ed ecco che iniziava il famoso brivido, lei ormai lo riconosceva bene, ma che giorno era, o meglio notte, si alzò e con il suo passo ormai felpato, scostò le tendine e la vide. Accidenti, mi sono scordata della luna piena. Peli lunghi spuntavano in ascendenza sempre più rapida, ma lei fece appena in tempo, con le mani che ancora erano mani, a infilarsi la museruola, quella comperata dicendo che aveva un cane lupo. Poi stramazzò sulle 4 zampe, i pensieri da umani si trasformarono in lupeschi. Ecco, doveva assolutamente cercare il suo branco, solo non poteva rimanere. Ma ecco che da sotto quel coso che non pareva davvero un albero, due occhi gialli lo guardavano immobili e lui con le sue zampacce non poteva prendere quel coso che emetteva strani rumori, no, non era un ululato, ma un soffio prolungato misto a paura. Ma cosa era quell'impedimento sul muso? non poteva aprire la bocca, non avrebbe potuto mangiare la sua preda. La rabbia lo prese, iniziò a scuotere la grossa testa, a saltare sui mobili, tutto cadeva con gran fracasso, ma era un rumore che lui non riconosceva, non era quello della foresta.Fece un ultimo disperato salto per scappare, ruppe una finestra e cascò su un piccolo tetto, e poi via sempre più di corsa, di tetto in tetto, di strada in strada, ora il terrore lo assaliva, c'erano grosse luci che lo inseguivano, nulla era più come era sempre stato. Gli odori erano insopportabili, non erano di foglie o conigli, o ruscelli o tane, no, erano qualcosa di sconosciuto e terribile. Corse tutta la notte tra rumori, oggetti in movimento che emettevano strani rumori, poi finalmente all'alba arrivò dove c'era erba e alberi. Si acquattò sotto un albero e si addormentò, stremato. Furono urla e sirene a risvegliarlo, intorno a lui volti umani preoccupati lo guardavano, sentiva le loro parole, anzi le capiva: Povera donna, di sicuro una rapina, ma come mai è in vestaglia? forse è una donna rapita, ma quando arriva l'ambulanza? Lei taceva, cercava di ricordare quel sogno, ma non era sicura che fosse un sogno, qualcosa le stringeva la faccia, sembrava una museruola. Il Capitano Freccero le si avvicinò e iniziò a fare domande a cui lei non sapeva o voleva rispondere. Solo una cosa riusciva a pensare: devo fingere!