlo incazzare.
Invece io, tre giorni fa, ho dovuto piantare una libbra di piombo nella testa di suo fratello, mentre indagavo su quel pasticcio del cambiavalute ammazzato, giù, a Little Italy.
Buddy è in galera e ci resterà per un pezzo, ma non l’ha presa bene.
- C'è un bel mucchio di fessi là fuori che ti farebbe la festa volentieri anche gratis, ma Buddy ha promesso una pila di verdoni a chi ti farà fuori. Stai in campana Mike, sarebbe un peccato, sei un così bell’uomo...- . L’ultimo avvertimento mi era arrivato appena ieri sera da Red, il barista dell’ Happy Dog sulla trentaduesima. L’ho ringraziato stendendo con un gancio destro un tale che lo stava prendendo per il sedere. Già, Red è un dannato finocchio e non fa nulla per nasconderlo, ma per il resto è un tipo a posto.
Intanto il tizio continua a seguirmi. Faccio finta di niente, mi chino ad allacciarmi una scarpa. Dannazione, oggi ho messo i mocassini, forse non sono troppo convincente. Comunque il tizio si ferma anche lui e si mette a guardare una vetrina. Peccato che sia spenta e non si vede un accidenti. Allora segue proprio me! M’infilo sulla Harrison, qui c’è traffico e gente, non sarebbe salutare spararmi alla schiena. Lui sempre dietro, sento i suoi passi sciacquettare nelle pozzanghere. In breve sono alla stazione della metro di Franklin e scendo le scale.
Ecco, arriva il treno, aspetto di sentire il sibilo dell’aria compressa che chiude le porte e salto sopra. Il ciccione non ce la fa e rimane a terra. Mi guarda strano mentre io gli sfilo davanti e gli faccio ciao con la mano. Intorno, sul vagone, non vedo altre facce sospette. Ora posso rilassarmi e togliere la mano dalla fondina.
E’ la mia fermata, scendo. Due passi e sono arrivato. Velda, la bella e calda Velda, mi starà aspettando per darmi il ben tornato a modo suo.
- Da dove vieni Gianni, dalle paludi? Pulisciti le scarpe, fannullone che non sei altro, non vedi che ho dato la cera? Poi togliti quell’impermeabile bagnato che sgoccioli dappertutto e sembri un vecchio esibizionista… almeno avessi qualcosa di decente da esibire!-
- Sì Vel… cara, scusa, è pronta la cena? -
- Ma sentilo! Se ne va a zonzo sino a sera tardi, io invece qui ad ammazzarmi in casa.  Poi con questo tempo, sei mica un giovanotto. Ma dove sei stato, cosa hai combinato?-
Sulle mie Parole era calato un manto pesante di realtà; così come la polvere copre ogni cosa, la realtà sovrasta i sogni che vorresti gridare e ti spezza la voce.
Ho sussurrato una risposta:
 - Nulla di particolare, ho passato la serata in compagnia di qualche vecchia Parola.-

nihil

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #11 il: Novembre 17, 2015, 08:46:34 »
 ;) il vecchio orso non sbaglia un  colpo! conosco tutti i tuoi capitani, per avere viaggiato con loro a lungo, in età più verdi, e conosco Mike per avere dato battaglia laggiù sotto i ponti e quella volta che rimase ferito, gli estrassi la pallottola con un vecchio temperino e poi andammo a mangiare una pizza davanti alle poste centrali. Prendemmo poi un caffè doppio e amaro, anche allora in compagnia di parole. abow

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #12 il: Novembre 18, 2015, 19:04:46 »
;) il vecchio orso non sbaglia un  colpo! conosco tutti i tuoi capitani, per avere viaggiato con loro a lungo, in età più verdi, e conosco Mike per avere dato battaglia laggiù sotto i ponti e quella volta che rimase ferito, gli estrassi la pallottola con un vecchio temperino e poi andammo a mangiare una pizza davanti alle poste centrali. Prendemmo poi un caffè doppio e amaro, anche allora in compagnia di parole. abow

Noi lettori di lungo corso ne abbiamo conosciuti di Capitani coraggiosi (Schettino è un caso a parte), di investigatori alla Spillane, alla Marlowe, per non parlare di quelli più "cerebrali", Sherlock in testa, ma anche Ellery Queen, Nero Wolfe, Poirot... E poi Corsari, aviatori, guerrieri, gentiluomini e carogne... avrei potuto seguire le mie Parole per un anno intero.... ma poi chi seguiva me? Solo tu, temo, ma grazie di esserci.

nihil

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #13 il: Novembre 23, 2015, 11:51:29 »
il mio primo capitano fu Il corsaro Nero, e poi tutti i pirati della malesia e i tigrotti di Mompracem. Ora tutti defunti al cospetto di Goldrake, Pokemon et similia!  >:(

valdobear

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Re:Questo l'ho fatto io
« Risposta #14 il: Novembre 24, 2015, 19:54:49 »
Non so se ricordi,( io ho l'opera omnia di Salgari, un capriccio di vecchiaia in memoria della mia fanciullezza) un ciclo "minore" : La crociera della Tuonante" con nostromo Testa di Pietra...