Dopo cinque ore d'attenta osservazione decise che era giunto il momento d'agire. La sala d'attesa era ancora gremita, persone sofferenti e parenti inviperiti sembravano sul punto d'esplodere. Con calma si diresse verso l'entrata della sala visite. - Signore...ehi signore...dove crede d'andar... - Un'infermiera decisamente in sovrappeso cercò di trattenerlo per un braccio. Non le diede nemmeno il tempo di finire la frase. Come per incanto quella che sembrava una motosega apparve nella sua mano. Non ebbe bisogno di tirare alcun cavo per accenderla, premette semplicemente un pulsante e la testa della donna venne recisa di netto. Appena toccò terra iniziò a rotolare come una macabra palla da bowling andando a fare strike contro la macchinetta del caffè. Il sangue caldo che fuoriuscì dalle arterie tranciate con quel gesto deciso investì le persone immediatamente vicine. Il corpo rimase per un lungo istante in posizione eretta poi, come una marionetta a cui fossero stati tagliati i fili, s'afflosciò al suolo. Il suono che produsse al contatto col suo stesso sangue fu simile allo sciabordio delle onde contro una scogliera. Le urla iniziarono un paio di secondi dopo. La gente, come impazzita, iniziò a correre da tutte le parti. Un vecchio disteso su una barella con tanto di flebo venne travolto, ribaltato e calpestato. Il tacco dodici di un transessuale in crisi isterica e col naso rotto gli affondò in un occhio. Il bulbo oculare schizzò dall'orbita per finire spiaccicato da decine di suole impazzite. Si voltò e, con cura, richiuse la porta alle sue spalle sprangando l'accesso. Una ventina d'occhi lo fissarono terrorizzati. In un angolo un uomo in camice bianco batteva furiosamente sui tasti di un telefono. Un istante dopo il braccio del malcapitato, troncato senzaneanche aver fatto fatica, arrossava le mattonelle bianche della sala visite. L'urlo gli si spense in gola quando, un secondo potente colpo, gli aprì letteralmente il cranio in due parti. Quando il corpo ormai senza vita toccò il suolo, spense l'arma e passò in rassegna i volti cadaverici dei presenti. Puntò quindi deciso verso la donna che cercava di mimetizzarsi dietro un collega robusto. - Non si nasconda dottoressa Pascal...non mi costringa... - Gli bastò alzare l'arma silenziosa per ottenere l'immediata attenzione della donna. Mostrando una sicurezza che contrastava in modo evidente col pallore del viso, la dottoressa si fece avanti cercando d'evitare il corpo mutilato del collega. - Come fa a conoscere il mio nome? Chi è lei? - L'uomo sorrise e indicò il cartellino di riconoscimento appeso al camice in corrispondenza del seno abbondante della donna. - Ma non è per quello che l'ho identificata, lei mi conosce molto bene dottoressa, sono sicuro che i suoi colleghi vorranno sentire la mia storia...vero? - Se fosse stato possibile la giovane sarebbe impallidita ancor di più, improvvisamente ricordò tutto. Temendo di svenire s'appoggiò a una scrivania, le viscere le si rivoltarono provocandole ulteriore malessere. Fissando a bocca aperta l'uomo che aveva di fronte riuscì solo a mormorare - Non è possibile...mio dio..non è possibile... - CONTINUA...