Autore Topic: Iko il Gladiatore Capitolo 2  (Letto 679 volte)

lestart74

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Iko il Gladiatore Capitolo 2
« il: Febbraio 14, 2012, 17:17:27 »
Di Lorenzo Ramadoro

IKO IL GLADIATORE
Capitolo due


Lei scappava, con balzi ampi, con un sorriso splendido. Di tanto in tanto la vedevo spuntare nel fitto della boscaglia, per riapparire d’innanzi ai miei occhi in una piroetta. Mi chiamava con la soavità di una voce vellutata, Pochi ne conoscevano la vera essenza, il motivo per il quale elle esistevano,  Uno scopo recondito nascosto nella forma, Elle  erano una di quei rari esempi in cui l’apparenza rivelava la verità. Ed io l’avevo già assaporata, ne conoscevo le emozioni, ne scorgevo le il pulsare ritmico indicato da quei flussi di luce, cambi di intensità, di venature.
Era una visione, non credo esista altro modo di definire quello scintillio di energia,  Occhi perlacei fissavano l’infinità dei cieli come fosse il nulla attorno.
Stavo giocherellando con una dolce ninfetta sottratto alle pene del mondo riverso davanti ai miei occhi, La sua danza limpida solleticava istinti di sfumature varie, dai più soffusi candori dello spirito, fino ai reconditi recessi della carnalità, I suoi capelli riflettevano la luce in un prisma di calori, La pelle porpora  si fletteva all’esigenze della danza assumendo toni violacei e azzurra. Pareva di  vedere un ammasso di luce volteggiare sulla spiaggia, quasi fosse una preghiera di vita vorticante sull’abisso.
Ogni volta punzecchiavano c i miei sensi… quelle  creature m’imprimevano dentro una possibilità di quiete, un puro senso di inconsistenza, Non ero più quel satiro vecchio che troppe volte era rimasto accigliato dagli atti indegni  cui avevo presenziato.
Alzando lo sguardo in cerca di quella bellezza sfuggente vidi l’uomo, a cavalcioni di un grosso ramo con la schiena poggiata sul tronco, Non c’erano tracce che portavano a quell’albero, pareva essere giunto direttamente dall’interno di quella foresta preclusa agli umani. 
Mi avvicinai per capire meglio i dettagli di quella bizzarra storia  e così fece anche lei. Rapidamente salì sulla pianta ritrovandosi faccia a faccia con l’uomo.
«E’ addormentato» constato lei.
«Buttalo giù di lì» ribattei io.
Notando la sua perplessità, aggiunsi con fermezza «Buttalo che lo prendo al volo, non si farà male.»
La ninfa afferrando la gamba dell’uomo lo fece cadere di sotto, ed io lo cinsi al volo poggiandolo sull’erba.
Scombussolato da quel trambusto l’uomo si destò,  Non appena ripresosi chiese « sono morto?»
«Direi che sei al di là di quanto è concesso agli uomini ragazzo, ma sei vivo.»
«Non sono un ragazzo!» controbatté,  «non sono un ragazzo!», ripeté indignato.
«Considerata la differenza d’età  che c’è tra te e noi direi che sei un ragazzino.»
«Siete immortali?» domando, Pareva che la mia spiegazione l’avesse rabbonito.
«Forse, non so bene quanto ci è concesso vivere, ma siamo qui da molto tempo, anche se non proprio  dall’inizio»
«E tu chi sei? » chiese rivolgendosi alla ninfa.
«Sono una ninfa, vengo dalla luce.»
«Luce… acqua, quel mostro! » bisbiglio l’uomo. 
Era chiaro che stava rimuginando qualcosa, ricordi, forse legati al suo arrivo sull’isola.
«Di che mostro parli?»
«Aveva denti, tanti denti taglienti, non era umana, i denti erano, come dire, uno dietro l’altro, come se ci fossero tante bocche una dentro l’altra.»
«Se aveva più file di denti era uno squalo, o …»
«Non era un pesce, non del tutto almeno, era per metà donna, le onde mi trascinavano verso lei.»
«…una sirena, una delle tribù cannibali.»
«Poi le onde cambiarono direzione, mi spinsero lontano, mentre qualcosa tratteneva quella bestia.»
«Hai visto altro? Cosa tratteneva la sirena?, aveva una forma?» chiese la ninfa.
«No, ero già lontano quando quel mostro venne bloccato, era buio, non vidi bene.»
«Impossibili dire cosa fosse» affermo la ninfa.
 «Qualunque creatura ti abbia trascinato fin qua, sarai un piacevole diversivo» constatati con una punta di cinismo.  «Hai una moglie che ti aspetta?»
«Non ero sposato, i miei genitori  erano morti, e non credo che a Troia ci sarà più nessuno ad attendermi, solo nemici con le spade sguainate.»
«Dunque puoi restare… Mi era giunta voci di una guerra a Troia, ma non sapevo fosse caduta.»
«Vittima di un inganno di un subdolo tranello.»
«Non ci sono tranelli in guerra, non c’è giustizia, solo un vincitore, ricordatelo ragazzo. Le guerre si fanno quando si ritiene siano necessarie e le si può solo vincere o perdere. Voi occidentali dovreste imparare qualcosa da Sun Tzu.»
«Non so di cosa parli. Ma se non c’e onore in guerra, cos’era lo scontro tra Ettore e Patroclo?, cosa il duello tra Il nostro comandante e Achille?»
«Esibizioni, diversivi, illusioni per far dimenticare la crudeltà di un conflitto, per ritinteggiarla di gloria.»
«Dunque non c’era gloria nella difesa estrema della nostra città? In quell’ultimo disperato tentativo di salvare la nostra patria?»
«L a patria… sì, giusto» dissi malinconicamente,  «ragazzo, lascia stare per ora questi discorsi ed appoggiati a me, vieni, andiamo.»
L’aiutai ad alzarsi e ci apprestammo in direzione del villaggio, di quella che ero ormai rassegnato a chiamare casa.       
Scrivo Poesie e Racconti e Romanzi mi piace tanto. cerco da tanto tempo qualcuno che mi può aiutare a pubblicare le mie poesie e i miei romanzi...voglio conoscere persone che scambiare idee... solo serietà