-ehy, ehy, dico a lei, si fermi la prego-
-Che vuole?- chiese il carrettiere fermando lo sgangheratissimo carretto. Il tono era burbero e impermalito.
-Mi scusi, ero sul ponte e mi sono cadute di mano delle buste e sono finite sul suo carretto. Avrebbe la cortesia di lasciarmele riprendere?-
Il carrettiere si addolcì, capendo che non era un matto, ma un povero vecchio come lui.
Fermò dunque il suo trabiccolo e permise a Martino di recuperare le buste e poi riprese il suo lento andare, poichè dire solo andare sarebbe stato un complimento.
Martino, con il suo tesoro conquistato a sprezzo di grandi pericoli, si allontanò in cerca di un luogo tranquillo per curiosare con comodo. Una panchina nel parco? e se fosse stata roba di mafia e lo avessere seguito? e se...e se...
Tornò a casa un poco spaventato, luogo sicuro e discreto per la sua indagine. Chiuse a chiave la porta e tirò le tende per essere non essere visto da nessuno, nemmeno dalla sua dirimpettaia pettegola. Andò in cucina dove la lampadina era più forte e finalmente aprì le buste e quel mondo da esplorare. Dalla prima uscì...