Autore Topic: La Fata del Solstizio  (Letto 1840 volte)

Emrys

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La Fata del Solstizio
« il: Marzo 09, 2012, 09:56:17 »
Osservai le luci del sole morente tingere il mare con caldi riflessi color del fuoco. Mi sedetti sulla fresca sabbia della spiaggia, con mosse rigide, e dentro di me maledissi il peso degli anni. Era tutto come allora, il giorno in cui la incontrai; erano passati quasi quarant’anni eppure quel luogo sembrava immune al normale scorrere del tempo. Allora ero convinto che anche i nostri giorni insieme sarebbe stati infiniti. Però tu non sei tornata, e la Porta non si è più riaperta. Abbiamo avuto soltanto quei pochi giorni d’estate, sono tornato spesso a cercarti; poi sono andato avanti con la mia vita. Ho messo su famiglia e adesso ho persino un branco di nipoti scatenati. Tuttavia, per quanto ho amato mia moglie Claire, nel mio intimo non sono mai riuscito a dimenticarti. I miei figli l'hanno considerata soltanto una mia abitudine bislacca, eppure ogni anno, nella settimana in cui cadeva l'anniversario del nostro incontro, sono tornato qui per rivederti.

Il freddo pungente lo fece trasalire, si era addormentato e le onde arrivavano a lambirgli i piedi: era giunta la notte. L'umidità gli si era infilata fin dentro le ossa, eppure non era quella a provocargli quel sordo dolore: tra poche ore anche l'ultimo solstizio sarebbe terminato e gli restavano ben poche probabilità di arrivare a vedere il successivo. Provò ad alzarsi in piedi ma le gambe gli cedettero e nell'attimo in cui il suo sguardo si volse al mare, da esso provenne un piccolo bagliore. "Cosa diamine..." In un attimo Dean fu circondato da quella luce e sentì che tutti i dolori che lo avevano attanagliato per decenni gli venivano strappati via dal corpo. Sbatté le palpebre, un paio di volte, e si trovò davanti ad una massiccia porta di quercia tempestata di fiori sgargianti. Non riusciva ancora a crederci, dopo tutti quegli anni il portale era riapparso davanti a lui. Allungò la mano per sfiorarlo e lo vide aprirsi. Il volto ovale che non era mai riuscito a dimenticare, quegli occhi grandi e verdi come le praterie del vecchio continente, quella chioma color mogano così ribelle da dover essere imbrigliata in complicate capigliature. Era lei.

"Dean, mi sei mancato, perdonami..." Sentire la sua voce, era come un sogno e lui non osava nemmeno parlare. "Ti avevo promesso di portarti con me. Hai aspettato così tanto.” L'uomo inghiottì a vuoto, trovando il coraggio di accarezzarle una guancia, e lei gli rivolse un sorriso colmo di tenerezza. "Hai continuato a venire, ogni anno, al giungere dell'estate. Io ti ho visto, ma mi è stato impedito di parlarti." Gli baciò il palmo della mano e senza lasciargliela continuò a parlare. "Non so per quanto ancora la porta resterà aperta, vuoi ancora venire con me ?" Dean annuì, e così facendo si rese conto che qualcosa nel suo corpo stava cambiando: non era più un vecchio traballante e stanco; era tornato a essere un giovane uomo pronto a riaffrontare l’estate della vita. Era strano avere di nuovo i capelli.
Allora oltrepassarono la porta, l'uno abbracciato all'altra, e quando la luce si dissolse, sulla spiaggia non c'era più nessuna traccia di Dean Ferris
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ciro

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #1 il: Giugno 02, 2012, 05:59:36 »
Osservai le luci del sole morente tingere il mare con caldi riflessi color del fuoco. Mi sedetti sulla fresca sabbia della spiaggia, con mosse rigide, e dentro di me maledissi il peso degli anni. Era tutto come allora, il giorno in cui la incontrai; erano passati quasi quarant’anni eppure quel luogo sembrava immune al normale scorrere del tempo. Allora ero convinto che anche i nostri giorni insieme sarebbe stati infiniti. Però tu non sei tornata, e la Porta non si è più riaperta. Abbiamo avuto soltanto quei pochi giorni d’estate, sono tornato spesso a cercarti; poi sono andato avanti con la mia vita. Ho messo su famiglia e adesso ho persino un branco di nipoti scatenati. Tuttavia, per quanto ho amato mia moglie Claire, nel mio intimo non sono mai riuscito a dimenticarti. I miei figli l'hanno considerata soltanto una mia abitudine bislacca, eppure ogni anno, nella settimana in cui cadeva l'anniversario del nostro incontro, sono tornato qui per rivederti.

Il freddo pungente lo fece trasalire, si era addormentato e le onde arrivavano a lambirgli i piedi: era giunta la notte. L'umidità gli si era infilata fin dentro le ossa, eppure non era quella a provocargli quel sordo dolore: tra poche ore anche l'ultimo solstizio sarebbe terminato e gli restavano ben poche probabilità di arrivare a vedere il successivo. Provò ad alzarsi in piedi ma le gambe gli cedettero e nell'attimo in cui il suo sguardo si volse al mare, da esso provenne un piccolo bagliore. "Cosa diamine..." In un attimo Dean fu circondato da quella luce e sentì che tutti i dolori che lo avevano attanagliato per decenni gli venivano strappati via dal corpo. Sbatté le palpebre, un paio di volte, e si trovò davanti ad una massiccia porta di quercia tempestata di fiori sgargianti. Non riusciva ancora a crederci, dopo tutti quegli anni il portale era riapparso davanti a lui. Allungò la mano per sfiorarlo e lo vide aprirsi. Il volto ovale che non era mai riuscito a dimenticare, quegli occhi grandi e verdi come le praterie del vecchio continente, quella chioma color mogano così ribelle da dover essere imbrigliata in complicate capigliature. Era lei.

