La napoletana stava al tavolino con la sua aria sexy : tutta nera, i capelli, gli occhi che girava tutt'attorno ad intercettare con ostentata indifferenza gli sguardi altrui, le ciglia pesanti di rimmel, l'ombretto messo con sapienza. Era sola al tavolino di quel bar sulla piazza, fra l'andirivieni dei passanti che non mancavano di notarla.
Lei, impettita ad ostentare le sue grazie, esibiva un vago provocatorio sorriso sul viso piacente dagli zigomi marcati ed era allora che ti imbattevi nel suo pezzo forte, quello di cui andava orgogliosa, la nota distintiva, che la faceva sentire pienamente donna e desiderabile : le labbra, una bocca rosso fuoco. La sua ultima acquisizione.
Cosi' non potevi non seguirla mentre con movimento studiato avvicinava il cucchiaio del gelato alle labbra, che sporgeva al contempo voluttuosa, come un'attrice del cinema in una parte charmante : gli uomini ne rimanevano presi, le donne vagamente a disagio distoglievano lo sguardo, e cominciavano i commenti.
" Ehi, hai visto quella? " ammiccavano gli uomini fra l'ammirato e il divertito.
" Ma dico, l'hai vista?? " faceva qualche donna che si trovava li' con le amiche " con quelle due labbra da... Chissa' cosa si crede di essere! "
" Gia' ! " dava manforte un'altra " e guarda quei cretini come la guardano ! "
" Si, bella roba ! " scuoteva la testa una terza " Quando si vede lontano un miglio che sono rifatte ! Rifatte, finte ! Chi ce le ha cosi'? "
" Hai ragione " interloquiva piena di foga la prima " sembrano...ma si', sembrano piu' che due labbra un canotto gonfiabile !! "
" Ha ha ha !!! Hai proprio ragione! Un canotto gonfiabile ! " e si scuotevano e si divertivano le madame, con una nota di compatimento se non proprio disprezzo stampata in viso, riprendendo poi il loro composto conversare di vere signore.
Senonche', mentre sorbivano un te', videro avvicinarsi un bel tipo che pareva diretto proprio verso di loro : corsero vivaci delle occhiate, si riassettarono civettuole i vestiti e alzarono gli occhi quasi in contemporanea, ognuna per catturare l'attenzione di quel gran bel ragazzo.
Incredibile, era ormai da loro : le guardo', sorrise col migliore dei suoi sorrisi, era piacente, elegante, si chino' un poco e con garbo proferi' : " Scusate, signore, vorreste farmi un piacere? "
" Ma certamente ! " squittirono quelle all'unisono, ansiose e smorfiose.
" Ecco, potreste regalarmi un fiore di quelli che stanno nel vaso sul vostro tavolo? "
Lo guardarono frastornate, senza saper che pensare. " Oh...si'. Si! Prego ! "
" Vi ringrazio tanto. Vedete - fece poi amichevole, come a cercarne la comprensione - c'e' una persona laggiu', sola a quel tavolo.... "
E si allontano' sorridendo, certo della loro indulgenza, col fiore dallo stelo alto e poi, giunto vicino a lei, lei che neppure lo guardava, allungo' il braccio esitante ed emozionato :
" Signorina, permette? La vedo sola, e sembra cosi' dolce.... posso farle compagnia? "
Le tre comari non avevano piu' parole.
Incredule, allocchite, si sentivano le spettarici di un film.
E fu allora che la napoletana, girando regalmente e orgogliosamente la testa, le guardo', con le labbra rosse e fiere inarcate in un sorriso.