- La messa è finita...andate in pace... - Don Massimo s'inchinò davanti all'altare quindi si diresse verso la sacrestia. Dopo aver congedato i chierichetti ed essersi tolto i paramenti sacri si osservò allo specchio. La ferita bruciava ancora maledettamente, le unghie della donna erano penetrate in profondità tagliandogli mezza faccia. Sentì un tremito percorrergli le membra, avrebbe punito quella miscredente come meritava, avrebbe fatto la fine delle altre, nessuna che capisse, nessuna che comprendesse appieno il motivo del suo gesto. Quando si voltò si ritrovò di fronte il volto rugoso e rinsecchito di Elda, la perpetua, come sempre non l'aveva sentita arrivare. Fissava insistentemente la garza che gli ricopriva il viso. - Mai visto nessuno massacrarsi a quel modo nel farsi la barba...dovrebbe stare più attento don Massimo...si sente bene?... - Il prete cercò di ricomporsi, la donna non era una stupida ed era certo che non si riferisse solo alla ferita. - Stia tranquilla Elda, mi sono rasato in fretta stamani e a volte capita...può andare...ci vediamo domani... - La donna esitò un attimo, fece due passi incerti, si voltò e lo squadrò di nuovo, quindi si avviò verso l'uscita scuotendo la testa, un secondo dopo la porta si richiuse alle sue spalle. Era finalmente solo. Dopo aver ben sprangato ogni accesso alla chiesa tornò in sacrestia e si recò immediatamente dinanzi a una grande libreria dentro la quale, in perfetto ordine, erano stipati numerosi testi antichi. Con sicurezza passò una mano sopra un'antichissima copia della bibbia, Un sibilo leggero leggero precedette lo scorrere di tutto il mobile. Appena ebbe uno spazio sufficiente da cui passare, don Massimo invertì il meccanismo e il varco si richiuse in un attimo. Percorse quindi un breve corridoio e ben presto arrivò davanti a una porta. Una pesante chiave girò nella serratura, entrò e se la richiuse immediatamente alle spalle, respirò a fondo, un altro sacrificio si sarebbe compiuto quella notte. La ragazza era distesa su un tavolaccio in legno, le braccia e le caviglie saldamente fissate con cinghie di cuoio. Il naso aveva smesso di sanguinare ma appariva orribilmente storto, sformato. Il respiro era ansante e difficoltoso, non riuscì a capire se stesse dormendo o fosse ancora svenuta. Prese la borraccia e versò l'acqua direttamente sul viso della giovane. Ella ebbe un sussulto, tossì e spalancò gli occhi osservandolo con terrore. - Bentornata tra i vivi mia cara...anche se ancora per poco...- Da un vicino armadietto prese un altro indumento e si avvicinò di nuovo a lei. Questa volta si trattava di un velo dello stesso colore della tunica, con gesti rituali alzò leggermente il capo della donna e glielo sistemò nel miglior modo possibile. La osservò con uno sguardo che passò dalla venerazione all'adorazione, mentre grosse lacrime bagnavano il suo volto, facendogli bruciare tremendamente la ferita. - MATER - Una sola parola detta con una devozione e un candore che per un attimo la lasciarono senza fiato. Poi comprese. - Figlio mio...se vuoi che mi prenda cura di te devi liberarmi...vorrei abbracciarti...figlio mio...ti prego... - In preda a un'estasi tremenda don Massimo iniziò a sciogliere le cinghie che la tenevano ferma. Appena fu libera la ragazza ebbe l'impulso di fuggire ma per sua fortuna riuscì a trattenersi e prese l'uomo per le spalle attirandolo a sè con dolcezza. - Non preoccuparti figlio mio...siamo di nuovo insieme...nessuno ci separerà mai più.... - Don Massimo si lasciò andare dolcemente sul petto della donna, poi d'impulso le abbassò violentemente la tunica lasciandole il seno completamente scoperto. Prima che ella potesse aver modo di fare qualcosa le azzannò i capezzoli succhiando e mordendo tanto da far fuoriuscire il sangue caldo. Un urlo lacerante le uscì dalla bocca e questo sembrò aumentare ulteriormente la furia dell'uomo. Torcendole con forza il naso fratturato la fece inginocchiare e, come in precedenza, l'afferrò per i capelli iniziando a trascinarla. - In chiesa...deve avvenire in chiesa...- La giovane svenne di nuovo....