DANZA DI UNA QUERCIA
Un bosco ti circondava
limitava orizzonti
proteggeva da sferzate fatali;
linfa vitale saliva dalle radici
e si spegneva tra foglie.
Giovani rami
vibravano impazienti alla brezza
che scapigliava la chioma.
Nelle notti di plenilunio, sognavi:
l’impossibile, sferzava ogni limite.
Poi il miracolo avvenne.
Fosti libera di tendere i fragili rami,
davanti a te la notte a sedurre il limite,
la brezza che sapeva di mare per inventare.
Con l’impazienza nel sangue cercavi,
scoprivi, bevevi oltre il possibile.
L’uragano giunse improvviso.
Frecce di fuoco e di gelo
percossero il tuo tronco.
Il vento
invidioso del tuo osare
con rabbia ti spogliò delle foglie,
dei rami.
E rimanesti nuda.
Chiudesti gli occhi
In un agonia di anima e di corpo.
Non potevi morire!
Dalle radici salde alla terra
s’innalzava un canto di vita
che germogliava commossa
la tua ragione di essere.