Quanti anni aveva Lucia Mondella? Ne “I Promessi sposi” Alessandro Manzoni non lo dice.
Nel settimo capitolo del romanzo descrive la “sperada” della ragazza: spilloni o spadine disposti a semicerchio per bloccare le trecce intorno al capo:
“I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all’intorno, quasi a guisa de’ raggi d’un’aureola, come ancora usano le contadine nel Milanese. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch'esse, a ricami. Oltre a questo, ch'era l'ornamento particolare del giorno delle nozze, Lucia aveva quello quotidiano d'una modesta bellezza, rilevata allora e accresciuta dalle varie affezioni che le si dipingevan sul viso: una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido accoramento che si mostra di quand’in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare”.In Brianza la “sperada” veniva denominata “guazza”, nome derivato da “coazza”, che significa chioma intrecciata. Veniva anche detta “raggiera”.
I capelli venivano raccolti ai lati della testa in due trecce, poi unite per formare un cerchio sulla nuca e successivamente bloccate inserendo gli spilloni all'attaccatura dei capelli, all'altezza dei lobi delle orecchie.
C’erano diversi tipi di spilloni, per esempio:
spilloni con due “sponton” (spuntoni) che venivano infilati nelle trecce;
piccoli spilloni a testa piatta detti “spadinn” (spadine), realizzati in diverse varianti e decorazioni;
spilloni a forma di cucchiaino, 2cugiarett”, detti “fusellini” o spazzaoregg ("spazzaorecchie") se terminanti a paletta concava.
contadine brianzole con la "sperada", fine XIX secolo.
Giovanni Segantini, Zampognari in Brianza, olio su tela 1883-1885 circa, Tokyo, National Museum of Western Art