Osservai le luci del sole morente tingere il mare con caldi riflessi color del fuoco. Mi sedetti sulla fresca sabbia della spiaggia, con mosse rigide, e dentro di me maledissi il peso degli anni. Era tutto come allora, il giorno in cui la incontrai; erano passati quasi quarant’anni eppure quel luogo sembrava immune al normale scorrere del tempo. Allora ero convinto che anche i nostri giorni insieme sarebbe stati infiniti. Però tu non sei tornata, e la Porta non si è più riaperta. Abbiamo avuto soltanto quei pochi giorni d’estate, sono tornato spesso a cercarti; poi sono andato avanti con la mia vita. Ho messo su famiglia e adesso ho persino un branco di nipoti scatenati. Tuttavia, per quanto ho amato mia moglie Claire, nel mio intimo non sono mai riuscito a dimenticarti. I miei figli l'hanno considerata soltanto una mia abitudine bislacca, eppure ogni anno, nella settimana in cui cadeva l'anniversario del nostro incontro, sono tornato qui per rivederti.
Il freddo pungente lo fece trasalire, si era addormentato e le onde arrivavano a lambirgli i piedi: era giunta la notte. L'umidità gli si era infilata fin dentro le ossa, eppure non era quella a provocargli quel sordo dolore: tra poche ore anche l'ultimo solstizio sarebbe terminato e gli restavano ben poche probabilità di arrivare a vedere il successivo. Provò ad alzarsi in piedi ma le gambe gli cedettero e nell'attimo in cui il suo sguardo si volse al mare, da esso provenne un piccolo bagliore. "Cosa diamine..." In un attimo Dean fu circondato da quella luce e sentì che tutti i dolori che lo avevano attanagliato per decenni gli venivano strappati via dal corpo. Sbatté le palpebre, un paio di volte, e si trovò davanti ad una massiccia porta di quercia tempestata di fiori sgargianti. Non riusciva ancora a crederci, dopo tutti quegli anni il portale era riapparso davanti a lui. Allungò la mano per sfiorarlo e lo vide aprirsi. Il volto ovale che non era mai riuscito a dimenticare, quegli occhi grandi e verdi come le praterie del vecchio continente, quella chioma color mogano così ribelle da dover essere imbrigliata in complicate capigliature. Era lei.
"Dean, mi sei mancato, perdonami..." Sentire la sua voce, era come un sogno e lui non osava nemmeno parlare. "Ti avevo promesso di portarti con me. Hai aspettato così tanto.” L'uomo inghiottì a vuoto, trovando il coraggio di accarezzarle una guancia, e lei gli rivolse un sorriso colmo di tenerezza. "Hai continuato a venire, ogni anno, al giungere dell'estate. Io ti ho visto, ma mi è stato impedito di parlarti." Gli baciò il palmo della mano e senza lasciargliela continuò a parlare. "Non so per quanto ancora la porta resterà aperta, vuoi ancora venire con me ?" Dean annuì, e così facendo si rese conto che qualcosa nel suo corpo stava cambiando: non era più un vecchio traballante e stanco; era tornato a essere un giovane uomo pronto a riaffrontare l’estate della vita. Era strano avere di nuovo i capelli.
Allora oltrepassarono la porta, l'uno abbracciato all'altra, e quando la luce si dissolse, sulla spiaggia non c'era più nessuna traccia di Dean Ferris
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Scusami ma così la lettura diveta più agevole.
Peccato, lo avrei letto prima questo splendido frammento di vita e di morte e forse anche altri lo avrebbero fatto.
Fantastico, evenescente, semplice, etereo, dolcissimo, emozionante, davenireogliadianadareviasubito, romantico da fare venire i brividi....
Complimenti, aspettiamo altri simili gioelli.
Ciro