Non so cosa c’entri la “coscienza” della “comunità cristiana” (?)
L’istituzione del matrimonio non è mica un’invenzione cristiana, tutt’alto.
E’ la scala di riferimento che è sbagliata, è rovesciata.
Cioè, quelli che per il matrimonio sono valori (laici; anche i laici hanno dei valori in cui credono) che più si avvicinano all’equilibrio tra i coniugi ed in difesa dell’istituto familiare vengono considerati e valorizzati dal cristianesimo, e non viceversa.
Pertanto non è esatto quello che hai scritto, che il matrimonio è in assoluto un punto di riferimento e una garanzia solo per "la coscienza della comunità cristiana" che in esso riconosce un vincolo per la creazione della famiglia futura (?).
Conosco tanti atei che condividono in tutto l’istituzione del matrimonio e pensano che, come ha giustamente scritto Virginia, “che ovviamente è bene sia fondato su una forte attrazione amorosa,apprezzamento intellettuale e molto altro - ha rilevanza sociale, politica, economica ... Bisogna esserne consapevoli, prima e durante.”
Ma ciò non esclude che ci siano altre visioni religiose o di pensiero per le quali la più grande prova d’amore è accettare l’altro così com’è anziché chiedergli di diventare come noi lo vogliamo,
Non facevo riferimento alle visioni religiose; e, forse, hai le idee un po' confuse sul matrimonio e l'amore...
e considerare altresì il matrimonio non come un sacramento, ma un impegno tra due persone che desiderano vivere insieme.
Ecco, a questo ho già risposto che è la scala di riferimento rovesciata.
La separazione poi deve essere vista come una necessaria conseguenza quando, appunto, diventa
necessaria, nonostante il
serio impegno dei coniugi.
Tuttavia troppe visioni o troppe religioni coesistono nel mondo a tutt'oggi e tutte si contendono la verità. [...] Ciò che comunque a mio avviso rimane valido, è il rispetto e l'osservanza per il Credo altrui, senza che un'opinione o una scelta possa essere d'intralcio ad un'altra. E dunque schierarsi in un senso o in un altro non conduce alla retta via. Ognuno scelga secondo i propri valori nel rispetto di quelli altrui.
Qui ritorniamo al discorso di prima…. Per quanto possa essere importante l'espressione di ogni individualità resta tuttavia assodato, sino a prova contraria, che, essendo l'essere umano un animale sociale e che solo nel rapporto con gli altri, nella società, si sviluppa e si esplica la propria personalità, non si può vivere in un mondo senza punti di riferimento e senza regole. Altrimenti sarebbe un caos totale.
L’importante è che nulla sia coercitivo, Se a te non piace il matrimonio, nessuno ti costringe, sei liberissima di non sposarti o di convivere o meno, ma non puoi pensare che la società sia a tua immagine e somiglianza.