Trascinò la ragazza svenuta sino dinanzi all'altare centrale lasciando la presa dei suoi capelli. Il tonfo che produsse la sua testa quando si verificò l'impatto col pavimento sembrò rimbombare per tutta la chiesa. Salì quindi i tre gradini che lo separavano dall'altare vero e proprio e s'inginocchiò. Quando si alzò si diresse spedito sul retro, attraversò i banchi deserti del coro e sparì dietro una porticina perfettamente mimetizzata col rivestimento in legno massiccio della parete. Ne uscì qualche minuto dopo reggendo sulla spalla sinistra una croce ad altezza naturale. Nonostante il fisico possente faticò non poco a trasportarla proprio davanti all'altare. L'appoggiò quindi a terra e scostò una delle grosse pietre che costituivano il pavimento della chiesa. Questa nascondeva un incastro che sembrava coincidere perfettamente con la base della croce. Dopo aver dato un'occhiata alla ragazza ancora svenuta, provo' a issare la pesante croce per riporla nell'incastro ritagliato apposta per ospitarla. la spinse un paio di volte per provarne la stabilità, annuendo soddisfatto. Tornò quindi in sacrestia e indossò con calma i paramenti sacri, facendo attenzione a non tralasciare alcun particolare. Ritornò in chiesa, si accorse che la scena era come l'aveva lasciata pochi minuti prima. La croce innalzata davanti all'altare svettava a sinistra, mentre la ragazza iniziava a dare segni di ripresa. Si avvicinò in fretta al corpo disteso a terra, la prese nuovamente per i capelli e la fissò in volto. Le palpebre sbatterono un paio di volte prima di mettere a fuoco il viso del prete. Poi un'autentica espressione di terrore apparve negli occhi della donna, si era ripresa del tutto. Senza pensarci due volte le passò le braccia sotto le ascelle e la rimise in piedi in un attimo. La donna non oppose resistenza, ma non fece nulla per agevolarlo. - Don Massimo...fermo...aspetta... - Elda, la perpetua, li scrutava immobile dalla porticina che portava alla sacrestia. - Ogni volta ti devo aiutare...sei un perfetto idiota...lascia quella donna...SUBITO! - Come folgorato da quella voce obbedì immediatamente. Il corpo della ragazza atterrò per l'ennesima volta sul pavimento con un tonfo sordo. - Come pensi d'inchiodarla con la croce innalzata? Le altre volte come abbiamo fatto? - Il prete abbassò la testa e arrossì a quel rimprovero. Sapeva perfettamente che Elda aveva ragione, ma nonostante ciò represse a fatica un moto di collera, avrebbe sistemato volentieri anche lei un giorno o l'altro. Afferrò la croce e la liberò dall'incastro distendendola a terra, quindi guardò di nuovo Elda con astio. - Bene, don Massimo...ora puoi agire... - disse la perpetua annuendo. Prese di nuovo la ragazza e la sistemò sulla croce, un Gesù Cristo al femminile lo fissava dal basso, gli occhi sbarrati e non ancora consapevoli di ciò che stava per succedere. Dalle mani della perpetua comparvero come per incanto un martello e una scatola di robusti chiodi. - Ora, don Massimo...è giunto il momento... - Completamente in trance il prete prese ciò che Elda gli porse, afferrò un braccio della ragazza cercando di tenerlo fermo, ma in un impeto di ribellione ella iniziò a dimenarsi in maniera forsennata. A questo punto Elda prese in mano la situazione. Con un gesto potente nonostante l'esile figura, scostò il corpo massiccio del prete mandandolo a gambe all'aria. Afferrò il martello e un grosso chiodo e lo puntò decisa alla fronte della ragazza. Levò il braccio sin sopra la testa per poi calarlo con forza sorprendente sul chiodo stesso. Uno schizzo di sangue caldo mischiato a frammenti d'ossa e materia cerebrale la investirono istantaneamente ma, per sicurezza, continuò a battere sino a che del chiodo non s'intravide solo la parte rotonda. La ragazza non emise alcun gemito, le gambe iniziarono a tremare convulsamente e uno schizzo d'urina bagnò la tunica. Poi rimase immobile. Elda si alzò. Il sangue della ragazza le colava dal volto ma il suo sguardo era deciso. S'avvicinò a don Massimo e lo guardò con disprezzo - Questa è la quinta maledetto incapace...grande e grosso come sei...un incapace...sei un incapace... - La rabbia sembrò montarle di nuovo e d'istinto alzò il martello puntandolo alla testa del prete - No...mamma...ti prego no... - Il martello rimase sospeso per un lungo istante, poi la mano della perpetua s'abbassò lentamente - Portala insieme alle altre...subito! - Egli s'alzò immediatamente e prese il cadavere in braccio. Senza guardare la madre si recò subito nel reliquario. Il tanfo lo assalì immediatamente, ma non vi fece caso. Aprì con cura la quinta delle dieci bare in vetro che occupavano per intero la stanza. Con altrettanta cura vi pose il corpo della ragazza e la baciò in fronte. - Questa è l'ultima figlio mio...il prossimo sacrificio dovrà essere cosa tua...sento d'avere ancora poco da vivere... - La voce di Elda lo fece sobbalzare ma, con le lacrime agli occhi s'avvicinò alla donna inginocchiandosi - MATER...FIAT VOLUNTAS TUA... -