- IL SANTUARIO -
Ero incerta su dove dirigere i miei passi, in quel pomeriggio di tarda estate.
La mattina era fatta per il mare, ma il pomeriggio no : il pomeriggio era dedicato alla liberta', al
mio estro, alle curiosita' estemporanee o a lungo covate ma quasi senza accorgermene, come la brace vive sotto la cenere.
Dunque vagabonda e perfettamente felice mi inoltravo per le stradine della campagna e dell'abitato dietro la linea del mare, sola con le mie sensazioni.
Sembrava sempre la prima volta, e invece....
Ancora una volta, attraversata la vasta area con la mia bici per mano, mi ritrovai a guardare piu' in su, verso le montagne.
Salivo per l'usata strada dentro la valle, che sinuosa si sarebbe inerpicata sempre piu' in su con la dolcezza delle cose antiche e delle cose buone.
Si, amavo tutto - riflettevo fra me - come fosse stata casa mia, come se ci fossi nata in quei posti.
" Nata no - mi dissi - eppure in qualche modo ero proprio nata.. "
Scacciai il pensiero di quel che non poteva tornare, ormai avevo solo le cose, dovevo farmi bastare le cose.
E per questo distolsi bruscamente gli occhi dalle mie scarpe e guardai in alto, e misi a fuoco il Santuario che vedevo come bianca sagoma lontana dalle finestre di casa.
Di mattina salutava l'alba, di notte pareva il faro di un mondo dimenticato.
Ora, nel tardo pomeriggio, mentre curiosa lo vedevo illuminato a festa e cercavo di ricordare come si chiamasse ( " Madonna del.. ", " Madonna del... " ), se ne levo' improvvisamente un canto corale che pervase la valle : pieno, eccheggiante, intessuto di una devozione d'altri tempi.
O semplicemente, mi dissi, specchio di un animo di paese, quello delle donne che vivevano in quei paesini rannicchiati fra i monti, in piccolissime comunita' dove tutti conoscevano tutti.
Probabilmente stavano cantando i Vespri, ma in un'occasione speciale.
Sorrisi.
Sarei andata la'.
L'avevo visto troppe volte dalla finestra, sempre dicendomi che dovevo andarci e sempre rimandando l'incontro.
Ora era come mi chiamasse.
Sapevo che la strada era lunga e nell'ultimo pezzo tutta in salita, ma nello scolorarsi del paesaggio intorno arrivai anch'io, spingendo con discrezione la mia bici.
Ora ero proprio in alto, l'aria si era fatta fresca e mi percorse un brivido, ma si dominavano tutte le valli circostanti e si vedeva il mare con l'ampio ricamo della costa.
Mi guardai attorno e fui guardata da qualche occhio curioso lungo la stradina asfaltata dell'abitato.
C'erano poche donnine e pochi passanti, tutti erano alla festa al Santuario, poco piu' in alto, in una gran ressa paesana.
" Buongiorno, Signora ! Ma cosa fa qui? "
Guardai stranita l'ometto che pareva parlare proprio a me, dato che non c'era nessuno alle mie spalle.
" Scusi? Forse mi confonde con qualcun'altra... "
" No, no, e' proprio lei ! Non e' vero? - si rivolse ai suoi cercando conferme - L'abbiamo incrociata un'ora fa in macchina ! "
" Si, si " assentirono gli altri.
" Ed e' venuta fin qua a piedi ? " prosegui' curioso coi modi diretti del semplice.
" Oh, cosa vuole, un giretto " sorrisi evasiva.
Poi : " Il peggio sara' tornare, sta calando la sera " riflettei ad alta voce " e comincia a far freddo "
" Eh, si, abbiamo un'aria fresca quassu', un'aria buona ! " affermo' compiaciuto " Ma si affretti, perche' vien buio presto! " " A proposito, da dove viene? "
" Beh.. dal mare "
Lo lasciai li', con altre parole non dette, nella cerchia delle facce bonarie e sorridenti, sorrisi a mia volta voltandomi a salutare, poi inforcai la bicicletta e tutta imbacuccata feci la fuga verso il piano.
Quando arrivai c'erano le stelle e il velluto scuro del cielo pareva custodire ogni cosa.
Finalmente il tepore della casa !
Ma andai subito in terrazzo e guardai fra i monti : eccolo li' il Santuario !
Illuminato, bello, sembrava cosi' lontano !
E invece no, ormai era anche mio, ci sarei tornata.
Solo la gente.., quella... quella era irripetibile, salvo andare indietro di forse 50 anni , quando con poco e di poco si viveva, e si riusciva anche ad essere felici.