"Dean, mi sei mancato, perdonami..." Sentire la sua voce, era come un sogno e lui non osava nemmeno parlare. "Ti avevo promesso di portarti con me. Hai aspettato così tanto.” L'uomo inghiottì a vuoto, trovando il coraggio di accarezzarle una guancia, e lei gli rivolse un sorriso colmo di tenerezza. "Hai continuato a venire, ogni anno, al giungere dell'estate. Io ti ho visto, ma mi è stato impedito di parlarti." Gli baciò il palmo della mano e senza lasciargliela continuò a parlare. "Non so per quanto ancora la porta resterà aperta, vuoi ancora venire con me ?" Dean annuì, e così facendo si rese conto che qualcosa nel suo corpo stava cambiando: non era più un vecchio traballante e stanco; era tornato a essere un giovane uomo pronto a riaffrontare l’estate della vita. Era strano avere di nuovo i capelli.
Allora oltrepassarono la porta, l'uno abbracciato all'altra, e quando la luce si dissolse, sulla spiaggia non c'era più nessuna traccia di Dean Ferris
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Scusami ma così la lettura diveta più agevole.

Peccato, lo avrei letto prima questo splendido frammento di vita e di morte e forse anche altri lo avrebbero fatto.
 Fantastico, evenescente, semplice, etereo, dolcissimo, emozionante, davenireogliadianadareviasubito, romantico da fare venire i brividi....

Complimenti, aspettiamo altri simili gioelli.
Ciro

Emrys

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #2 il: Giugno 02, 2012, 15:50:23 »
Ammetto di averci capito poco nel size del forum :-p grazie di aver reso più leggibile la storia. E ovviamente ringrazio per i compliments *_^ Però non ti sembra troppo poco descrittivo ? Volevo fare una favola romantica semplice ma ho un pelo l'impressione di aver esagerato con la semplicità.

ziaci

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #3 il: Giugno 03, 2012, 00:46:17 »
Oh la! Bravo Ciro!
Ho trovato questo pezzo una piacevole lettura, bella miniatura con intense emozioni,
complimenti Emrys
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.

Leon8oo3

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #4 il: Luglio 09, 2012, 10:08:39 »
L'idea è molto carina, anzi, rasenta il geniale per come è strutturata. Uno pensa che sia il solito, vecchio amore e invece è una creatura di un mondo magico. Sarebbe da sviluppare meglio. Tutto l'incipit (io sono un maniaco degli incipit) è gravato da frasi fatte e luoghi comuni che arrivano al limite del cliché, e questo non aiuta. Manca poi un po' di quel sentimento che certamente l'autore provava nello scrivere il testo ma che poi non è per niente arrivato fino a qui. E' rigido, va certamente riscritto, decidersi sul ritmo da tenere, lasciando da parte questo tono a metà tra l'epistolare e la narrazione che non vanno bene né per una lettera né per un racconto. Ci faccia vivere qualcosa anche a noi, questo narratore, e faccia attenzione, perché l'unica cosa a cui penso mentre entro nel suo "mondo fatato" è l'improvvisa ricrescita dei capelli...insomma, non un granché, ma sono certo che questa buona idea, con qualche riscrittura e un po' di impegno, vedrà un buon accumulo di valore. Adesso cammina male, è rigida sulle gambe.
"(...)in quale notte, delirante, malaticcia. Da quali enromi Golia fui concepito, così grande e così inutile".

Brunello

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #5 il: Luglio 25, 2012, 10:46:25 »
Bellissimo :rose:

patriziagiangregorio

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #6 il: Agosto 03, 2012, 12:27:59 »
A me e' piaciuto veramente tanto.E' romantico,ed anche il momento del "trapasso" e' descritto con toni delicati.Complimenti

lascalanellacqua

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #7 il: Agosto 04, 2012, 11:48:24 »
l'idea è veramente interessante. Come hanno già scritto qui bisognerebbe lavorarci sopra ... diventerebbe un fantastico racconto.

The eternal reader

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #8 il: Agosto 16, 2012, 20:43:15 »
 E' verissimo! sarebbe un racconto stupendo! tantissimi complimenti x l'idea e il linguaggio semplice ma toccante!  :rose:
Finchè non sei definitivamente sconfitto puoi sempre uscire vincitore.

Emrys

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Re:La Fata del Solstizio
« Risposta #9 il: Settembre 02, 2012, 01:00:54 »
SAlve a tutti, chiedo scusa ma ho litigato con internet per qualche mese è in più il mio  pc è arrivato al collasso. Essendo tutt'altro che esperto in materia domando:

Quale stile di narrazione consigliate per una cosa del genere? Ovviamente come trama può essere più o meno solo un racconto breve, ma sul piano descrittivo aggiungereste scene ? Voglio rimontarlo lavorarci e sistemarlo però accetto più che volentieri ogni genere di sugerimento !

Emrys/francesco